L’altro ieri a Göteborg, Malmö, Eskilstuna, Ostersund e Stoccolma si è tenuta una importante mobilitazione di denuncia contro Erdogan e in solidarietà col popolo curdo. Il corteo di Stoccolma è partito alle 13 e, al grido di “Terrorist Erdogan” (Erdogan Terrorista) e “Isis Turkiet samma såk” (Isis Turchia stessa cosa), per almeno due ore ha attraversato importanti zone affollate del centro (partendo da Norra Bantorget, vicino la stazione centrale) passando accanto al Palazzo Reale e arrivando a Medborgplatsen (piazza storica delle mobilitazioni dei movimenti).
Su Facebook l’evento “Demonstration i solidaritet med Afrin” segnava 1012 partecipanti e 1884 interessati, ma nella realtà la manifestazione è stata molto più nutrita, composta per lo più da migranti, lavoratori/trici solidali al popolo curdo, attivisti di sinistra e alcuni autoctoni. Non sono molto bravo a giocare coi numeri, ma considerando che del corteo non riuscivo a vedere la coda (e se vedevo la coda non riuscivo a vederne la testa), oserei dire di aver visto almeno 5000 dimostranti (e forse molti di più). Stessa stima confermano gli organizzatori (che su FB parlano di “circa 4.500” nella piazza di arrivo).
La mobilitazione è stata indetta da Kämpa Sthlm che nell’appello scrive:
“Con l’approvazione della comunità internazionale, l’esercito turco sta conducendo attacchi aerei contro la provincia di Afrin a nord della Siria. Assieme ai gruppi estremisti, sta avendo luogo un invasione che coinvolge molti civili. Questo è solo un esempio della dura ostilità della Turchia contro i Curdi. Ci appelliamo alla comunità internazionale! Afri è stata una delle più sicure e stabili regioni della Siria negli ultimi cinque anni. Le Nazioni Unite e la Coalizione Internazionale devono garantire che la stabilità e la sicurezza di Afrin vengano mantenute. Afrin deve essere protetta contro attacchi esterni. Sin dall’inizio della guerra in Siria e nel Kurdistan occidentale, Afrin con le sue forze di liberazione, è diventata simbolo della lotta contro terrorismo e fascismo. Ora la gente di Afrin necessita del nostro supporto e della nostra solidarietà. Le ragioni dietro gli attacchi della Turchia contro Afrin sono le stesse dell’attacco contro i Curdi e i loro successi. Non possiamo chiudere gli occhi sulla realtà! Gli attacchi dello Stato turco devono essere prevenuti. La Russia e gli Stati Uniti, i quali agiscono come forze militari nell’area, sono stati spettatori sedentari di questi attacchi ai diritti umani. Chiediamo pertanto:
– La fine immediata dell’invasione
– Il ritiro totale dell’esercito turco dal suolo Siriano
– Che l’Ambasciatore Turco a Stoccolma sia chiamato presso il Ministero dell’Estero e che una condanna ufficiale dell’invasione da parte della Svezia sia pronunciata il più presto possibile”.
Tra le adesioni (variegate) compaiono per lo più organizzazioni e associazioni filocurde, ma anche Vänsterpartiet (un partito riformista a sinistra dei Socialdemocratici), Allt åt Alla (collettivo di area autonoma) e Revolution (la sezione svedese dell’italiana Sinistra, Classe, Rivoluzione). Di seguito la lista completa: Rojavabyrån, Democratic Union Party (PYD), Kurdish National Congress, Kurdiska Demokratiska Samhällscentret, Kvinnorådet Amara, Kurdistan Free Life Party, KÄMPA STHLM, Rojavakommittéerna, Ung Vänster, Allt åt Alla, Vänsterpartiet, Tidningen Brand. Demos Sthlm, Revolution, Kurdiska Fria Ungdomsförbundet, Zagros Ungdomsförening, SOL- KURD, Latinamerikagrupperna, Alevitiska Förbundet, Folkets Solidaritetsförening.
*”La Svezia agisca contro il regime fascista in Turchia”
Matteo Iammarrone.
Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.