Tra le numerose misure, il Piano Studenti del governo contiene una riforma delle lauree. La “licence” (equivalente italiano della Laurea triennale) non si otterrà più necessariamente in tre anni, ma potenzialmente in due o in quattro anni, perché si tratterà di valutare “moduli” individuali che rappresentano singole competenze. Si tratta di un passo in più verso un’ università selettiva e sottomessa agli interessi padronali.

Fine della valutazione per semestri, viva la valutazione per moduli!

Sino ad oggi in Francia una “licence” prevedeva tre anni di studio divisi in semestri ed una valutazione complessiva. Questo è noto come il sistema della “compensazione” che permette agli studenti di fare la media di tutte le loro unità di insegnamento (UE) per convalidare il semestre.

Basandosi sul processo di Bologna (inaugurato su scala europea nel 1998), il Piano Studenti prevede che la “licence” non si consegua più necessariamente in tre anni. Infatti, secondo il processo di Bologna, per la “licence” occorrono 180 CFU (crediti formativi universitari) cumulabili e non tre anni di corso. Gli studenti non si iscriveranno più ad un anno accademico o ad un semestre universitario ma a singole unità di insegnamento (UE) o “moduli”. Si apre la possibilità di convalidare un numero più o meno ampio di moduli per singolo semestre o di organizzare un modulo su più semestri. In questo modo il governo prevede che si possano conseguire i 180 CFU e la “licence” in due o in quattro anni.

Per designare questa nuova organizzazione degli studi il governo parla di “laurea modulabile”. Non si tratta più di un percorso per discipline (ad esempio una laurea in storia in cui si conseguirebbero conoscenze approfondite in ambito storico) ma una serie di moduli che in teoria lo studente potrebbe scegliere secondo i suoi interessi o i suoi progetti.

Lauree modulabili per diploma a geometria variabile.

In pratica, gli interessi e i progetti degli studenti rischiano di essere tenuti in poco conto al momento in cui vien stretto il contratto pedagogico fra lo studente e l’ università. A maggior ragione per quanti non hanno avuto un percorso scolastico brillante o per gli studenti lavoratori.
Gli organi preposti dell’ università e l’equipe pedagogica dovranno verificare la coerenza del piano di studi e delle attitudini del singolo studente a seguire il percorso scelto.

Così l’equipe pedagogica avrà il compito di orientare gli studenti con i migliori risultati scolastici e quelli che possono permettersi di non lavorare verso una formazione d’eccellenza in piccoli gruppi, ottenendo i 180 CFU in due anni e avendo accesso a risorse speciali (ad esempio la attività in laboratori di ricerca già a partire dal primo anno). Per gli studenti che vivono situazioni meno favorevoli si tratterà piuttosto di una laurea in quattro anni.
I diplomi doppi e i diplomi congiunti avevano fino ad ora permesso di ottenere due diplomi di laurea in cambio di ore di studio supplementari agli studenti selezionati al primo anno del corso di laurea.
Ovviamente i numeri ridotti e la richiesta di lavoro extra non solo hanno permesso una forte selezione, ma hanno anche scremato tutti quelli che non erano in grado di tenere il passo con i corsi, in particolare gli studenti lavoratori.

Col pretesto di un migliore accompagnamento didattico il governo vuole mettere in atto un controllo semipermanente sugli studenti ed una selezione tra studenti provenienti da contesti più agiati che possono mantenersi agli studi senza lavorare e gli altri che beneficeranno al massimo di un diploma di seconda classe o che nell’ ipotesi peggiore saranno spinti fuori dall‘ università.

Cléo Rivierre

fonte: www.revolutionpermanente.fr

Traduzione: Ylenia Gironella

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.