La mattina del 12 giugno, a Latina, duecentocinquanta agenti conducono una vasta operazione di polizia che porterà a venticinque misure di custodia cautelare nei confronti di appartenenti ad un clan rom (autoctono e indipendente rispetto alle ramificazioni di mafia, camorra e ‘ndrangheta sul territorio pontino, riuscito a imporsi con la violenza e l’intimidazione) accusati di reati che vanno dall’estorsione alla violenza privata, traffico di droga e riciclaggio di denaro sporco ma anche reati elettorali previsti dal codice antimafia.

Qui le cose si fanno interessanti, quali sono questi “reati elettorali”? Compravendita di voti e collegamenti con il mondo politico, favori e campagna elettorale, cosa che rende evidente il potere reale che questa diramazione mafiosa ha in mano con la capacità di stringere accordi con la politica che conta e non solo di imporsi manu militari sul territorio.

E chi sarebbero i beneficiari di questi favori elettorali? Forse gli amici delle ong? Forse i criminali tanto osteggiati dal M5S (prima di andare al governo con Salvini)? Certo che no, i beneficiari, secondo le indagini sono proprio gli stessi che un giorno si e l’altro pure sbraitano contro “gli zingari”: la Lega del Ministro degli Interni. Il partito di governo avrebbe ottenuto il sostegno elettorale della mafia rom nel 2016 per le elezioni a Terracina. In particolare dei manifesti elettorali della “Lista Salvini“ e “Cuori Italiani” a Latina, ricollegati a Francesco Ziccheri, e la lista “Sì Cambia” a Terracina per Per Terracina invece Gianluca Corradini, Gina Cetrone e Tramentozzi.

In particolare Ziccheri oggi si ritrova ad essere vicepresidente del gruppo della Lega dopo essere stato eletto alla Camera ed essere stato già consigliere comunale a Terracina. Insomma mentre Salvini sbraitava (nel 2015 ma anche oggi) contro i campi rom abusivi (oltre che contro i migranti) i clan del pontino facevano favori e sostenevano i candidati del carroccio alle elezioni, per non parlare poi della grande coerenza di Di Maio e soci che hanno fondato una grande parte del proprio consenso elettorale sul più bieco giustizialismo e sulla pretesa di essere gli unici onesti e ora si ritrovano al governo con un partito che di onestà non ne ha mai fatta vedere tanta.

Ma tornando a Salvini, sappiamo bene che i partiti razzisti o semi fascisti sono sempre stati di vedute ampie davanti ai gruppi mafiosi e, soprattutto, agli accordi per prendersi soldi e potere sui territori. Un esempio recente su tutti? I baldi ragazzi di Casapound Ostia, anche loro tutti “prima gli italiani” e propaganda razzista e violenta ad oltranza ma poi ben disposti a fare affari con i criminali del litorale divenuti poi tristemente noti per l’aggressione ad un giornalista del Clan Spada, legato ai notissimi Casamonica.

Di fronte a tali evidenze viene da chiedersi esattamente di quale legalità e ordine parlino questi gruppi politici che vogliono dare più soldi e potere alla polizia, o di che tipo di rom parlino quando dicono di voler usare una ruspa, e la risposta è ovvia e sempre la stessa. Quando Salvini o chiunque altro parla dei rom da sgomberare, parla di quelli poveri, non di quelli con i soldi che possono dare una mano alla sua di organizzazione politica, quando i fascisti di Casapound picchiano e intimidiscono, non se la prendono con i padroni del traffico di droga, ma contro i poveri cristi che campano alla giornata o contro i “clandestini” e i barboni che rovinano i quartieri che loro gestiscono tanto bene. Insieme ai mafiosi.

Di Giuseppe Albano