Questo week-end i Gilets Jaunes sono scesi nuovamente in piazza, in alcuni casi – come a Bordeuax e Marsiglia – incontrandosi con i Gilets Rouges della CGT, nonostante la confederazione non abbia ancora preso una posizione chiara nei confronti del movimento. Anzi, i vertici sindacali tendono ad anteporre alla rivendicazione di abolire l’aumento delle tasse sui carburanti, quella di un aumento degli stipendi, per la quale è stata indetta una mobilitazione il prossimo 14 dicembre. Peraltro, il fatto che questa data non si opponga in maniera frontale al governo, ma chieda a quest’ultimo una nuova contrattazione per i salari, costituisce un chiaro tentativo di separare la classe da un movimento che invece domanda a gran voce le dimissioni di Macron, il quale solo grazie a questa radicalità oggi ha dovuto cedere ai Gilets sulla questione delle accise.

Le proteste innescate dal caro-benzina emergono in un contesto di più generale fermento politico dei giovani e dei lavoratori francesi, cominciato con la lotta contro la Loi Travail del 2016 e proseguito in occasione degli attacchi dello scorso inverno ai ferrovieri e agli studenti messo in campo da Macron. Tra la primavera e l’estate, la contro-riforma delle ferrovie e dell’istruzione sono però state approvate e la mobilitazione ha conosciuto un impasse, anche a causa dei problemi di direzione politica del movimento operaio e studentesco che abbiamo documentato (in primis il rifiuto da parte delle CGT di lanciare uno sciopero generale e di porsi esplicitamente contro governo in quanto tale e non solo agli specifici provvedimenti).

La radicalizzazione dei mesi scorsi, tuttavia, ha avuto un’eco importante in settori piccolo borghesi impoveriti e di proletari non sindacalizzati che nelle ultime settimane hanno scelto la piazza per opporsi all’ennesimo attacco da parte del governo. L’importanza di questo movimento va dunque ben oltre i contenuti – invero molto generici, anche se non reazionari come predica la stampa mainstream e alcuni settori della sinistra – espressi dai Gilets Jaunes. Più rilevanti il ruolo che essi possono giocare nel ri-catalizzare un processo di mobilitazione generalizzato  e i problemi che pongono al movimento operaio e ai rivoluzionari.

Sia detto di passata: l’eventualità che uno sviluppo del genere possa essere “imminente” anche in Italia è ben poco probabile, dato che l’assenza negli ultimi anni di un protagonismo dei lavoratori – causata essenzialmente dalla passività più completa delle burocrazie sindacali di fronte agli attacchi di Monti, Renzi ecc. – ha fatto si che i settori sociali “alle barricate” in Francia siano qui gli stessi che hanno ancora illusioni nei confronti del governo reazionario giallo verde. Con questo non si vuole sostenere che “da noi” non ci sia nulla da fare, ma al contrario si vuole rivendicare come sia necessario, qui, battere ancora più forte che in Francia sulla necessità di costruire una mobilitazione indipendente dei lavoratori contro il governo e sfidare le burocrazie sindacali, invece di cercare facili suggestioni da oltralpe. I Gilets Jaunes, infatti, non rappresentano semplicemente il “popolo” che spontaneamente si coalizza contro le “elites” – idea che anima più di un progetto politico nella sinistra nostrana – bensì un momento di un processo che ha avuto nel protagonismo del movimento operaio un elemento centrale e che solo se quest’ultimo riuscirà a giocare un ruolo di direzione potrà svilupparsi in senso rivoluzionario (al contrario, i Gilets finiranno per rientrare nei ranghi del “processo democratico” borghese, magari strumentalizzati da forze di destra, o della sinistra elettoralista piccolo-borghese à la Melenchon; per capire cosa intendiamo con questa definizione, vedi QUI). 

E’ chiaro, detto questo, che la dinamica delle mobilitazioni francesi, con tutte le sue contraddizioni, può aiutarci a comprendere la logica di un processo di radicalizzazione in un contesto di crisi delle strutture politiche e sindacali tradizionali, come è anche quello italiano. I fatti francesi, inoltre, ci suggericono quale sia il senso complessivo di una prospettiva rivoluzionaria volta a superare il capitalismo, la quale può basarsi solo sui lavoratori, ma che al contempo non può prescindere da un’articolazione nello stesso programma anti-capitalista (di transizione, nei termini di Trotsky) delle istanze delle altre classi e sottoclassi, o più in generale di tutti i settori oppressi dalla società del Capitale… E’ l’annosa questione, per dirla à la Gramsci, dell’ egemonia del proletariato.

A questo link una prima analisi sui Gilets Jaunes dei compagni francesi di Revolution Permanente (domani ne pubblicheremo una più aggiornata). Intanto, proponiamo un resoconto della mobilitazione degli studenti avvenuta ieri in appoggio ai “giubbotti gialli” in tutta la Francia.


Nella giornata di lunedì 3 dicembre, più di un centinaio di licei sono stati bloccati in tutto il paese da parte degli studenti a sostegno della mobilitazione ancora in corso in Francia dei “giubbotti gialli”, contro la riforma della maturità e dell’accesso all’università.

Cortei studenteschi e blocchi si sono svolti in decine di città.Venerdì, il movimento studentesco è tornato alla battaglia al fianco dei giubbotti gialli. Un centinaio di licei sono stati bloccati in tutto il paese. Attualmente il movimento è in continua espansione. I liceali lunedì mattina hanno portato avanti diversi blocchi a Parigi, Marsiglia, Lione, Nizza, Tolosa, Pau, Grenoble, Tours, Limoges, Bordeaux, Cahors, Orleans, Tolone, e in altre città. Gli studenti si stanno mobilitando contro la selezione, stabilita dalla legge ORE a partire dallo scorso anno, contro la riforma della maturità e in supporto dei giubbotti gialli. Gli epicentri della mobilitazione dei licei sono per il momento la Seine-Saint-Denis e Tolosa, dove l’intera rete ferroviaria e tramviaria è stata interdetta lunedì mattina in reazione al movimento studentesco , che ha toccato una quarantina di licei. A Seine-Saint-Denis, la situazione è particolarmente esplosiva. Soprattutto in Aubervilliers e Pantin, dove le macchine venivano bruciate.In diverse città, come Nizza o Bordeaux, gli studenti delle scuole superiori hanno bloccato le strade, con manifestazioni , e formando in alcuni luoghi posti di blocco, come ad Orleans.Mentre gli agricoltori sono mobilitati anche oggi nel Limousin, sulla scia dei giubbotti gialli, esi sono incontrati con gli studenti al fine di manifestare di fronte alla Prefettura

La repressione della polizia al movimento

Mentre nei media mainstream è menzionata la “violenza” degli studenti per le auto rovesciate, e bruciate , la violenza ancora una volta non è stata da parte dei manifestanti. Sui social network, molte persone denunciano violenze della polizia durante blocchi e manifestazioni. A causa dei lacrimogeni e le cariche della polizia … ci sono diversi feriti tra gli studenti delle scuole superiori. Molti giovani sono stati arrestati.A tolosa si sono formate delle vere e proprio barricate, nel centro della città, per difendere il CRS, mentre a bordeaux ci sono diversi video che testimoniano il modo scandaloso e violento con cui sono stati trattati gli studenti. La violenza di queste settimane da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei giubbotti gialli e di tutti quelli che scendono in piazza si è notevolmente intensificata, le ferite gravi e le mutilazioni sono in costante aumento e proprio nella mattinata di lunedì è stata confermata la morte di una 80enne a causa di un lacrimogeno che ha raggiunto il suo appartamento.

 

Traduzione di Crow

da Revolution Permanente

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.