Luogo natale della specie umana, l’Africa vede tutt’oggi compromesso ogni plausibile avvenire.

Sventrata dalle potenze imperialistiche mondiali, espropriata delle abbondanti materie prime, sfruttata dallo schiavismo fino ai giorni nostri, la popolazione povera vive sulla propria pelle la carestia e la fame di chi per anni è stato vittima delle mire finanziarie e commerciali, di chi continua a vivere di valore estorto e di sfruttamento.

Terminata la brutale epoca coloniale, l’intero continente si è rivelato come importatore di guerre intestine e fratricide, cooptate dai vecchi padroni coloniali e dalle vecchie potenze imperialistiche. Uno dei casi più emblematici è proprio il Camerun: una Repubblica presidenziale monocamerale, il cui attuale presidente è Paul Biya. 


La maggioranza della popolazione camerunese è cristiana (53%), di cui il 38% è cattolica e il 15% è protestante; seguono poi l’islam (22%) e l’animismo (15%).
Ulteriore lascito coloniale è quello del linguaggio, infatti il 78% degli abitanti del Camerun è francofono mentre il 22% è anglofono. Nei centri urbani densamente urbanizzati, dove è alta la co-presenza di camerunesi anglofoni e francofoni, è molto popolare una nuova lingua chiamata camfranglese, basata sul francese con l’aggiunta di numerosi termini inglesi e lingue locali camerunesi. 


Situato al sud della Nigeria e al nord del Congo nell’Africa nera, il Camerun divenne colonia tedesca nel 1884, dopo la grande influenza della borghesia tedesca che si insediò sulle coste Camerunensi, dove, tra fabbriche e centri di estrazione, era facile il collegamento marittimo con la madrepatria.

La classe borghese tedesca adoperò una politica di infrastrutturazione attraverso il lavoro forzato degli abitanti autoctoni. Già campo di battaglia nel 1915-17, con truppe inglesi che vi entravano dalla vicina Nigeria, in seguito alla prima guerra mondiale e alla sconfitta della Germania, tutte le colonie tedesche nel continente africano , tra cui il Camerun, vennero suddivise tra la Francia e il Regno Unito, con mandati da parte della Lega delle Nazioni –L’idea di creare un sistema politico e giuridico, capace di prevenire i conflitti internazionali, si affermò soprattutto su pressioni del presidente statunitense T.W. Wilson, che se ne fece interprete attraverso la sua dottrina pacifista, per quanto la borghesia statunitense sapesse bene che questo strumento non avrebbe affatto arginato quella che era l’autonomia decisionale delle nazioni. Proprio dall’inutilità di questa presa per i fondelli giuridica, la seconda guerra mondiale ebbe la strada spianata, ndr-.

L’ingresso degli imperialismi del Regno Unito e della Francia costarono al Camerun mai quanto la colonizzazione tedesca: continuò il lavoro coercitivo e quello forzato, continuò lo sfruttamento nelle piantagioni, ma non solo! Con la stessa divisione del Camerun, mentre i padroni francesi adottarono una linea di rigida presenza sul territorio loro dominio, gli inglesi ne fecero colonia di colonia: al vicino Niger servivano uomini per lavorare nelle miniere, e l’imperialismo inglese non esitò ad adoperare la popolazione camerunense sotto il suo dominio come esercito di riserva schiavizzato. 

Da qui iniziamo a vedere come l’inizio della migrazione dei camerunensi è stato un atto forzato: spinti dall’imperialismo per i suoi sporchi affari.

Tutto ciò fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Unitamente ad una lotta generalizzata ed antimperialista che ha attraversato tutto il continente, anche in Camerun si fecero avanti le istanze indipendentiste. 

Già il partito Unione delle Popolazioni del Camerun aveva sostenuto l’indipendenza, ma venne bandito negli anni cinquanta. Nel 1960 il Camerun francese divenne indipendente sotto il nome di Repubblica del Camerun, alla guida del Presidente Ahmadou Ahidjo, sebbene continuarono gli scontri tra le forze francesi e camerunesi, almeno fino al 1971. Tutto ciò continuò anche dopo che la parte meridionale del Camerun britannico si fuse, sempre nel 1961, per formare la Repubblica Federale del Camerun. 

Il paese venne rinominato Unito, dopo tutta una fase di tentata centralizzazione statale, nel 1972, per poi divenire semplicemente Repubblica del Camerun nel 1984. Il passaggio dal periodo coloniale a quello indipendente ha visto il susseguirsi di lotte intestine, soprattutto perché al loro andar via, le potenze imperialiste lasciarono su tutto il suolo africano ben poche chance di autonomia o sopravvivenza alle popolazioni vittime della brutalità capitalistica.

Il Camerun, però, da sempre si contraddistingue per la sua tradizione intellettuale, con un tasso di alfabetizzazione che si aggira intorno ai 70 e 80% (tra i più alti del continente). Una posizione che non è calata neanche quando a causa della crisi economica negli anni Novanta il governo decise di riformare l’intero sistema scolastico, forte di precedenti fasi di lotta, riassestandolo su un criterio classista (sospese le borse di studio per gli studenti universitari e condizionò l’accesso negli atenei pubblici attraverso il pagamento delle tasse universitarie). 

Sempre negli Novanta si assistette ad un boom migratorio verso l’Occidente, dovuto alle condizioni oggettivamente difficili, da parte sia della popolazione povera che da parte degli studenti, i primi per guadagnarsi il diritto ad una vita dignitosa, i secondi probabilmente per la ricerca di un sistema universitario sempre più carente: anche il Camerun dovette ritornare dai suoi vecchi padroni coloniali. 

In tutto ciò, la fase di migrazione è stata certamente garantita da tutta la fase delle guerre intestine che, sin dalla fine del periodo coloniale, attanagliano la povera gente.

Insieme alla Francia e alla Germania, l’Italia è probabilmente il paese europeo che ha attratto il più alto numero di camerunensi in Europa nell’ultimo ventennio, causa principale la stretta vicinanza al continente africano rispetto agli altri stati, il che fa’ dell’Italia, unitamente ad altri paesi del sud Europa, uno dei principali approdi di chi, attraversando guerre civili ed imperialistiche, nonché l’attraversamento del Mediterraneo pieno di insidie, tenta di raggiungere i paesi del Nord Europa, con la speranza di poter vivere una vita che si possa almeno definire decente.


Potrebbe interessarti Salvini chiude i porti: la linea dura lascia in mare i 629 migranti e rifugiati della aquarius



Articolo di Michele Sisto

Fonti:
1) Fanso, V. G. (1989). Cameroon History for Secondary Schools and Colleges, Vol. 1: From Prehistoric Times to the Nineteenth Century. Hong Kong: Macmillan Education Ltd. , pag. 84.
2) www.africarivista.it/camerun-come-aumentare-lemigrazione-dei-giovani-camerunesi-anglofoni
3) www.ilfattoquotidiano.it/migranti-dallafrica-solo-economici-no-ecco-i-paesi-da-cui-si-fugge-e-perche
4) www.africanouvelles.com/africains-de-la-diaspora/africains-de-la-diaspora/communautes-africaines/limmigrazione-camerunense-in-italia-una-ricerca-analitica-di-raymond-siebetcheu.html
5) www.vocedeiberici.it/camerun-alta-tensione-nel-nord-ovest

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.