A conclusione del secondo giro di consultazioni del Presidente della Repubblica con i gruppi parlamentari, il Partito Democratico ha annunciato ufficialmente la sua disponibilità a formare un governo col Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte come Presidente del Consiglio. Nicola Zingaretti, segretario del PD, ha così dichiarato dopo il colloquio con Mattarella:

Abbiamo espresso al presidente della Repubblica il sostegno al tentativo dare vita a un governo con una nuova maggioranza politica. Alla luce degli equilibri parlamentari abbiamo accettato la proposta M5s di indicare come partito maggioranza il nome di Giuseppe Conte. Amiamo l’Italia e crediamo che valga la pena tentare questa esperienza. Intendiamo mettere fine alla stagione dell’odio, del rancore e della paura […] Non c’è alcuna staffetta da proseguire o testimone da raccogliere ma una nuova sfida da cominciare, l’inizio di una nuova stagione.

La crisi di governo sembra quindi giunta a una soluzione, con la giravolta del M5S che passa in poco tempo da un’alleanza con la destra della Lega al centrosinistra di PD e altri gruppi parlamentari che, verosimilmente, daranno la propria fiducia al nuovo governo – a partire dalla sinistra istituzionale di Liberi e Uguali che, per voce del capogruppo alla Camera Federico Fornaro, ha dichiarato prontamente la sua disponibilità a sostenere il prossimo governo:

Serve una svolta nelle politiche economiche e sociali, una lotta senza quartiere all’evasione fiscale e alle mafie e sulle politiche d’immigrazione e il primo atto deve essere una Legge bilancio di svolta che apra un confronto serrato con l’Europa per ottenere spazi e flessibilità per un grande piano d’investimenti soprattutto al Sud.

Un esito della crisi di governo che ha fatto infuriare tutto il centrodestra, da Berlusconi che parla del “governo più a sinistra della storia della Repubblica” a Matteo Salvini che ha addirittura “benedetto” una possibile insurrezione popolare contro il nuovo governo “antidemocratico”:

Io mi occupo di tranquillità e sicurezza, non di insurrezioni popolari. Certo, se gli italiani riterranno una schifezza questo accordo, liberi di farla.

È evidente però che, di fronte al cavallo impazzito Salvini, importanti esponenti del capitale internazionale e dell’imperialismo hanno preso le parti di un governo più “ragionevole” e adatto a imporre l’ennesima manovra finanziaria di tagli allo Stato sociale. Uno su tutti, Donald Trump si è speso personalmente ieri sul suo attivissimo profilo Twitter in favore di un governo Conte bis.

 

Ciò non ha evitato malumori e addirittura una prima rottura a caldo nello stesso PD, con il manager borghese Carlo Calenda che ha già annunciato la sua uscita e il suo progetto di fondare un nuovo partito che rimanga fedele ai valori “che il PD ha tradito”.

Da domani, con l’ufficializzazione dell’incarico di governo, si saprà che forma precisa prenderà questo governo della pretesa e annunciata “svolta”.

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