Un’esplosione ha sconvolto la centrale idroelettrica Enel di Bargi, un paese della provincia di Bologna affacciato sul Lago di Suviana. I sindacati hanno promosso scioperi e mobilitazioni. Le privatizzazioni e gli “efficientamenti” aprono la porta a nuove stragi di lavorator*. Abbiamo bisogno di organizzarci e scioperare per combattere questa mattanza quotidiana!


Alle 14:30 di mercoledì, un’esplosione tremenda ha scosso le fondamenta della centrale idroelettrica di Bargi, affacciata sul lago artificiale di Suviana, in provincia di Bologna. Dopo la prima, se ne sono succedute altre, numerose, secondo le ricostruzioni dei vigili del fuoco, che hanno completamente isolato l’ottavo piano sotterraneo dal resto della centrale.

Sempre secondo le ricostruzioni dei vigili e degli altri operai presenti sul luogo, al centro del problema sarebbe stato lo scoppio di una turbina durante lavori per l’adeguamento dell’impianto che produce energia per una parte considerevole dell’Alta Valle del Reno. Da lì, soltanto pessime notizie: un bilancio iniziale spaventoso, di tre morti e cinque feriti, con quattro operai tutt’ora dispersi. Nonostante i tentativi dei VdF di raggiungere le profondità del Lago, le ricerche si sono dovute arrestare, con un tentativo ulteriore in tarda sera.

La strage ha portato il segretario CGIL provinciale Bulgarelli a sollevare paragoni con la strage della Thyssen del 2007, in cui persero la vita 7 operai della fabbrica torinese. Se a Bologna un fatto di tale portata non si era mai visto in epoca repubblicana, a livello nazionale si tratta solo dell’ultima di una serie di tragedie in cui, per colpa della smania di tagliare costi, spesso bersagliando dispositivi di sicurezza necessari a garantire il benestare dei lavoratori e delle lavoratrici, a perdere la vita sono proprio quest* ultim*.

 

I tagli di ENEL hanno minato la sicurezza sul lavoro

La centrale, di proprietà ENEL, è uno degli stabilimenti al centro di ENEL Green Power, la piattaforma dedicata alle energie rinnovabili del colosso privatizzato nel 1999. Dal 2018, Enel Green Power ha intrapreso il progetto noto come HYPER, un tentativo di modernizzare in senso liberista l’efficienza delle proprie centrali: come si può leggere nel suo documento di presentazione, le colonne portanti di HYPER sono razionalizzazione dei costi ed esternalizzazione di ruoli cruciali nel comparto produttivo (come ha affermato sempre Bulgarelli, solo uno dei dipendenti morti era direttamente impiegato dall’azienda: gli altri erano in appalto da Siemens e ABB): entrambi fattori che, storicamente, hanno solo contribuito ad aumentare l’insicurezza dei luoghi di lavoro di tutto il paese, in particolare nel settore energetico. Nella ricerca del profitto, ancora una volta, tutto ciò che ha potuto trovare la classe lavoratrice è stata un’altra strage fra le sue fila.

Tutto questo, senza considerare i rischi ecologici considerevoli di un impatto di tale natura: il bacino del lago di Suviana provvede acqua potabile a innumerevoli paesi dell’Emilia, e fortunatamente i controlli della qualità, condotti nel tardo pomeriggio, hanno riscontrato livelli sicuri per la potabilità. Sarebbe stato un disastro inimmaginabile per le comunità collinari che hanno già dovuto fare i conti con i danni di frani e alluvioni dello scorso anno, dai quali non si sono ancora del tutto ripresi.

La CGIL e la UIL avevano già dichiarato sciopero del settore privato per la giornata di oggi, giovedì 11 aprile, uno sciopero di quattro ore con al centro la tematica della sicurezza sul luogo di lavoro. In seguito al disastro di Bargi, lo sciopero è stato esteso al settore pubblico per tutta la provincia di Bologna, le ore sono aumentate a otto ed è arrivata l’adesione della CISL, la quale presidierà in mattinata la sede bolognese di ENEL.

Per quanto riguarda il sindacalismo di base, è arrivata l’adesione della CUB, dell’USB (sciopero regionale di otto ore con presidio di fronte alla sede di Confindustria) e del SI Cobas (che ha convocato sciopero per l’intera giornata in tutta Italia).

La risposta tempestiva dei sindacati è positiva, anche se scoordinata e organizzata in fretta, sospinta dalla violenza di quest’ultima mattanza di lavoratori. Eppure, nonostante proliferino spesso iniziative sindacali ovunque restino ammazzat* operai ed operaie per colpa della noncuranza dei padroni, ancora si fatica a costruire una mobilitazione realmente generalizzata per inchiodare borghesi e governi al palo delle loro responsabilità nella macelleria sociale di questo paese: i morti sul lavoro sono la punta dell’iceberg – un iceberg fatto di peggioramento generalizzato delle condizioni di lavoro per la stragrande maggioranza delle persone. Anche le burocrazie se ne devono accorgere: la lunga scia del modello neoliberista ha prodotto più insicurezza, più povertà, e più sofferenza per tutt* coloro che lavorano e che hanno poco o nessun peso nell’organizzare le condizioni del proprio luogo di lavoro.

Tagliare i costi, efficientare, razionalizzare. Sono tutte parole d’ordine per arrivare allo stesso risultato concreto: l’aggravarsi delle condizioni di lavoro per la classe lavoratrice. Non possiamo più attendere la prossima strage – dobbiamo organizzarci assieme, oltre gli steccati sindacali e attraverso momenti assembleari realmente partecipativi, in ogni fabbrica e in ogni comparto, per costruire uno sciopero generale diffuso, articolato, combattivo che abbia al centro delle sue rivendicazioni la fine del massacro sociale a cui la nostra classe è sottoposta!

Come FIR – La Voce delle Lotte, saremo in piazza in mattinata assieme ai lavoratori e alle lavoratrici, per chiedere giustizia per gli operai di Bargi, e per rilanciare la lotta contro chi ci vorrebbe chini ad accettare un modello di sviluppo che non ha alcun interesse del nostro benestare.

Per mettere fine alle stragi sul lavoro, dobbiamo cambiare modello di produzione!

Dobbiamo rimettere al centro i nostri interessi e quelli delle nostre comunità!

 

Luca Gieri

Di seguito il volantino che distribuiremo nella giornata di oggi

Luca Gieri

Nato a Toronto nel 1998, studente di scienze politiche all'Università di Bologna presso il campus di Forlì, militante della FIR e redattore della Voce delle Lotte. Cresciuto a Bologna, ha partecipato ai movimenti degli studenti e di lotta per la casa della città.