La sinistra borghese ed una parte della cosiddetta “sinistra antagonista” dei centri sociali, hanno da tempo intrapreso un percorso che li ha portati ad avere come riferimento politico e morale la figura del Papa, considerato a loro dire un simbolo dell’amore verso i poveri del mondo, verso i migranti, un baluardo contro la corruzione e la guerra nel mondo.
Tra questi moderni seguaci della filosofia del nuovo cristianesimo sociale – impersonificato nelle figura dell’attuale Papa – e di quelli che hanno voluto vedere nel cristianesimo un punto di incontro con i principi di un socialismo cristianeggiante e, così pure di tutti quelli che hanno ravvisato nella figura di Cristo il primo “socialista” della storia, emblematica è la storia politica degli ultimi anni del centro sociale “Leoncavallo” che nell’ottobre del 2014, insieme ad altre organizzazioni politiche, furono ricevute in Vaticano ottenendo la benedizione di Francesco. Ma, ad onor del vero, va chiarito che il centro sociale “Leoncavallo” non è stato il primo e, ne tantomeno sarà l’ultimo, dei seguaci di quella filosofia apertamente reazionaria, ben descritta da Marx nell’ultima parte del Manifesto del Partito Comunista, prima ancora ritroviamo tra questi nuovi “chierici” anche Fausto Bertinotti che fu uno dei più discussi segretari di Rifondazione Comunista, approdato poi definitivamente a Comunione e Liberazione.
E purtroppo si assiste, negli ultimi anni anche da parte di chi apertamente si dichiara comunista, alla ricerca di un appoggio morale da parte del Vaticano e del Papa, nelle questioni politico/sindacali e nelle controversie che riguardano il mondo del lavoro, in particolare nei casi di licenziamento e di discriminazione sul lavoro.
Una sottomissione ai vertici della Chiesa che dà il senso delle condizioni in cui è ridotta la cosiddetta sinistra antagonista, non solo in Italia ma nel mondo.
E’ bene qui ricordare – in particolare per coloro che hanno perso la memoria storica – che tutti i Papi ed i vari organi religiosi che si sono succeduti nei millenni ai vertici del Vaticano, sono stati e sono a tutt’ora i rappresentanti di quella religione che è un bastione contro la scienza e contro ogni forma di progresso sociale. La religione è il fortilizio feudale che si oppone da sempre all’emancipazione della donna, che ha protetto e protegge preti pedofili, che vive di privilegi e che per decenni attraverso lo IOR è stato un paradiso fiscale per speculatori ed affaristi di vario genere.
La Chiesa da sempre ha avversato il diritto all’aborto ed all’autodeterminazione della donna, ha considerato questa il simbolo del peccato, ha per secoli perseguito, condannato e messo al rogo centinaia di donne, ne ha osteggiato ed impedito l’emancipazione e ne ha ostacolato l’entrata nel mondo del lavoro. Si è opposta ai matrimoni che non fossero quelli tradizionali, ha perseguito gay, lesbiche, transessuali, ma ha difeso i suoi Cardinali che avevano abusato di bambini, coprendone i crimini.
Tra i privilegi della Chiesa, amorevolmente concessi dallo Stato, in cambio di quell’indottrinamento ideologico che mantiene i proletari in una condizione di sottomissione, annoveriamo non solo l’8 per 1000 che lo Stato italiano raccoglie per conto del Vaticano, utilizzato in gran parte per la ristrutturazione delle chiese e per il sostentamento del clero e solo in piccolissima parte per le cosiddette “opere di bene”, ma anche tutta una serie di favori economici che vanno dall’esonero del pagamento delle tasse sugli immobili – non solo quelli che sono adibiti a culto ma anche di quelli adibiti ad uso commerciale – al pagamento della fornitura di acqua, luce, gas, spazzatura ecc. per un importo che supera abbondantemente i 6 miliardi di euro. Questi importi sono pagati di conseguenza dalla collettività ed in grandissima parte quindi dai proletari che non hanno possibilità di evadere il fisco come invece fanno normalmente i grandi capitalisti.
Riportiamo qui di seguito una tabella delle agevolazioni ed i privilegi che da anni sono concessi alla Chiesa:
Già da solo questo basterebbe per rendersi conto di come le presunte dicerie di una Chiesa al servizio dei poveri e per i poveri, od anche del nuovo corso di Papa Francesco siano un falso eclatante. Non c’è nessuna Chiesa che sia mai stata al servizio dei poveri.
L’invito che il Papa, a suo tempo confezionò per la stampa, che ogni parrocchia diventasse luogo di accoglienza dei migranti è praticamente caduto nel vuoto, anzi molte famiglie che si sono rivolte ai parroci delle varie diocesi per una accoglienza si sono ritrovate di fronte ad un categorico rifiuto.
Ma non dobbiamo e non possiamo tra l’altro dimenticare le innumerevoli azioni di sfratto che il Vaticano ha compiuto nei confronti di inquilini indigenti impossibilitati a pagare qualche canone arretrato. Le lotte che hanno visto i poveri doversi difendere dall’arroganza della Chiesa, la quale ha utilizzato spesso anche le sue amicizie con Magistrati e politicanti per cancellare il diritto alla casa per le famiglie di proletari.
Come si potrebbe dimenticare le intromissioni del Vaticano nei programmi scolastici che hanno tentato di disconoscere le teorie evoluzionistiche, ma anche i sui capitali investiti nei peggiori traffici economici, gli scandali finanziari dell’allora Cardinale Marcinkus, dei rapporti con il finanziere Calvi e del Banco Ambrosiano ed anche quelli con la banda della Magliana e con il criminale Enrico De Pedis detto “Renatino” tumulato nella basilica di Sant’Apollinare in Roma e poi successivamente rimosso.
E che dire inoltre dell’appoggio del Vaticano e di Wojtyla al criminale Pinochet oppure agli Utascia croati ed ai regimi fascisti in Europa.
Tutto questo sembra essere passato invano e sembra essere stata sufficiente qualche dichiarazione di amore verso i poveri per far commuovere gran parte della sinistra italiana che non fa mistero di simpatie verso il Papa, una sinistra ormai genuflessa e prona verso una istituzione reazionaria e che è nemica dei lavoratori anche quando all’apparenza sembra sostenerne le lotte e commiserare i poveri per le loro disgrazie.
La religione invita i proletari a porgere l’altra guancia di fronte alle ingiustizie ed a pregare ed a sperare nel premio divino dopo la morte. Il proletariato in questo modo perde la propria dignità, si impoverisce e si degrada sempre più e la Chiesa così realizza il suo compito, cioè quello di tenere il proletariato in una condizione di sottomissione e di asservimento alle regole della Borghesia, ricevendone in cambio vantaggi e privilegi.
Il compito della classe dei proletari non è quello di inginocchiarsi al clero sperando in una improbabile grazia “divina”, ma quello di cancellarlo dalla Storia espropriando non solo i suoi beni ma anche quelli di tutta la Borghesia, mettendoli a disposizione della classe degli sfruttati, cancellando così ogni sottomissione sia economica che “spirituale”.
Di Salvatore Cappuccio