Gli Stati Uniti contano la popolazione carceraria più grande del mondo con 2,2 milioni di carcerati, ovvero 655 persone per ogni 100 mila abitanti, secondo i dati del World Prison Brief, una ONG dell’Università di Londra.

Le minoranze etniche vengono incarcerate con maggiore frequenza, in modo da garantire succosi profitti per le compagnie carcerarie che utilizzano i carcerati come manodopera a buon mercato per produrre i più disparati tipi di merci.

Si parla di GEO Group e CoreCivic, le due compagnie carcerarie più grandi del paese. Dall’insediamento di Trump ad oggi, sono state imputate in cinque cause legali per traffico di esseri umani e sfruttamento del lavoro forzato dei detenuti immigrati. Le compagnie sono accusate di costringere i detenuti a lavori come pulizia di toilette, finestre e docce, senza alcun pagamento e senza la possibilità di rifiutarsi, pena finire in celle d’isolamento.

Solo nell’ultimo mese, le azioni di GEO Group sono aumentate dell’11%; misure securitarie più severe significano più contratti federali e più entrate per l’azienda. Dopo che Trump ha annunciato la fine della separazione forzata delle famiglie migranti, le azioni di GEO Group e di Core Civic sono aumentate rispettivamente dell’1,8% e del 3,5%. Dopo l’annuncio di questa politica, si specula su un potenziale boom delle compagnie carcerarie.

GEO Group gestisce inoltre i centri di detenzione dell’odiata ICE (agenzia responsabile del controllo dell’immigrazione, ndt). Tanto GEO quanto CoreCivic hanno donato soldi (500 mila dollari, ndr) per la cerimonia d’insediamento di Trump. Il magnate li ha ora ricompensati con la sua politica di “tolleranza zero” facendogli amministrare i vari centri di detenzione che ha messo in piedi.

A ciò si aggiungono non solo le umilianti condizioni a cui sono costretti i bambini detenuti nelle carceri infantili, ma anche le segnalazioni di casi di abuso sofferto dai bambini nei centri di detenzione giovanile.

Vengono riportate accuse di ragazzi picchiati mentre erano ammanettati su muri di cemento e lasciati nudi. Questo caso è stato segnalato al Centro per la Gioventù della Valle di Shenandoah, nello Stato della Virginia.

Allo stesso modo, lo scandalo ha riguardato lo stesso sistema giudiziario. Vari media e utenti internet hanno riportato che i più piccoli tra i bambini detenuti sono costretti ad assistere ai propri processi senza avere diritto a un avvocato “a meno che non possano pagarlo”. Questo è stato riportato dall’utente Twitter e avvocato Laura Barrera, che ha più volte denunciato la situazione.

Barrera ha scritto che la sua cliente, una bambina migrante di cinque anni, non era in grado di indicare il proprio paese di origine.

“La mia cliente di cinque anni non riesce a dirmi da quale paese viene. Prepariamo il suo caso utilizzando i pastelli per disegnare i membri della banda che la aspettavano fuori dalla sua scuola. A volte vorrebbe invece disegnare coni gelato e cuori. È lasciata sola nei procedimenti per la deportazione.”

L’ultimo tweet di Barrera fa riferimento a un’udienza avvenuta recentemente:

“Oggi la mia cliente si è entusiasmata premendo i bottoni dell’ascensore mentre stava andando alla sua prima udienza per la deportazione. Più tardi mi sono congratulata con lei per essersi allacciata da sola le scarpe. Ha sei anni e il Dipartimento di Giustizia pensa che debba avere un avvocato solo se lo può pagare.”

Mentre è vero che ci sono ONG e studi legali che lavorano gratuitamente per i bambini, si dimostra anche il sadismo dell’imperialismo nel lasciare i bambini in preda di istituzioni draconiane e reazionarie che si arricchiscono con questi incarceramenti e deportazioni di massa. Trump ha riconosciuto il loro occhiolino, fattogli durante la cerimonia di inaugurazione, e adesso sono i principali beneficiari delle sue politiche xenofobe.

Óscar Fernández
Traduzione da La Izquierda Diario

Óscar è un membro del Movimiento de los Trabajadores Socialistas (MTS) in Messico, laureato in scienze politiche all'Universidad Iberoamericana.
È il corrispondente da Città del Messico di Left Voice, e membro della redazione di La Izquierda Diario México così come di Ideas de Izquierda México.