Il Consiglio Costituzionale in Francia ha appena approvato nel suo complesso la riforma delle pensioni di Macron: lo Stato serra i ranghi, provando a chiudere la partita dopo mesi di scioperi e mobilitazioni.

I 9 magistrati del Consiglio Costituzionale in Francia, riunitosi oggi venerdì 14 aprile, hanno convalidato gli elementi essenziali della riforma pensionistica proposta dal presidente Emmanuel Macron, compresa la misura di punta dell’innalzamento dell’età pensionabile legale da 62 a 64 anni, mentre ha respinto sei disposizioni contenute nella bozza del governo, come la creazione di un “indice di anzianità”.

A Parigi, immediatamente migliaia di persone si sono radunate in piazza contro il pronunciamento del Consiglio Costituzionale.

La riforma è quindi approvata nel suo complesso e nei suoi aspetti rilevanti, in sfregio all’enorme movimento che ha scosso la Francia reclamando il ritiro di questa contro-riforma che attacca frontalmente le condizioni di lavoro e di vita del popolo lavoratore.

I nove giudici hanno respinto, allo stesso tempo, una richiesta di referendum di iniziativa popolare (RIP) presentata dalla sinistra parlamentare. Una seconda richiesta, presentata successivamente, sarà oggetto di una nuova decisione il 3 maggio.

Lo Stato francese serra i ranghi e sfida il movimento ad accettare la sconfitta o a farsi coraggio e rilanciare la lotta, riprendendo in mano, innanzitutto, la pratica delle grandi manifestazioni unitarie collegate agli scioperi di categoria e generali.

Di fronte alla solidarietà tra i vari poteri dello Stato di fronte all’attacco anti-popolare e autoritario del presidente Macron, la via d’uscita rimane quella del rilancio del movimento che ha portato milioni di persone in piazza, con un’unione ancora più larga e radicale della classe lavoratrice con la gioventù nella lotta.

Serve una strategia di unificazione delle rivendicazioni in un piano comune di lotta, al di là della sola questione delle pensioni, e una pratica di lotta liberata dai freni che la burocrazia sindacale ha imposto, sabotando la vittoria quando questa era già a portata di mano.

 

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.