Un corteo di centinaia di lavoratori e solidali ha animato le strade di Tor Sapienza, periferia est di Roma, da piazza De Cupis al piazzale della fabbrica Peroni della capitale: i magazzinieri dello stabilimento, dopo un decennio di far west nell’applicazione dei minimi diritti sindacali dei lavoratori – pressoché tutti immigrati eritrei e somali – hanno alzato la testa, oltre quaranta di loro si sono organizzati in sindacato con il SI Cobas, e da mesi hanno aperto una vertenza seguendo l’esempio di decine di migliaia di altri lavoratori della logistica che hanno fatto saltare il tavolo della grande abbuffata di padroni, padroncini e finte cooperative. Oggi i lavoratori hanno sfilato per far conoscere al quartiere e alla città la loro lotta e le loro rivendicazioni.

Tanti lavoratori del SI Cobas Roma si sono uniti ai loro compagni in sciopero

Questi ultimi erano riusciti a imporre un sistema di supersfruttamento, assenza di diritti e precarietà tra i peggiori dell’economia italiana, approfittando delle particolari difficoltà di tanti lavoratori immigrati impiegati nel settore, i quali hanno sempre e comunque la tagliola del mancato rinnovo del permesso di soggiorno pronta a scattare causa perdita del posto di lavoro.

Intervento del coordinatore del Si Cobas Roma, Guglielmo.

Dopo la prima fase della lotta di questi facchini, la cooperativa che gestisce l’appalto del magazzino romano di Peroni, Master Jobs, ha disatteso gli accordi presi, mentre la grande azienda appaltante ha preso, in maniera inverosimile per non dire ridicola, le distanze da una situazione insopportabile che in realtà conosce benissimo e approva da tanti anni per fare ancora più profitto sulla pelle degli operai, in una situazione che già di per sé sarebbe rosea, rispetto all’andamento medio dell’industria in Italia.

Per questo, i lavoratori hanno deciso di andare in sciopero a oltranza per rigettare le minacce di licenziamento di massa ed esigendo il pieno rispetto degli accordi presi e del contratto nazionale della logistica, come tanti altri lavoratori hanno ottenuto con la lotta in tanti altri magazzini: il corteo di oggi è stato un passo per allargare la lotta, costruire solidarietà con altri lavoratori, giovani, inquilini in lotta e solidali della città, unire le rivendicazioni e convergere nella lotta comune contro i padroni e il loro apparato poliziesco e istituzionale, sempre schierato a difesa della grande proprietà.

Nel piazzale di via Birolli, di fronte alla fabbrica, oltre ai militanti del SI Cobas, sono intervenuti anche i compagni del movimento di lotta per la casa, che organizzano anche parecchi lavoratori immigrati che animano le lotte sindacali della capitale: da Roma est al centro della città, la lotta è una sola e deve continuare!

Da lunedì mattina riprende lo sciopero con picchetto dei lavoratori Peroni; come giornale militante e come Frazione Internazionalista Rivoluzionaria, insieme ai compagni e alle compagne del Coordinamento Studentesco Rivoluzionarie e di Il Pane e le Rose, siamo stati e saremo a fianco dei lavoratori in lotta: la lotta finisce quando vinciamo!

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.