Riprendiamo, con questa stesura di appunti, la riflessione sul libro “Materialismo ed empiriocriticismo”, di cui abbiamo già pubblicato la prima, la seconda, la terza, la quarta, la quinta , la sesta e la settima parte.

In questa opera Lenin smaschera progressivamente il carattere idealista dell’empiriocriticismo, cioè del machismo (dal fondatore di questa dottrina, Ernst Mach).


Esiste una realtà obiettiva?

Bagdanov afferma che il marxismo implica la negazione dell’obiettività assoluta di ogni e qualsiasi verità, la negazione di tutte le verità eterne (Empiriomonismo libro III pagine 4-5).

Che cosa significa obiettività assoluta? Secondo Bogdanov la verità eterna è una verità obiettiva ammettendola nei limiti di un’epoca determinata.

In sostanza: esiste una verità obiettiva cioè indipendente dal soggetto, quindi dal genere umano? Inoltre e rappresentazioni umane, che esprimono una verità obiettiva, possono esprimere questa verità integrale o solo in maniera relativa? Secondo Bogdanov la verità è una forma ideologica, una forma organizzatrice dell’esperienza umana, quindi non ci può essere una verità indipendente dal soggetto, dall’umanità. Per tali ragioni non può esistere una verità obiettiva. Ma, sostenendo questo, si passa nel campo dell’agnosticismo e del soggettivismo. Le scienze naturali non permettono di porre questo dubbio: ad esempio l’esistenza della Terra prima dell’uomo è una verità. Tale circostanza è compatibile anche con la teoria materialistica della conoscenza: l’esistenza di ciò che è riflesso indipendente da ciò che riflette. Pertanto l’affermazione di Bogdanov, per la quale la verità sia una forma organizzatrice dell’esperienza umana, mette in dubbio l’esistenza della Terra all’infuori di ogni esperienza umana. Allo stesso modo, seguendo il ragionamento di Bogdanov, anche la religione cattolica sarebbe una verità, perché forma organizzatrice dell’esperienza umana. Qui per uscire dal pantano in cui si è cacciato, Bogdanov dà il meglio di sé. Sostiene quindi che la base dell’obiettività deve trovarsi nell’esperienza collettiva, quindi deve fondarsi sulla concordanza del giudizio di diversi uomini. In generale afferma che il mondo fisico è l’esperienza socialmente organizzata o coordinata. Ma il problema di questa affermazione è che il mondo fisico esiste indipendentemente e prima dell’uomo, anteriormente a che l’uomo si organizzasse socialmente. Questa di Bogdanov è quindi un’affermazione idealistica. Bogdanov poi continua sostenendo che l’esperienza obiettiva e l’esperienza sociale non sono la stessa cosa, perché se per un dato gruppo esiste una credenza (ad esempio gli gnomi e gli spiriti per i contadini) non è detto che tale idea venga accettata nella restante esperienza collettiva. Ma anche questa definizione di Bogdanov non è sostenibile. La religione cattolica, ad esempio, è socialmente organizzata, armonizzata e coordinata, ma non per questo si fonde con le esperienze scientifiche. Questa negazione della verità obiettiva da parte di Bogdanov si armonizza solo con il fideismo. Questo perché il fideismo contemporaneo non respinge la scienza, ma solo le pretese di conoscere la verità obiettiva. Quindi se, come la pensano i materialisti, la verità obiettiva esiste e soltanto le scienze naturali sono in grado di darci la verità obiettiva, allora si respinge ogni tipo di fideismo. Se la verità viene intesa come una forma organizzatrice dell’esperienza umana si ammette l’oscurantismo clericale.

Abbiamo quindi dimostrato che la negazione della verità obiettiva da parte di Bogdanov non è una deviazione del machismo, ma il suo risultato inevitabile. Questo perché il solipsista, l’idealista soggettivo e il materialista riconoscono sì le sensazioni come fonte delle nostre conoscenze. Ammesso il primo postulato della teoria della conoscenza (l’unica fonte delle nostre conoscenze sono le sensazioni) Mach crea confusione con il secondo postulato, per il quale si ammette che la realtà obiettiva è data all’uomo dalle sue sensazioni. In questo caso se si parte dalle sensazioni, seguendo la linea del soggettivismo si approda inevitabilmente al solipsismo (i corpi sono complessi di sensazioni), mentre seguendo la linea dell’oggettivismo si arriva al materialismo (le sensazioni sono immagini del mondo esterno). Ma per l’agnosticismo, l’idealismo soggettivo, la verità non può esistere. Mentre per il materialismo è essenziale il riconoscimento della verità obiettiva.

Allo stesso modo Engels definisce Kant e Hume filosofi che negano la possibilità di una conoscenza del mondo. Kant accusa il materialismo di essere un sistema coerente di empirismo. Kant scrive “Per l’empirismo l’esteriore è il vero … tuttavia si nega la possibilità di conoscerlo si afferma la necessità di attenersi esclusivamente a ciò che appartiene alla percezione … la materia è ciò che è veramente obiettivo”. Ogni conoscenza proviene dall’esperienza, dalle sensazioni dalle percezioni. Ma la realtà obiettiva appartiene alle percezioni ed essa è la fonte delle percezioni? Se si risponde affermativamente si è materialisti, contrariamente si nega la conoscibilità della cosa in sé (come Kant) o che si neghi l’idea della cosa in sé (Hume). Quindi seppure Kant e Hume chiamino metafisici i materialisti, loro possono essere definiti agnostici. L’agnostico infatti sostiene : non so se esiste una realtà obiettiva riflessa dalle nostre sensazioni e affermo che è impossibile saperlo. Di qui la negazione della verità obiettiva degli agnostici che fa largo al fideismo ed alla religione. Allo stesso modo degli agnostici Mach e Avenarius, ma con parole nuove, sostengono che i corpi sono complessi di sensazioni e, se le sensazioni le ribattezzano con il nome di elementi, se ne può concepire l’esistenza indipendentemente dai nostri organi dei sensi! Inoltre i machisti, seppur proclamino piena fiducia alla testimonianza dei nostri organi dei sensi, non ammettono nella loro filosofia la realtà obiettiva indipendente dall’uomo, come fonte delle nostre sensazioni, entrando così in contraddizione con le scienze naturali.

Ma tutto ciò contrasta con il concetto filosofico di materia: categoria filosofica che serve a designare la realtà obiettiva che è data all’uomo dalle sue sensazioni. Tale concetto non può invecchiare, come sostengono i machisti sulla base delle nuove scoperte scientifiche d’inizio secolo. La questione dell’ammettere o negare il concetto di materia è per l’uomo una questione di fiducia nella testimonianza dei propri organi dei sensi. Pertanto vale la pena concludere con una citazione di Feuerbach: “la mia sensazione è soggettiva, ma la sua base o causa è obiettiva”. Prendendo quindi come punto di partenza il mondo sensibile, da esso considerato come ultima verità obiettiva.

Sirio Stivalegna

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.