I lavoratori dello stabilimento DHL di Verona, inquadrati in due aziende sotto lo stesso padrone, sono scesi in sciopero contro condizioni economiche penalizzanti e un accordo nazionale truffaldino, firmato da CGIL CISL UIL, del quale i lavoratori stessi non erano stati informati.

I driver dello stabilimento rivendicano l’applicazione dell’accordo di secondo livello per aumentare il salario e migliorare le condizioni di lavoro, rivendicano lo stesso salario con una diminuzione dell’orario di lavoro, attualmente attestato su oltre 10 ore di guida e un impegno lavorativo di 11-12 ore al giorno, mentre la rivendicazione è quella di non superare le 47 ore settimanali.

Gli autisti si sono rivolti al SI Cobas dal momento in cui “non tornavano in conti” in busta paga; presto svelato il mistero: nello stabilimento, senza aver minimamente informato i lavoratori, si applica il contratto nazionale firmato da CGIL CISL UIL che inquadra come “impiegati” i driver, negando loro alcuna indennità di trasferta, che a maggior ragione va di diritto, ed è più consistente, per autisti che escono spesso dalla provincia di Verona, arrivando spesso fino a Mantova.

A questo si aggiunge la norma, del tutto svantaggiosa per i lavoratori, del salto dell’indennità di flessibilità settimanale qualora, per un qualsiasi motivo, i lavoratori siano assenti dal lavoro anche un solo giorno a settimana.

La lotta degli autisti ha già portato ad una normalizzazione dell’orario di lavoro, da 11-12 a 9-10, senza i tagli dall’orario di lavoro di tempi non di guida, ma comunque relativi a periodi della giornata in cui il lavoratore è a disposizione dell’azienda.

Con questa lotta, il SI Cobas entra nello stabilimento tesserando la maggioranza dei 40 lavoratori, lanciando come negli altri stabilimenti una lotta per avere più salario e lavorare meno tempo.

È proprio una convergenza delle lotte operaie, attorno a ciò che accomuna i lavoratori, la migliore base di partenza per unire le lotte: riprendendo la tradizione del movimento operaio non solo italiano ma mondiale, la lotta per l’abbassamento generale dell’orario di lavoro e per l’aumento del salario deve essere l’asse attorno al quale costruire il fronte unico di lotta dei lavoratori.

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.