Nella settimana calda che sta precedendo la riunione del G7 a Bologna con un tavolo sull’ambiente, non sono mancate le novità sul fronte della lotta per la casa.

La giunta Merola (PD) ha approvato una delibera per chiedere formalmente al Consiglio comunale di concedere il nulla osta al rilascio dei permessi necessari a ristrutturare il complesso “ex telecom” sito in via Fioravanti, nel quartiere della Bolognina a due passi dalla stazione centrale, occupato e poi sgomberato nel 2015 con una mega-operazione di 400 agenti di polizia e decine di camionette schierate: inizia formalmente il processo di conversione dell’edificio (ora vuoto, come lo era stato per parecchi anni) in un hotel per studenti, ovviamente non a prezzi “popolari” per gli studenti fuori sede a basso reddito, ma con camere singole e un’unica cucina comune per la cifra di 300 euro a cranio.

Molti degli occupanti dell’ ex-telecom abitano ora nel residence Galaxy, dopo aver lottato duramente col Comune per non rimanere senza casa, ma a settembre, per tutti quelli che non avranno abbastanza punti nella graduatoria Erp per ottenere un altro alloggio, si porrà di nuovo la questione dello sgombero di massa, dato che il Comune ha deciso di chiudere il residence e ha notificato la chiusura del contratto lo scorso mese alle 77 famiglie domiciliate al Galaxy, di cui oltre 50 saranno sotto sfratto.

Sempre in Bolognina, martedì il Comitato Inquilini Resistenti ha occupato per due ore la sede dei servizi sociali del Quartiere Navile, ottenendo l’apertura di un tavolo dopo settimane di silenzio ufficiale e sgomberi quotidiani, e difendendo contemporaneamente un inquilino sotto sgombero.

Nel quartiere San Donato, invece, continua l’aspra lotta degli inquilini delle case popolari di via Gandusio, minacciate dal progetto regionale Ri.genera di sgombero totale e di “riqualificazione”, cioè di svendita e di riconversione in usi completamente diversi di palazzi costruiti e (mal) mantenuti con i soldi trattenuti nel tempo dalle buste paga dei lavoratori della ritenuta Gescal. Attualmente nei palazzi di via Gandusio vivono oltre 130 famiglie di cui 114 assegnatarie Erp.

Alla vigilia dello sgombero di 12 famiglie previsto ieri, l’Associazione Sindacale Pugno Chiuso ha organizzato una festa di autofinanziamento che ha coinvolto gli inquilini, abitanti del quartiere e solidali che sostengono gli inquilini nei frequenti picchetti antisfratto.

La mattina stessa, due tecnici mandati da ACER, dotati di passepartout, avevano suonato e tentato di entrare in tutti gli appartamenti non blindati (cioè non murati da ACER stessa per evitarne l’occupazione, facendoli così sparire peraltro da ogni rilevamento) mettendo in pratica una violazione di domicilio che evidentemente fa parte del “pacchetto soft” di sgombero promesso dal presidente di Acer Alberani (per oltre un decennio massimo dirigente della CISL bolognese) agli inquilini di via Gandusio.

INCONTRO AD ACER – 6 aprile 17 (n 1)

INCONTRO AD ACER – 6 aprile 17 (n 1)

Pubblicato da Associazione Sindacale Pugno Chiuso su Giovedì 6 aprile 2017

Alle 6 di mattina del giorno seguente era già attivo il picchetto antisfratto che ha ottenuto, dopo parecchie ore di attesa, un rinvio fino al prossimo 18 luglio per le 12 famiglie coinvolte, proprio mentre sulla stampa locale emergeva la decisione del CdA di Acer (quello precedente alla rielezione di inizio anno) di assegnare al direttore generale Giuliano Palagi un sostanzioso premio di risultato quando ancora pareva che il bilancio 2016 si sarebbe chiuso in attivo – quando è risultato in passivo di ben 880.000 euro.

Picchetto antisfratto in via Gandusio #Bologna, parla Stefano di Pugno Chiuso.

Pubblicato da La Voce delle Lotte su Mercoledì 7 giugno 2017

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.