Sanità, istruzione pubblica e lavoro per tutti. Queste sono le principali rivendicazioni di chi è contro il sistema economico del libero mercato, sostenendo, invece, un tipo di economia statalizzata dove la domanda e l’offerta viene posta in secondo piano rispetto gli obiettivi prefissati, per raggiungere quelle che sono delle vere e proprie politiche del welfare, che non si limitino al rispetto delle leggi di mercato.

Non la pensa diversamente Amartya Sen, premio nobel per l’economia, protagonista della scelta di modelli economici tali da aumentare il reddito pro-capite. Il tecnico sostiene che le diseguaglianze sociali all’interno di un paese non sono cresciute, ma, anzi, ciò che è cresciuto è il livello delle diseguaglianze dal punto di vista globale.

Queste disparità, associate a un potere d’acquisto sempre più basso, alimentano populismi di ogni genere, venditori di illusioni che passano dal reddito di cittadinanza (M5S in Italia, Hamon in Francia) e finiscono nell’innalzamento di barriere che tengano lontano la concorrenza, meno costosa, del lavoro degli immigrati.

Il dottore tocca la democrazia, evidenziando come abbia un impatto sui problemi cronici di un paese, ma non raggiunge l’emancipazione delle masse, che per questo si trovano a dover affrontare sempre i soliti problemi, tra precarietà, povertà e disoccupazione.

L’abbattimento delle diseguaglianze passa inesorabilmente per un sistema sanitario universale e un sistema di educazione pubblico, unici in grado di portare miglioramenti in termini economici e quindi di vita. Kerala, rappresenta uno dei migliori testimoni di questa supposizione: lo stato  più povero della federazione Indiana fu messo a ferro e fuoco per passare ad un sistema sanitario e scolastico pubblico, alla portata di tutti. Conta oggi il reddito pro-capite più alto tra tutti gli stati indiani. Occorre precisare che questo tipo di scelte adottate, non potranno avere lunga vita se prima non verranno statalizzati i mezzi di produzione, quindi nazionalizzate le banche, ciò è necessario perché con l’avanzare della tecnologia e il mercato che la seguirà cominceranno le nuove politiche di austerity, applicate per colmare il debito nato dai prestiti finanziari necessari per sostenere le spese che lo stato dovrà affrontare per mantenere inalterata l’efficienza dei servizi sanitari e scolastici.

Cristiano D’Alterio

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.