Proponiamo di seguito una serie di letture dedicate alla figura del grande rivoluzionario russo Vladimir Lenin, morto esattamente 100 anni fa, il 21 gennaio 1924.


Il 21 aprile 1924, dopo molti mesi passati tra febbrile attività politica e agonia, colpito da tre ictus nell’arco di un anno, moriva Vladimir Il’ič Ul’janov, passato alla storia col suo soprannome più famoso di Lenin.

Emerso tra i militanti della seconda generazione di marxisti dell’impero russo, dopo il 1903 fu il principale dirigente della corrente dei bolscevichi nel socialismo russo. Al momento della Rivoluzione di Febbraio del 1917, quando gran parte dei capi e dei partiti socialisti europei erano da anni impegnati a sostenere i rispettivi Stati nel massacro della Prima Guerra Mondiali, i bolscevichi erano diventati un partito separato dalle correnti “socialiste” che appoggiavano lo zar nella guerra contro la Germania e i suoi alleati, o che intendevano continuare la guerra purché si instaurasse un governo “democratico” borghese.

Lenin, insieme a Lev Trotsky, impersonificò il proseguimento della rivoluzione russa fino all’obiettivo che il marxismo aveva sempre rivendicato, almeno sulla carta: la presa del potere politico da parte della classe operaia stessa, in alleanza con la grande massa della popolazione subalterna – in quel caso, la sterminata maggioranza di contadini dell’impero russo.

Non si trattava di “fare un colpo di Stato”, come hanno continuato a dire i critici borghesi e i “progressisti” anti-rivoluzionari, ma di risolvere le profondissime crisi sociali causate dalla classe capitalista, dalla piccolissima minoranza di ultraricchi che domina la società, anche quando si presenta in forma parlamentare-democratica, applicando una democrazia superiore.

Questa democrazia aveva già mostrato la sua forma con la Comune di Parigi e con la prima rivoluzione russa: consigli di lavoratori, disoccupati, contadini, aperti a tutti, indipendentemente dalle idee e dalle appartenenze sindadali e politiche, espressione della mobilitazione e della lotta stessa della classe lavoratrice e di tutti gli sfruttati.

Sconfitta la controrivoluzione, che scatenò una sanguinosissima guerra civile, Lenin si impegnò letteralmente fino a che ebbe respiro per ricostruire un partito della rivoluzione socialista mondiale, e per far avanzare verso una società socialista vera e propria i paesi raccolti nell’Unione Sovietica, perlopiù rimasti a condizioni economiche e sociali molto arretrate, se comparate con quelle dei paesi europei più sviluppati.

Vladimir Lenin ha lasciato un patrimonio enorme di pensiero e di azione politica da (ri)scoprire per pensare a un’uscita anticapitalista, centrata su una democrazia superiore, dalla crisi a cui il capitalismo ha portato l’umanità, con la minaccia sempre più concreta di guerre devastanti e di una catastrofe climatica apocalittica per l’intero genere umano.

Il pensiero e l’azione di Lenin e dei marxisti rivoluzionari non sono “lettera morta”, ma guida per l’azione di fronte a un mondo che, non molto diversamente da 100 anni fa, propone un’alternativa tra guerra e catastrofe ambientale da una parte, e riorganizzare la società in tutto il mondo secondo i nostri stessi bisogni e non la sete di profitto delle aziende: il socialismo.

Chiudiamo questa introduzione ad una selezione di letture di e sul grande rivoluzionario russo con un passaggio scritto da Rosa Luxemburg nel suo La rivoluzione russa, alla luce degli eventi della Rivoluzione d’Ottobre:

Nel periodo attuale, in cui ci troviamo di fronte a lotte finali decisive in tutto il mondo, il problema più importante del socialismo era ed è la questione scottante del nostro tempo. Non si tratta di questa o quella questione secondaria di tattica, ma della capacità d’azione del proletariato, della forza di agire, della volontà di potenza del socialismo in quanto tale. In questo, Lenin, Trotsky e i loro amici furono i primi, quelli che si misero alla testa come esempio per il proletariato mondiale: sono comunque gli unici, fino ad oggi, che possono rivendicare: ”Ho osato!”.

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Le Tesi d’aprile di Lenin: non un reperto storico, ma un esempio di politica rivoluzionaria

a cura della redazione

L’attualità di “Stato e rivoluzione” di Lenin

di Matias Maiello

Il terrore del “trotskismo” delle Tesi d’aprile di Lenin, nel 1917 e oggi

di Giacomo Turci

Fra egemonia e avanguardia: il Lenin di Guido Carpi, il nostro Lenin

di Marco De Leone

Lenin: le basi economiche dell’estinzione dello Stato

 

Lenin: qual è il significato degli scioperi nella lotta operaia?

 

Lenin: Karl Marx – Breve saggio biografico ed esposizione del marxismo

 

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