Le vicende dell’occupazione di piazza Indipendenza a Roma sono giunte questa mattina ad una svolta. Una svolta all’insegna della più cruda repressione, che ha imposto lo sgombero totale di tutti gli occupanti, tutti o in gran parte rifugiati.

Data la forte presenza di donne, anziani e bambini, la stessa polizia aveva fatto rientrare una parte di loro il giorno stesso dello sgombero di cinque giorni fa. Un’altra parte ha dormito in piazza, senza alcun accesso a servizi di alcun genere. La situazione è poi degenerata negli ultimi due giorni. Gli occupanti hanno resistito fino alla fine alla violenza dello stato borghese; ci sono state cariche sia ieri che oggi, diversi fermi e persino l’episodio paradossale di un rifugiato strattonato e prelevato nel mezzo di un intervista per La7. Oggi nel primo pomeriggio si è raggiunto il culmine dell’azione repressiva che ha visto, dopo l’utilizzo degli idranti per liberare l’imbocco di piazza indipendenza, una violenta e prolungata carica fin davanti la stazione di Roma Termini.

Il volto della repressione l’hanno visto anche le avanguardie politiche e di lotta presenti al presidio. La Digos si è prodigata in controlli, fermi ed intimidazioni, col chiaro scopo di spezzare il cerchio di solidarietà attorno agli occupanti e più in generale ai migranti. Migranti che attualmente sono, non a caso, una delle parti più combattive del proletariato in Italia e non solo.

Se la politica di sgomberi irresponsabili e indiscriminati è un trend ormai acquisito nella Capitale dai tempi di Marino, crediamo che in questo caso particolare sia difficile non vedere una “attenzione” particolare, politica e classista, che ha subito una precipitazione questo agosto sulla spinta del Ministero dell’interno di Minniti.

Sabato 26 agosto alle ore 16 a piazza dell’Esquilino, a poche centinaia di metri dai fatti di oggi, si terrà il corteo per il diritto alla casa.

Redazione