Sono in sciopero da oltre due mesi i 140 operai delle acciaierie di Horath e Treviri di proprietà della famiglia Riva (già proprietaria dell’ILVA di Taranto e gigante del settore siderurgico), che possiede in tutto cinque impianti siderurgici in Germania. Ad organizzare la protesta il sindacato dei metallurgici IG Metall, che comprende due milioni e 300 mila iscritti. Gli operai chiedono di vedersi riconosciuto, come succede per i dipendenti delle altre tre fabbriche dello stesso gruppo in Germania, il contratto nazionale collettivo di lavoro dei metalmeccanici, la cui non applicazione rende inferiore di quasi un terzo lo stipendio dei lavoratori rispetto a chi se lo vede riconosciuto.

Già a luglio una settantina di operai, arrivando in aereo, si erano concentrati sotto al quartier generale del gruppo Riva a Milano. In quell’occasione i dirigenti del sindacato promisero la continuazione delle agitazioni e dello sciopero fin quando non fosse stato rispettato il CCNL. Il 27 agosto i lavoratori sono scesi in manifestazione ad Alexanderplatz a Berlino. Davanti alla persistenza dei lavoratori e delle lavoratrici la proprietà ha anche minacciato la chiusura degli stabilimenti, come effettivamente accade praticamente ogni volta che gli si richiede il rispetto dei contratti o aumenti salariali.

Esattamente come in Italia anche in Germania la borghesia, per ridurre i salari e aumentare i profitti, come prima cosa disconosce e delegittima i contratti collettivi, senza che i partiti politici “ufficiali” facciano nulla per arginare questa deriva. In egual modo, esattamente come in Italia, le armi immediate dei lavoratori per difendersi e contrattaccare sono l’organizzazione indipendente e lo sciopero.

 

CM