Ieri mattina, Venerdì 23 Marzo, a Göteborg in Svezia, circa 200 attivisti antifascisti hanno protestato di fronte il Teatro Comunale alzando la loro voce e facendo cori rumorosi (”Il fascismo deve essere distrutto”, ”No al razzismo”, “Tornatevene a Stoccolma”) per tentare di coprire la propaganda xenofoba proveniente da un comizio di ”Alternativ för Sverige”, formazione populista di destra recentemente formatasi, come si evince dal nome, sul modello di Alternativ för Deutschland, in Germania.

La polizia, obbedendo agli ordini, ha difeso la “libertà” dei fascisti di dire la loro in piazza, in centro e in pieno giorno!

Non c’è stato alcun contatto fisico tra i manifestanti né con la polizia: i neofascisti di AfS hanno potuto parlare della necessità di una Svezia bianca e libera dall’invasione multietnica e multi-religiosa, hanno potuto propagandare odio proprio nei giorni della strage avvenuta in Nuova Zelanda.

Nel frattempo è arrivata la notizia della marcia di NMR, una formazione simile ma più apertamente ispirata al nazismo, che sarà per le strade di Kungälv, vicino Göteborg, il prossimo 1° Maggio: il comitato antifascista cittadino e i militanti locali si stanno già organizzando per dire “Nessun fascista nelle nostre strade”!.

In Italia, in Svezia e nel resto del mondo le destre risvegliatesi dalle fogne si fanno l’occhiolino a distanza unendosi internazionalmente, altrettanto devono fare gli antifascisti se le vogliono scacciare indietro.

Essi erano, sono e rimangono i rigurgiti più fetidi delle frustrazioni, delle pulsioni e dell’ignoranza prodotta dalle condizioni della società capitalista, per garantire un mondo senza l’odio e il razzismo di questi soggetti bisogna lottare contro di essi, ma anche e sopratutto contro il sistema che li ha creati: distruggere il capitalismo per porre fine ai rigurgiti fascisti.

Articolo di Matteo Iammarrone

Nato a Torremaggiore, in Puglia, nel 1995, si è laureato in filosofia all'Università di Bologna. Dopo un master all'Università di Gothenburg (in Svezia), ha ottenuto un dottorato nella stessa città dove tuttora vive, fa ricerca e scrive come corrispondente de La Voce delle lotte.