Due assassinii politici e due grandi personalità rivoluzionarie del XX secolo. La Rosa e il Leone: l’opera di un pittore italiano su due vite che s’incrociano.

Nel 1972 il pittore italiano Giangiacomo Spadari presentò “La rosa e il leone”, una mostra sugli assassinii di Rosa Luxemburg e Lev Trotsky. In una biblioteca di Madrid mostrò un esemplare del libro, edito dalla Galleria Schwartz di Milano in occasione dell’esposizione. Venti lavori del pittore italiano sulle figure delal Luxemburg e di Trotsky, sugli assassinati e sugli assassini.

La mostra grafica combinava fotografie, tecniche di solarizzazione e una esplosione di colori, intrecciando piani e aprendo una riflessione sulle affinità elettive di queste due grandi personalità rivoluzionarie del secolo XX.

 

Gli assassinii

La Rosa rossa

Un colpo con il calcio del fucile sopra la testa, un grido, lei che resiste. Un colpo alla nuca spegne la sua vita. Rosa Luxemburg. “Una delle menti più brillanti tra gli eredi scientifici di Marx e Engels”, ebbe a dire di lei Franz Mehring. Che fosse una donna colei che portasse questa mente sugli uomini era una offesa maggiore per i suoi nemici.

Annichilire la Rosa rossa e Karl Liebknecht: la voce e il fuoco della rivoluzione per le strade di Berlino. Il 15 di gennaio del 1919 il corpo di Rosa fu trovato nel fiume. Quella notte invernale affogava nell’oscurità e il suo cadavere apparse solo vari mesi dopo. Lo stesso trattamento ricevette Liebknecht, l’uomo che si sollevò su una tribuna per sfidare il tradimento socialdemocratico e attaccare la carneficina imperialista.

I soldati del Freikorps eseguirono i crimini, ma il governo dei socialdemocratici Noske e Ebert furono a muoverli. Volevano chiudere con l’insurrezione dei consigli operai, tagliandogli la testa. Le calunnie precedenti, le campagne contro “Rosa la sanguigna”, leader degli spartachisti, prepararono il terreno.

Il Leone indomabile

Un 20 di agosto del 1940 una serpe inviata da Stalin eseguì la propria missione. “In questo pomeriggio del 20 agosto, un killer della GPU o NKVD, di cui la sola menzione delle sue iniziali farebbe tremare ogni cittadino sovietico, ha compiuto un piano perfido e traditore accuratamente studiato.

Sotto il presto di correggere un articolo, l’assassinò poté accedere allo studio del fondatore dell’Esercito rosso. Quando i due uomini si ritrovarono da soli, l’assassino lo attaccò alle spalle, brandendo un piccone affilato con manico corto, di quelli utilizzati dai montanari. In pochi secondi, fu ucciso uno dei più celebri e brillanti lottatori per la causa del socialismo”, scrisse tempo dopo Estaban Volkov, nipote di Lev Trotsky. Un urlo assordante scosse l’ultimo rifugio di Lev in Messico, dopo aver attraversato oceani e frontiere. Tutti accorsero per aiutarlo, ma egli dette ordine di catturare l’assassino per interrogarlo.

Come una ripetizione tragica, ma aumentata da quel crimine che prima commesse la socialdemocrazia, la burocrazia stalinista ordina e pianifica l’assassinio di Trotsky, come fine del processo di annichilimento massivo di rivoluzionari e oppositori nell’URSS e nell’Internazionale. Entrambi gli assassini furono organizzati dalla burocrazia nata in seno al movimento operaio, ma divenuta agente dello Stato capitalista nelle sue fila per preservare l’ordine.

Alcuni dei dipinti di Spadari ritraggono l’assassino di Trotsky, Ramòn Mercader, addestrato dagli stalinisti in Spagna e arruolato a Mosca. Una delle opere di Spadari s’intitola “Il mandante” e mostra Stalin alla destra del suo sicario.

Gli amici

Rosa Luxemburg nacque il 5 marzo del 1871, lo stesso anno della Comune di Parigi. Morì assassinata a 47 anni a Berlino. Cominciò a militare a 15 anni nel movimento socialista polacco e poco dopo divenne una delle rivoluzionarie più importanti di tutto il XX secolo.

Al suo funerale presenziarono migliaia di lavoratori e lavoratrici. In una delle sue opere, Spadari applica la tecnica della solarizzazione e assembla le fotografie del funerale di Rosa Luxemburg: una moltitudine nelle strade che omaggia la rivoluzionaria. In altre opere appaiono Rosa e Liebknecht, frammenti della città, gli operai insorti a Berlino.

Nel 1940 una moltitudine di più di 100.000 lavoratori scende nelle strade del Messico per tenere vivo il ricordo del grande dirigente, assieme a Lenin, della Rivoluzione russa, l’organizzatore dell’Esercito rosso, l’instancabile rivoluzionario, il principale nemico della burocrazia. Nell’opera di Spadari appaiono il profeta armato e il profeta disarmato (allusione all’opera biografica di Deutsher), Trotsky e Lenin, la tomba di Trotsky a Coyocàn.

Frammenti che si sovrappongono nella potente opera grafica dell’artista italiano, che con molte teste vuole superare le due dimensioni su tela per proiettare un’immagine con profondità storica.

Affinità elettive

In occasione della Rivoluzione russa, Luxemburg abbozzò un lavoro molto critico sugli avvenimenti, che terminava con parole di ammirazione e affinità per l’opera dei bolscevichi:

Lenin, Trotsky e i loro amici furono i primi, quelli che si misero alla testa come esempio per il proletariato mondiale: sono comunque gli unici, fino ad oggi, che possono rivendicare:”Ho osato!” Questo è l’essenziale e perdurante nella politica dei bolscevichi.

Poco dopo, nel gennario del 1919, Lev Trotsky si vide obbligato a scrivere un amaro articolo sugli assassinii di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg:

Assieme a Karl Liebknecht, il nome di Rosa Luxemburg sarà ricordato per sempre nei fasti del movimento rivoluzionario universale. Conoscete la leggenda sui santi e sulla loro vita eterna? Queste storie si basano sulla necessità che hanno gli uomini di conservare la memoria di chi, come leader, l’hanno servita in maniera onesta e verace; necessitano immortalarli avvolgendoli in un’aureola di purezza. Compagni, noi non abbiamo necessità di queste leggende; non abbiamo bisogno di canonizzare i nostri eroi, ci basta la realtà dei fatti che stiamo vivendo, di per sè leggendari, come prova manifesta dello spirito dei nostri dirigenti e forgia i caratteri che si distinguono dal resto dell’umanità.

La Rosa e il Leone: due vite che si dividono nella lotta per la rivoluzione e la battaglia contro la burocrazia, due figure eroiche e profane del nostro tempo, che ispirano le nuove generazioni.

L’opera di Spadari, praticamente sconosciuta nelle ultime decadi, rappresenta una viva rivendicazione attraverso gli occhi di un artista e la riflessione sulla convergenza, profonda e contraddittoria, tra l’arte e la rivoluzione.
A 77 anni dall’assassinio di Lev (e 98 anni da quello di Rosa), un bellissimo omaggio.

 

Josefina L. Martinez

Traduzione da izquierdadiario.es

Nata a Buenos Aires nel 1974. È una storica (UNR). Autrice del libro Revolucionarias (Lengua de Trapo, 2018), coautrice di Cien años de historia obrera en Argentina (Ediciones IPS). Vive a Madrid. Scrive per Izquierda Diario.es e altri media e milita nella corrente femminista internazionale Pan y Rosas.