Proprio in questi giorni si sono svolte le elezioni amministrative. Il dato certamente più significativo è stato il tracollo del Movimento 5 Stelle ed il ritorno dei partiti di centrodestra e centrosinistra. Ma chi viene dopo queste 3 compagini? Qual è il quarto polo del paese?

Mario Adinolfi non ha dubbi: il Popolo della Famiglia.

Mario Adinolfi, giornalista del quotidiano “la croce”, famoso per le sue posizioni su contraccettivi (che a suo dire non prevengono malattie veneree), sui transessuali (definiti “moderni ircocervi, uomini con finte tette di silicone che fanno solo tristezza”) e sulle donne (che, sempre a sue dire, devono essere sottomesse al marito), è il fondatore di un movimento politico ultracattolico, “il Popolo della Famiglia”, che difende la famiglia tradizionale da quelle che secondo lui sono nuove ideologie pericolose.

Per tutto il periodo della Amministrative, Adinolfi ha postato dalla sua pagina Facebook calcoli e percentuali che farebbero impallidire chiunque abbia qualche nozione di statistica. Infatti Adinolfi, con grande enfasi, dichiara che il Popolo della Famiglia è “l’ago della bilancia” e il “quarto polo del paese”.

 

La realtà per il piccolo partito cattolico (crede in qualcosa che non esiste), che combatte il gender (che altrettanto non esiste), è ben diversa: Adinolfi infatti ha presentato la sua lista, correndo da solo, solamente in 14 comuni di piccole dimensioni. Nonostante questo i risultati sono stati comuque molto scarsi. Il Popolo della Famiglia ha raccolto in totale solamente 8759 voti, registrando la massima percentuale (14.11%) nel comune di Goito, un comune Lombardo, nel Mantovano. A Goito, il partito del giornalista de “La Croce”, è comunque arrivato ultimo raccogliendo solamente 711 voti. Seguono poi altri risultati in comuni di pochi abitanti, in cui il Popolo della Famiglia non ha preso più di 400 voti. Accanto a risultati pseudo-veritieri, Adinolfi accosta anche risultati palesemente falsati come il caso di Alessandria in Piemonte. Il giornalista millanta infatti un 7% senza nemmeno preoccuparsi di dichiarare che il Popolo della Famiglia è in realtà dentro una coalizione e che il candidato Sindaco non è suo. Il risultato reale per il PdF ad Alessandria è solamente lo 0.84%.

Questi di seguito sono i risultati dichiarati da Adinolfi. Nel testo originale non erano presenti il numero di voti.

 

  • Goito: 14.86% – 711 voti;
  • Riolo: 14.38% – 355 voti;
  • Alessandria: 7.03% – in realtà lo 0,84% e 323 voti.
  • Zevio: 4.75% – 337 voti;
  • Teolo: 3.66% – 165 voti;
  • Verona: 3.36% – 3.723 voti;
  • Conegliano: 2.97% – 396 voti;
  • Crema: 2.93% – 379 voti;
  • Borgomanero: 2.77% – 259 voti;
  • Savigliano: 2.22% – 199 voti;
  • Padova: 1.56% – in realtà lo 0,27% e 245 voti;
  • Monza: 1.26% – 579 voti;
  • Grugliasco: 1.11% – 176 voti totali;
  • Genova: 0.39% – 912 voti

 

Per quanto riguarda i comuni dove il PdF si è presentato in coalizione, a Melito di Napoli, comune campano, un trionfante Popolo della Famiglia dichiara che “la coalizione di liste civiche con IL POPOLO DELLA FAMIGLIA unico partito, grazie a uno specifico programma elettorale con al centro la famiglia, porta il proprio candidato sindaco Pierino D’Angelo al ballottaggio di Domenica 25 Giugno, superando di ben 18 punti il PD che aveva candidato addirittura il segretario provinciale nonché sindaco uscente e di oltre 16 punti il candidato della lista del sindaco di Napoli De Magistris.”

La frase in sé è da luogo a cattive interpretazioni.

Infatti a Melito il centrosinistra ha sbaragliato il centro destra portando a casa un 48.71% con un colizione di liste civiche e partiti socialisti che non comprendevano De Magistris ed il partito democratico. Il centrodestra, d’altro canto, ha preso il 29.12%., candidandosi quindi al ballottaggio. Ed il Popolo della Famiglia? 200 voti, 1.16%. Inoltre c’è da considerare che il partito di Adinolfi non si è presentato da solo alle elezioni ma in coalizione con il comitato “Terra Nostra” di Giorgia Meloni.

 

L’insieme di tutti questi calcoli allucinati porta a Adinoldi a dichiarare tronfio dalle pagine del quotidiano “la Croce” che “il Popolo della Famiglia dimostra con le amministrative2017 d’essere un movimento radicato e popolare, che ha la soglia di sbarramento nazionale del 3% alle politiche già dentro al mirino.” Inoltre prosegue con “I candidati sindaco del Popolo della Famiglia hanno ottenuto oltre centomila voti nei 35 comuni in cui ci siamo presentati.” La realtà dei fatti però è ben diversa. Il Popolo della Famiglia, infatti, dentro alle coalizioni scompare, portando a casa qualche centinaio di voti. Se sommiamo infine tutti i voti presi unicamente dal Popolo della Famiglia (non considerando quindi il voto di tutta la coalizione come voto al PdF), il risultato e di 10 volte inferiore a quello dichiarato.

Nonostante il tentativo di gonfiare un risultato in sé molto modesto, assistiamo comunque ad una crescita di consensi del Popolo della Famiglia. Come sappiamo, questo movimento, fa proprie tesi discriminatorie e omofobe, che seminano divisioni all’interno dei lavoratori e degli oppressi. L’omofobia è un veleno ideologico che serve a dividere gli sfruttati. Su questo piano il movimento LGBTQI deve portare la battaglia: unire la lotta all’omofobia a quella per il lavoro e contro lo sfruttamento. Soltanto attraverso la conquista di potere economico, di tempo e ruolo sociale è possibile emancipare chi oggi è discriminato. Soltanto dando a questo settore di oppressi una prospettiva di potere dei lavoratori si potrà porre in essere la costruzione di una società senza discriminazioni di sorta.

Adelchi

 

 

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.