IL GOLPE BLANDO

Per cominciare bisogna tornare indietro di circa un anno approssimativamente, quando Dilma Rousseff (Partido do Trabajo) presidente fu destituita a causa di una campagna e di un golpe istituzionale della destra e del potere giudiziario per collocare alla guida del governo qualcuno che potesse regolare – con minore peso nella classe operaia – i piani della borghesia per far ricadere la crisi sulle spalle dei lavoratori.

LO SCANDALO

Lo scorso 17 maggio sono state rivelate da parte dell’impresa frigorifera JBS – la stessa implicata nel caso di alterazioni di carne – delle registrazioni audio nelle quali si ascoltava l’attuale presidente Michel Temer comprare il silenzio di Eduardo Cunha, ex presidente della camera dei deputati detenuto per casi di corruzione.

LE RIFORME

Durante il suo mandato, Michel Temer ha avviato due grandi riforme volte a favorire dinamismo dell’economia e attrarre investimenti di capitali a discapito delle condizioni di lavoro e di vita della classe dei lavoratori: la riforma delle pensioni e quella del lavoro.

La riforma del lavoro prevede la terziarizzazione generalizzata dei posti di lavoro, che tutti i lavoratori dovrebbero conoscere,  significa un tetto ai salari, condizioni di lavoro precarizzate, insalubri, senza dispositivi di sicurezza e soggette alle frequenti truffe delle imprese contrattanti, che falliscono e lasciano i lavoratori per strada, senza salario, senza assicurazione contro la disoccupazion e qualsiasi altro diritto.

La riforma delle pensioni, dal suo canto, prevede l’aumento degli anni dei contributi obbligatorio per una pensione più vicina possibile a quella di un salario. Tra le altre cose, prevede l’eliminazione del regime speciale di pensioni per i docenti. In alcuni Stati del Paese, il nuovo regime impone una quantità di anni per accedere alla pensione superiore all’aspettativa di vita dei lavoratori.

“IO NON VOGLIO RINUNCIARE”

Dpo aver appreso dello scandalo e la prima giornata di proteste contro Temer lo stesso giorno in cui è stato scoperto, il discorso di Temer ha cercato di mostrare sicurezza e di serrare le fila:”La registrazione è stata effettuata illegalmente” […] “Non possiamo buttare via tutto quello che si sta facendo per questo paese, non ho comprato il silenzio di nessuno. Non ho nulla da nascondere” […] “Non rinunciato, ripeto: non rinuncio.”

LE PROTESTE

Le proteste contro il governo di Temer si possono ricondurre alla stessa consumazione del golpe istituzionale dello scorso anno. Tuttavia, lo sciopero generale del 28 di aprile contrassegna un prima e un dopo. La scesa in campo della classe operaia più numerosa del continente fu di alto livello, una storica giornata, che non si è mai vista in decine di anni, ha dimostrato la volontà degli operai di lottare contro le riforme del Governo.

Il nuovo scandalo, ha avuto come risposta l’immediata e ampia mobilizzazione di settori di massa della popolazione. La giornata del 24 maggio, anche conosciuta come #OcupaBrasilia, ha portato 100.000 persone nelle strade della Capitale.

REPRIMERE: CON ESERCITO, SENZA ESERCITO

La repressione del governo nella giornata del 24 maggio acquista un nuovo significato quando dal Governo ha fatto appello alle forze armate per reprimere la mobilitazione, fatto che non succedeva dai tempi della dittatura militare. In un disperato intento di mostrare fermezza, Temer mostra tutte le sue debolezze generando insicurezza anche nei settori dell’esercito, motivo per cui è stato costretto a far marcia indietro rispetto all’appello stesso.

DIRETTE O INDIRETTE?

Dirette! E’ stato il tema di alcuni settori d’opposizione e del Fuori Temer. La chiamata alle elezioni generali dirette dà per favorito Lula Da Silva, ex presidente del PT. Tuttavia, cambiare i giocatori senza cambiare le regole del gioco può addolcire le misure di tagli dei grandi capitalisti, ma in nessun modo combatterle o fermarle. Il PT, durante i suoi governi di Lula e Dilma, ha dimostrato che anh’esso è capace di applicare le manovre dei capitalisti per far ricadere la crisi sulle spalle dei lavoratori.

D’altro canto, nel congresso brasiliano, è un’altra opzione che viene considerata. Le elezioni indirette cercheranno una nuova figura che sia il miglior candidato per applicare i piani di tagli, collocando nelle mani degli stessi corrotti nel congresso brasiliano il destino del paese.

UN’ASSEMBLEA COSTITUENTE LIBERA E SOVRANA

La lotta contro Temer e i piani di tagli pongono all’ordine del giorno la necessità di imporre una Assemblea costituente che revochi tutte le riforme di Temer e dei governi antecedenti, che statalizzi tutte le aziende implicate in casi di corruzione e di privatizzazione, che cancelli i privilegi dei politici e avanzi verso un governo dei lavoratori.

Francisco Catalan

fonte: www.laizquierdadiario.es

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.