In una primavera di occupazioni che sta coinvolgendo gli istituti secondari bolognesi, le manovre del preside del Minghetti vogliono essere esemplari nel silenziare il dissenso all’interno dello storico liceo classico: ma la risposta immediata di studentx e solidali pone già basi per ampliare la lotta, sul terreno della solidarietà e dell’opposizione a disegni politici repressivi che, partendo da Roma, coinvolgono tutto il territorio nazionale.
Quel che succede al Minghetti di Bologna esprime al meglio la cifra dei tempi: un’occupazione indetta contro le riforme dell’istruzione del governo Meloni, attraverso il ministero dell’istruzione e del merito presieduto dal ministro Valditara, contro ReArm Europe e la politica di guerra proposta da Ursula Von der Leyen e dall’Unione Europea nel congiunto delle sue istituzioni e contro il genocidio del popolo palestinese, si è conclusa con una trafila di denunce penali e minacce di sospensione ed applicazione del 6 in condotta per 12 studentx (tutt’ora anonimx), in un tentativo di intimidazione impensabile solo qualche anno fa.
Questi provvedimenti sono stati disposti dall’attuale preside del liceo classico bolognese, Roberto Gallingani: la miccia di una reazione a catena di indignazione e rabbia, oltre il recinto del corpo studentesco, è arrivata quando il collegio docenti ha votato, quasi all’unanimità, per l’approvazione del provvedimento. Alla notizia delle denunce, il collettivo del liceo, il quale, nel suo manifesto, ha ribadito la continuità con le mobilitazione degli scorsi anni contro il PCTO e l’alternanza scuola-lavoro, così come un’opposizione politica alle politiche repressive del governo espresse nella formula del DDL 1660, ha subito lanciato una raccolta firme per coloro che volessero esprimere la propria solidarietà con lx studentx bersagliatx.
In cinque giorni, sono state raccolte più di 10.000 firme, e alla raccolta si sono affiancati un appello di ex-minghettianx e uno, con più di cinquecento adesioni, della componente genitoriale, la quale inquadra l’azione del preside in una “rottura del patto educativo”. Per esprimere le proprie ragioni e rilanciare le basi della mobilitazione politica contro i progetti di governo e Unione Europea, lx studentx del Collettivo Minghetti hanno pubblicato un comunicato, in cui smentiscono le dichiarazioni pretestuose ed inconsistenti del dirigente scolastico, e hanno tenuto una conferenza stampa, in data primo di aprile, di cui si può sentire un estratto in questo video:
La mobilitazione studentesca sta continuando a montare, nel capoluogo emiliano: nonostante sia terminata l’occupazione del liceo Minghetti, si stanno tenendo su base semi-regolare assemblee interscolastiche per coordinare il più possibile un movimento che non può veramente dirsi “improvviso”, ma appunto che, almeno su certi fronti, mantiene contezza storica degli ultimi cinque anni di riattivazione contro le riforme dell’istruzione che altro non hanno fatto se non aggravare lo stato di disinvestimento, irregimentazione e precarizzazione del contesto scolastico.
Nella settimana in cui è partita la denuncia della repressione dellx studentx del Minghetti, altri tre istituti (Copernico, Laura Bassi e Arcangeli) sono entrati in occupazione, e le assemblee per rilanciare la mobilitazione studentesca del quattro di Aprile hanno coinvolto, tra gli altri, pure il Sabin ed il Belluzzi – Fioravanti. L’attivazione dei medi contro la riforma Valditara si inserisce in un contesto di crescente opposizione alla politica del governo su scuola ed università (in relazione con lo sviluppo di un comparto bellico all’altezza delle proposte di matrice continentale).
Si tratta di un’opposizione trasversale a tutto il mondo dell’istruzione: prosegue, infatti, il movimento dei precari dell’Università, ed i precari attualmente iscritti al nono corso TFA per il sostegno stanno costruendo nodi locali per coordinarsi in una lotta contro la scellerata istituzione dei corsi INDIRE ed il tentativo di aggravare ulteriormente la guerra tra poveri orchestrata per separare diverse categorie di sfruttati, che invece avrebbero solo che da condividere in un percorso di lotta, contro la precarietà trasformata in marchio distintivo dell’attuale assetto organizzativo dell’istruzione.
Di più, non si è mai veramente assopita l’opposizione studentesca universitaria contro il genocidio in Palestina (ricordato anche nei manifesti promossi dai collettivi di Minghetti e Laura Bassi), la quale ha posto con fermezza la totale opposizione all’ingresso dirompente di nuovi settori dell’economia di guerra nei nostri atenei, attraverso bandi e collaborazioni con l’entità sionista ed in generale le strutture e gli enti che rappresentano gli interessi dell’imperialismo occidentale nei luoghi del sapere.
In quest’ottica, sarà fondamentale riuscire a delineare un quadro comune del contesto dell’istruzione in Italia nel 2025, per collegare tutte queste lotte e mobilitazioni in un movimento che riesca a paralizzare l’intero impianto scolastico ed universitario e sfidare il governo Meloni e tutte le rappresentanze politiche dei capitalisti nostrani ed internazionali, che necessitano delle nostre braccia e dei nostri saperi per riformattare definitivamente la società in una grande macchina bellica.
Per questi motivi, lo strumento della solidarietà esprime un alto grado di potenziale politico attivo, oltre che passivo e difensivo: stringersi attorno alla comunità ribelle del Minghetti, oggi, vuol dire aprire spazi di confronto per costruire collettivamente le basi ed il programma di tale mobilitazione, e delineare prospettive future per allargare ulteriormente la lotta, incontrando le rimostranze di settori che, pur non inquadrabili nel comparto educativo pubblico, risentono spesso ancora di più delle conseguenze della politica del governo Meloni. Pertanto, come Voce delle Lotte, ci schieriamo compattamente a fianco dellx studentx del Minghetti di fronte a questo gravissimo atto intimidatorio e repressivo. Qui si può aderire alla raccolta firme organizzatx dalle studentesse e dagli studenti, qui i comunicati pubblicati nel corso dell’occupazione e in seguito ai provvedimenti disciplinari. Diffondiamo il materialx dellx studentx per non far sparire dalla discussione la loro prospettiva e la loro iniziativa, al cuore di questa dinamica.
Nel farlo, invitiamo tutte coloro abbiano aderito agli appelli, o che sentano come se lx avesse toccatx in qualsiasi maniera la profonda ingiustizia perpetrata dalla dirigenza scolastica alle 12 compagnx soggettx dei provvedimenti, a stringersi compattamente attorno a questa mobilitazione, perché lx studentx non solo non si trovino isolatx in una lotta giusta e fondamentale per la salvaguardia e la ricostruzione, su altre basi, dell’istruzione pubblica (come invece è successo in passato), ma anche per espandere ulteriormente il campo di questa lotta e far si che incontri le rivendicazioni di sempre più settori sociali sfruttati e oppressi dal sistema in cui ci troviamo. Verso e oltre lo sciopero studentesco del quattro aprile, costruiamo una mobilitazione indipendente, centrata sui metodi e sulle rivendicazioni dei lavoratori, delle lavoratrici e dellx studentx, contro riarmo, repressione ed il governo che li propone come unico orizzonte possibile per la nostra società.
Luca Otello Gieri
Nato a Toronto nel 1998, studente di scienze politiche all'Università di Bologna presso il campus di Forlì, militante della FIR e redattore della Voce delle Lotte. Cresciuto a Bologna, ha partecipato ai movimenti degli studenti e di lotta per la casa della città.