L’ideologia dominante di oggi propone il capitale come la dinamica sociale più razionale ed efficiente possibile; anzi, esso è visto come l’unico modo di produzione naturale per l’essere umano, e quindi insuperabile. Nell’opera di Karl Marx è possibile trovare passaggi che, al contrario, ben delineano la contraddittorietà del capitale e il suo manifestarsi mostruoso.


Nel Volume III, parte III Marx si concentra su uno dei concetti-chiave de “Il Capitale”: la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto: lo sviluppo dei mezzi di produzione, in sintesi, porta a una diminuzione tendenziale della percentuale di profitto che tale produzione offre, rendendo sempre più difficile la riproduzione dei capitali; è palese la contraddizione, che fa da sfondo al modo di produzione capitalistico preso nel suo insieme, fra la tendenza allo sviluppo assoluto dei mezzi di produzione e le conseguenze, catastrofiche per i capitalisti, di tale sviluppo.

Nel capitolo 15, in particolare, si parla delle contraddizioni interne alla legge: per Marx, il capitale non è in grado di risolvere il problema della propria riproduzione evitando le proprie stesse tendenze auto-distruttive. Ciò implica per Marx che “la barriera reale della produzione capitalista è il capitale stesso. Il capitale e la sua espansione appaiono come il punto d’inizio e d’arrivo, il motivo è lo scopo della produzione; la produzione è solo produzione per il capitale e non vice versa; i mezzi di produzione non sono meri mezzi di per una costante espansione del processo vivo della società dei produttore” (Marx, 2010:171).

Questa produzione asociale porta all’estensione illimitata della produzione, alla produzione come fine di sé, allo sviluppo assoluto della produttività sociale del lavoro. Il mezzo – lo sviluppo assoluto delle forze produttive della società – si trova continuamente in conflitto con lo scopo limitato, l’auto-espansione del capitale esistente” (ibid.).

Marx dunque ritrae il capitale come una dinamica sociale che si basa esclusivamente sull’estensione illimitata della produzione, non curante del fatto che i mezzi di produzione includono i produttori, persone che fanno parte di una società e che non riproducono solo capitale, ma anche la vita reale (cfr. Engels 1972) come insieme, anch’essa in continua evoluzione. Il capitale non si sviluppa con lo scopo del soddisfacimento dei bisogni di tutti, ma con lo scopo della sua mera riproduzione ed auto-espansione. A causa di ciò, Marx scrive che “il capitale stesso è la contraddizione in processo (1973:704), una “potenza sociale” (2010: 179), anche se non in grado di evitare le forti contraddizioni che la caratterizzano, che “ha ormai perduto qualsiasi rapporto proporzionale con quello che può produrre il lavoro di un singolo individuo. Esso diventa una potenza sociale, estranea, indipendente, che si contrappone alla società come entità materiale e come potenza dei capitalisti attraverso questa entità materiale”1 (ibid.).

Questa potenza sociale, e la contraddizione che ha con “il potere privato dei singoli capitalisti su queste condizioni sociali di produzione” (ibid.), contiene già le tracce della soluzione alla sua insostenibilità: “la trasformazione delle condizioni della produzione in condizioni generali, comuni, sociali” (ibid.). Ciò implica il passaggio da una società dominata da una classe di espropriatori (dittatura della borghesia) a una società senza più classi, caratterizzata dalla proprietà comune dei mezzi di produzione – il comunismo, insomma, cioè “il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti”.

 

Bibliografia

Engels, Friedrich

1972[1895] Letter to J. Bloch in Königsberg. Moscow: Progress Publishers.

Marx, Karl

2010[1894] Exposition of the Internal Contradictions of the Law In Capital, Vol. III. Pp. 144-181.

1973[1941] Theories of Surplus Value In Outlines of the Critique of Political Economy. Pg.704.London: Penguin.

Giacomo Turci

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.