Non molto tempo fa è stata lanciata la versione 2.0 della piattaforma Rousseau, definita “sistema operativo del movimento 5 stelle”. Chiaramente non si tratta di un sistema operativo vero e proprio in quanto, nel lessico informatico, il sistema operativo è quel software che gestisce tutte le risorse della macchina. Tuttavia, anche se non tecnicamente perfetta, la definizione, però, ben descrive lo scopo della piattaforma Rousseau: gestire gli iscritti del Movimento. Il verbo “gestire” potrebbe essere invece più propriamente sostituito con il verbo “controllare”. La piattaforma Rousseau dovrebbe essere infatti il luogo in cui si eserciterebbe – secondo il M5S – la democrazia diretta del Movimento; democrazia che dovrebbe svolgersi, per essere “totalmente imparziale e sicura” in uno spazio controllato dal Movimento stesso.

 

Tuttavia basta un’occhiata per rendersi conto che, dietro alla piattaforma Rousseau, si cela la Casaleggio Associati, azienda fondata dal Guru Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 Stelle. Infatti il dominio stesso è registrato a nome dellla Casaleggio Associati e l’amministratore è un dipendente della Casaleggio stessa (sviluppatrice inoltre della piattaforma). Di conseguenza ci troviamo davanti a una situazione curiosa: la cosiddetta democrazia diretta del Movimento 5 Stelle è gestita completamente da un’azienda privata. Si potrebbe tuttavia obiettare che questo non è sufficiente a tacciare il Movimento di farsi promotore di una democrazia viziata, ad uso e consumo delle aziende private che lo supportano; la Casaleggio Associati potrebbe essere un’azienda che sostiene il progetto senza alcun legame diretto con la politica del Movimento.

 

Tuttavia questa ipotesi risulta falsa in quanto la Casaleggio ha già dimostrato in passato un’enorme ingerenza negli affari interni del Movimento. Nel 2013 gli stessi parlamentari 5 Stelle avevano sentito la necessità di sfuggire al controllo della Casaleggio Associati, commissionando la realizzazione di una piattaforma indipendente denominata “parlamentari5stelle.it”, che servisse da spazio di archiviazione interno e privato per i parlamentari del Movimento. Questa piattaforma, di proprietà del gruppo parlamentare, aveva l’obiettivo di garantire la privacy ai suoi utenti; sulla piattaforma erano presenti infatti indirizzi di posta elettronica e informazioni personali di deputati e senatori. Tuttavia i parlamentari si resero presto conto che qualcuno stava spiando le loro conversazioni, quando la posta di una giovane deputata emiliana Giulia Sarti, fidanzata con l’espulso contestatore di Casaleggio, Giovanni Favia, fu violata. Furono infatti diffusi stralci di conversazioni e foto private, informazioni che non dovevano essere teoricamente accessibili da nessuno. I parlamentari, allarmati dalla situazione, affidarono ad un’azienda: la WR network SRL, fornitrice di servizi per la Casaleggio (anche se nessuno ancora lo sapeva) il compito di testare la sicurezza della piattaforma. Al tecnico venne fornito un accesso limitato al sistema, in quanto il suo compito era solamente quello di testarne la sicurezza. Tuttavia, su indicazione della Casaleggio, il capogruppo 5S Paola Carinelli e il capo della comunicazione Ilaria Loquenzi, fornirono al tecnico un acceso completo al sistema. Per ragioni non molto chiare il tecnico iniziò quindi a smantellare l’intera piattaforma, effettuando anche modifiche completamente arbitrarie delle credenziali d’accesso.

 

L’intera vicenda culmina con una lettera firmata “lo staff di Beppe Grillo”, in cui si affermava che “il sistema non è più ripristinabile e che deve essere reinstallato”. Oggi parlamentari5stelle.it non esiste più e il tutto è rientrato sotto l’occhio vigile e attento della Casaleggio Associati: un tentativo di indipendenza presto soffocato. La piattaforma Rousseau è stata costruita proprio in quest’ottica: la sicurezza non è una priorità, la priorità è avere il pieno possesso e controllo di tutte le informazioni degli utenti. Infatti i database della Casaleggio Associati contengono tutte le informazioni sensibili degli utenti: nomi, indirizzi, abitudini, inclinazioni e scelte di voto precedenti.

 

Tutte queste informazioni, se liberamente accessibili da un grande occhio attento e vigile (molto probabilmente un software elaboratore di dati), riducono la democrazia ad un semplice esercizio statistico. Infatti se in un futuro si discuterà mai di una possibile riforma della tassazione con introduzione di una “flat tax” (tassazione non proporzionale), basterà guardare quanti utenti si sono espressi in passato in favore di tassazioni simili, per avere una stima del risultato elettorale. Poi, se mancherà il quorum, sarà necessario accompagnare la votazione sulla “flat tax” con una votazione anche su altri argomenti che interesseranno una quantità di persone tale da raggiungere il quorum anche per la riforma della tassazione. Questo porta la persona a diventare un numero, una semplice variabile statistica da manipolare e prevedere secondo i propri bisogni. Tuttavia l’eccessiva facilità di accesso ai dati degli utenti e una certa superficialità sul fronte della sicurezza, hanno portato alla creazione di una piattaforma fortemente vulnerabile ad attacchi esterni. Infatti, non meno di 24 ore dalla presentazione della nuova versione della piattaforma Rousseau, il sistema è stato bucato da due hacker, costringendo il Movimento a sospendere tutte le consultazioni online.

Il mese di agosto sarà per la Casaleggio un periodo in cui si dovranno riparare tutte le falle del sistema, e mettere in sicurezza una piattaforma che, per il momento, si è dimostrata tutt’altro che sicura. Oltrettutto si avvicina il momento in cui si dovrà scegliere il candidato premier e la partecipazione online sarà massicia. Dunque per la governance della Casaleggio Associati, quando arriverà il momento, tutto dovrà filare liscio.

 

Adelchi

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.