1. L’attacco alle case popolari è UN ATTACCO AL SALARIO INDIRETTO o a quello che viene definito erroneamente stato sociale: casa, salario, istruzione e sanità gratuite.

Un attacco dovuto alla crisi di sistema che stiamo attraversando che è esteso a tutti i paesi in cui la classe operaia aveva conquistato le suddette garanzie.

L’attaco alle case popolari, pagate ovunque dalla classe operaia e da sempre destinate a chi ne ha necessità, avviene ad esempio a livello europeo.

Da Londra a Mosca, passando ovviamente per l’Italia e per Bologna, con modalità diverse: governi, comuni, enti gestori, per fare mangiare il partito dell mattone, ovvero: i costruttori privati, l’affitto privato e tutto l’indotto di clientele legate a ditte e cooperative annesse, si sbarazza delle case popolari e dei suoi inquilini, scomodi testimoni di questo SACCHEGGIO.

A Mosca e in tutta la Russia di Putin, sono sorti ovunque comitati spontanei di difesa delle case popolari russe, contro gli sgomberi e le immediate demolizioni che stanno facendo da battistrada alla costruzione di quartieri nuovi per ricchi.

A Londra INVECE vengono lasciate totalmente all’abbandono e alla corruzione degli enti gestori. Le case popolari inglesi risultano tra le più insicure del mondo e la Torre di Grenfell e la TRAGEDIA DEL ROGO ha evidenziato lo stesso piano di svuotamento delle città dei poveri in eccesso, quelli appunto delle case popolari, per fare spazio alla speculazione edilizia e all’edilizia residenziale per ricchi.

A Roma, Milano e buona ultima Bologna, le case popolari sono il terreno di guerra per poveri privilegiato e ben monitorato dalle istituzioni. LE ISTITUZIONI TUTTE non si mobilitano ovviamente per risolvere realmente i problemi, semmai per usare le divisoni in seno alla classe operaia, che sono le stesse che esistono tra gli inquilini, dovute sia a differenze contrattuali che alla differente provenienza. Un patrimonio immenso, sfitto da anni, viene continuamente svenduto a banche e privati all’asta, permettendo così anche il bussiness sulla disperazione da parte istituzionale e in misura ridotta dalla mala di serie B per quanto concerne i cosidetti abusivi.

Quello che avevamo creato in Gandusio, a Bologna, era troppo scomodo per tutti, inanzitutto perchè è nato dalle viscere dei palazzi popolari di Bologna più vicini al centro, poi perchè abbiamo rischiato di coinvolgere tutti i quartieri popolari di Bologna nella nostra battaglia.

Inizialmente difendevamo infatti gli inquilini dagli sfratti perchè nel silenzio cittadino dal 2005 nei palazzi di Gandusio SI FACEVANO SOLO CONTRATTI A TERMINE, il 50% di questi contratti non erano in mano agli intestatari, ma ad associazioni finto-sociali che si approfittavano di loro e hanno gaudagnato in un meccanismo simile a quello di mafia capitale migliaia di euro sulla loro pelle.

Alla fine invece, dopo che, incendi dolosi, mesi di ricatti, convivenza con gli sciacalli che ci hanno attaccato la notte prima dello sgombero, quanto meno tollerati da ACER (ente gestore) e forze dell’ordine, anni di quotidiana guerra a bassa intensità con le istituzioni e i loro amici furfanti, avevano svuotato i palazzi, noi come associazione abbiamo tentato di gestire il flusso.

Abbiamo tentato di fare sì che a riempire le case fossero famiglie operaie e singoli in difficoltà economica e non bande di ragazzini sciagurati che usavano i palazzi solo per fare business con la complicità dei peggiori elementi di ACER e della polizia.

Gli stessi elementi istituzionali hanno favorito in passato le occupazioni sciacallesche, ovvero in case già abitate. Al contrario, noi da Gandusio gli sciacalli li avevamo cacciati, ma non è bastato ne hanno trovati altri.

La miseria offre ai padroni e allo stato che li sorregge molte occasioni di ricatto nei confronti di chi lotta, così come offre agli stessi la straordinaria possibilità di utilizzare ogni sorta di disperato senza scrupoli per fare il lavoro sporco e alimentare ancora di più il terrore e la guerra tra poveri, il modo per rispondere a questo tipo di attacco resta uno solo:

UNIRSI E COMBATTERE.

Associazione Sindacale Pugno Chiuso

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.