Per Emmanuel Macron sono solo “scansafatiche”, ma in 500.000 scendono in piazza contro la Legge Lavoro XXL: studenti e operai fanno fronte comune contro il governo “et son monde” La parola chiave della mobilitazione francese che ha avuto luogo il 12 settembre è “scansafatiche”. Coloro che si oppongono fermamente alle politiche del presidente Macron sono “necessariamente” definiti tali, come egli medesimo ha dichiarato durante una conferenza stampa tenutasi nelle scorse settimane. Questi, che aveva precedentemente scagliato una brutale e altrettanto sessista critica al genere femminile, definendolo “analfabeta” ed “illetterato”, scaglia ulteriori invettive contro la classe lavoratrice. Cinquecentomila “scansafatiche” d’oltralpe si sono mobilitati contro la Legge Lavoro XXL, il governo Macron e il suo mondo in seguito all’appello lanciato dai sindacati CGT, FSU, Solidaires, FO et UNEF, sormontando le cifre ansiosamente attese e toccando gli stessi apici della primavera contro la Legge El Khomri del marzo scorso.
La stampa condanna la contestazione, ma è solo criminalizzazione del movimento e fumo negli occhi.
Una massiva partecipazione si è verificata in regioni quali la Bretagna e la Normandia, ma Marsiglia resta in testa con i suoi 60.000 partecipanti. A Parigi i giovani, che affrontano in gran parte il rientro universitario, si installano in prima linea, occupando posizioni frontali determinanti all’interno di un corteo unitario che questa volta ha accolto nuovi volti rispetto alla precedente mobilitazione. La stampa borghese ufficiale, al servizio di una propaganda pro-Macron, resta nel dominio della condanna, declamando a gran voce il presunto fallimento della giornata di ieri e sostenendo che “il metodo di conteggio della polizia”, riducente drasticamente le cifre di partecipazione, “è stato validato da esperti” (Le Point). Tale riduzione non è nient’altro che una tattica dello Stato borghese per minimizzare la credibilità della contestazione, come spesso avviene in caso di movimenti di massa.
Il clima è sfavorevole, ma la delusione generata dal governo Hollande crea nuove necessità di opposizione.
Nonostante il clima politico sfavorevole che quest’anno la classe lavoratrice e studentesca si sono trovate a sfidare, il disastroso cedimento del Partito Socialista e la caduta fallimentare del governo Hollande hanno scosso considerevolmente le coscienze proletarie e spalancato le porte a nuove forme di malcontento, generando vergini necessità di opposizione. “La mobilitazione di questo martedì rivela una forma di avvertimento: si poteva in effetti notare la presenza di numerosi giovani, di studenti e di lavoratori”, scrive il giornale Les Echos.
Scioperi a partire dall’11 settembre e una repressione che è sempre all’ordine del giorno.
Molteplici i settori lavorativi che hanno partecipato attivamente allo sciopero generale, bloccando il decorso vampirico dell’economia del Capitale a partire dalla giornata dell’11 settembre. Licei, università, aeroporti e luoghi di lavoro occupati, trasporti urbani non garantiti. Numerosi anche gli interventi delle forze dell’ordine che con l’impiego di flash-ball, idranti e gas lacrimogeni hanno messo in atto, ancora una volta, un brutale dispositivo repressivo, ricordandoci che ad ogni forma di opposizione si deve far fronte al pugno di ferro dello Stato.
Nessun isolamento e una strategia comune per garantire la determinazione del movimento.
Questo non costituirà, tuttavia, un ostacolo per il fiorente movimento se questo saprà garantirsi la giusta continuità in vista della mobilitazione prevista per la giornata del 21 settembre e dello sciopero illimitato, al quale invitano CGT e FO, per il settore della logistica, che debutterà a partire dal prossimo 25 settembre, sull’onda dello sciopero giornaliero previsto per il 18. Anche i depositi di carburante saranno colpiti, come dichiara Jérome Vérité, delegato CGT, sostenendo che tale sciopero “avrà delle conseguenze concrete sull’economia francese” e costituirà la prima fondamentale tappa affinché lo stop dei processi produttivi possa estendersi a macchia d’olio su tutti i settori lavorativi. Un autunno fervido si prepara, ma le organizzazioni sindacali dovranno essere capaci di mobilitare massivamente tutti i settori della classe proletaria per assicurarne la riuscita, così come sarà imprescindibile valicare il settarismo di chi vorrà isolarsi in appelli solitari che non coincidono con l’ingente urgenza della costruzione di un fronte comune di lotta e l’adozione di una solida e condivisa strategia rivoluzionaria.
Ilaria Fortunato
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.