La città di Milano, specie nel quartiere attorno a via Padova, storica via di lavoratori immigrati dall’estero negli ultimi anni, è stata attraversata da un corteo antirazzista di centinaia e centinaia di lavoratori e militanti di sinistra, scesi in strada sotto un comune appello lanciato da SI Cobas, CUB, USI, CSA Vittoria, Collettivo Ci siamo, Conflitti Sociali, GCR, Pagine Marxiste, Rho Antifascista: un appello che ha collegato varie rivendicazioni e percorsi di lotta in un’unica piattaforma di rivendicazioni per unire le lotte degli sfruttati e rompere la divisione razzista e nazionalista tra italiani e immigrati, tanto cara alla classe dominante, al governo Conte e alla Lega di Salvini che vi spadroneggia.

 

La locandina del corteo.

 

Il corteo ha ricordato gli importanti episodi di lotta, specie nel settore della logistica, che hanno dimostrato, senza paura di smentita, che la retorica degli immigrati servi docili dei padroni, pronti a lavorare per poco abbassando i salari, è una menzogna spacciata ad arte da capitalisti, politici e giornalisti loro servi: la realtà di molte aziende, di molte lotte, di molti territori è al contrario quella di un protagonismo dei lavoratori immigrati, che hanno meno diritti da perdere e che spesso rischiano tutto nell’alzare la testa per migliorare le condizioni proprie e degli altri lavoratori.

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Di seguito, l’appello di convocazione del corteo: un appuntamento che si inserisce nella risposta complessiva della sinistra operaia e del sindacalismo combattivo al nuovo governo e alle politiche aggressive di sfruttamento dei padroni, e che rimanda all’assemblea che si terrà oggi a Bologna per discutere di un fronte anticapitalista.

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Non è l’immigrato il nemico dei lavoratori ma il capitale che guadagna denaro e potere sulla pelle di chi è sfruttato. La “pacchia” non è quella di rifugiati, richiedenti asilo e proletari immigrati ma di chi li sfrutta con salari di fame e in condizioni schiaviste, del governo Lega-Cinquestelle che cerca consenso a politiche liberiste e repressive seminando illusioni e divisioni tra i vari pezzi del proletariato.

Non esistono immigrati regolari o irregolari: esistono proletari che fuggono dalle guerre, dalla miseria e dalla sete di profitto dei governi imperialisti, rischiando la vita nei campi di concentramento libici, nel Mediterraneo e poi nei cosiddetti “centri di accoglienza o di rimpatrio” per filtrarli verso il respingimento nella miseria o lo sfruttamento nei luoghi di lavoro.

Costruiamo l’unità degli sfruttati per dire NO:

Al razzismo e alla violenza contro i migranti: tentata strage razzista a Macerata, Idi Dyene ucciso a sangue freddo a Firenze, Sacko, fucilato mentre raccoglieva lamiere in una fabbrica dismessa.

Alla chiusura delle frontiere e dei porti Italiani (centinaia tenuti in ostaggio sulla Lifeline e Maersk) metodo infame di propaganda e di speculazione politico-economica sulle vite degli sfruttati.

Alla repressione esercitata contro Moustafa, condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione a Piacenza per aver resistito alle cariche della polizia durante un corteo antirazzista e contro il coordinatore nazionale del SI Cobas accusato di estorsione a dimostrazione che gli attacchi ai proletari e a chi lotta sono espressione di sistema.

All’attacco al diritto di sciopero, l’arma più importante in mano alla classe operaia per opporsi nell’immediato allo sfruttamento.

Alla repressione del diritto a una casa: come l’attacco portato contro l’occupazione in via Palmanova ai danni 12 nuclei familiari con 8 bambini. Uno schieramento di mezzi militari mai visto con centinaia di uomini : una dichiarazione di guerra per tutte le lotte, volta a colpire un’esperienza di autorganizzazione collettiva, un nuovo tipo di protagonismo e percorso di lotta ricompositivo.

Le lotte, nella logistica e non solo, dimostrano che i lavoratori immigrati, uniti agli italiani nella lotta, possono alzare i salari e migliorare le condizioni di lavoro, opponendosi alle svendite di CGIL, CISL e UIL; indicano inoltre la necessità di una risposta generalizzata agli attacchi dei padroni per imporre condizioni di lavoro e di vita sempre peggiori.

Per queste ragioni, anche in continuità coi due scioperi nazionali precedenti, riaffermiamo oggi, e con lo sciopero generale in autunno, la nostra piattaforma di lotta:

riduzione dell’orario con forti aumenti di salari e pensioni; salario medio garantito ai disoccupati.

pensione a 60 anni o 35 anni di contributi, welfare universale e pubblico

parità di diritti italiani-immigrati, abolendo il ricatto del permesso di soggiorno legato al rapporto di lavoro (Bossi-Fini); regolarizzazione degli immigrati presenti in Italia, cittadinanza a chi nasce in Italia da genitori migranti.

abolizione del Jobs Act e di tutte le forme di lavoro precario;

diritto alla casa contro affitti e mutui usurai, no a sfratti e sgomberi contro chi occupa per bisogno;

unità dei lavoratori di tutti i paesi, a partire da quelli europei, per contrastare le politiche dei rispettivi governi: guerra interna per imporre sempre più sfruttamento, e aggressione imperialista verso l’esterno. No alle spese militari!

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.