Dopo l’infelice vicenda dei manifestanti di Potere al Popolo fotografati e schedati uno per uno sul pullman per la manifestazione di Roma (una vicenda che, come qualcuno fa notare, non è nuova, ma frutto dell’utilizzo da parte del nuovo governo di leggi pre-esistenti), probabilmente più inaspettato rimane quanto accaduto una settimana fa a un giornalista de La Stampa e “due colleghi di altre due testate”, come apprendiamo da alcuni post circolati su Fb e da La Stampa stessa. Essi si trovavano a Trento in qualità di inviati per “seguire l’indagine della Procura di Genova sui flussi finanziari della Lega” quando “sono stati identificati dalla Guardia di Finanza e trattenuti in caserma per tre ore per rispondere di alcuni articoli pubblicati oggi“. La Stampa esprime solidarietà ai tre e condanna “il comportamento intimidatorio messo in atto e la scelta muscolare peraltro immotivata ed eccessiva nelle modalità”.

La Stampa non è certo un giornale rivoluzionario e persino in qualsiasi “normale” democrazia borghese un simile episodio risulterebbe quanto meno inusuale. Abbiamo il forte sospetto che questo governo, che abbiamo definito sin da subito come reazionario, procederà lungo la china della progressiva erosione (per quanto gli sarà possibile) persino di libertà ritenute basilari come la libertà di stampa, non in maniera formale, ma per mezzo di “vie traverse” (intimidazioni, pressioni, maggiori strumenti nelle mani degli apparati repressivi e così via), rappresentando così, da un lato, un’anomalia per il mondo borghese dall’altro l’espressione incontrollabile della sua crisi.

Fonte: http://www.lastampa.it/2018/06/13/italia/fondi-della-lega-allestero-giornalista-de-la-stampa-trattenuto-in-caserma-il-cdr-comportamento-intimidatorio-HZVoWhKu1b0xdxUOfqNzEO/pagina.html

Matteo Iammarrone.

Nato a Torremaggiore, in Puglia, nel 1995, si è laureato in filosofia all'Università di Bologna. Dopo un master all'Università di Gothenburg (in Svezia), ha ottenuto un dottorato nella stessa città dove tuttora vive, fa ricerca e scrive come corrispondente de La Voce delle lotte.