Il convegno “Stop Minniti. Ordine pubblico o giustizia sociale?” convocato a Bologna dalla Rete Eurostop il prossimo 23 settembre cadrà lo stesso giorno dell’assemblea per lo sciopero generale convocata da diverse sigle del sindacalismo di base.

Generalmente, non sarebbe chissà quale problema avere nello stesso giorno due appuntamenti nazionali con la partecipazione di sindacati diversi e di varie realtà politiche.

In questo caso, si pone invece un serio problema per i sindacati di base e per tutti i loro militanti: la partecipazione “in massa” al convegno di Eurostop da parte dei militanti di USB (cioè la principale “gamba” che sostiene la campagna Eurostop tramite la direzione della Rete dei Comunisti) e non solo, rischia di depotenziare non poco il principale percorso di unificazione delle lotte dei lavoratori attivo in Italia oggi, dopo essersi messi alle spalle una stagione di fallimento completo o quasi nell’unire o generalizzare la lotta; rischia di togliere ossigeno allo sforzo che si sta facendo per coinvolgere tutta una serie di soggetti politici che non sono interni al movimento operaio organizzato, al fine di raccoglierli attorno alla classe operaia – e non a qualche politico borghese, a campagne per la “sovranità nazionale” o a qualche nuovo fronte popolare.

La mancata presenza di un buon numero di delegati e dirigenti nazionali di USB costituirebbe una grande occasione mancata di confronto e di convergenza nella lotta, e dunque nello sciopero unitario, da parte di questo sindacato.

Non è, questa, una mera questione formale o di equilibri tra gruppi dirigenti contrapposti: si tratta di non perdere una importante occasione per mostrarsi più forti e compatti davanti a padroni e Stato, nell’assemblea centrale di costruzione dello sciopero come nello sciopero stesso.

Tenendo conto che parte dei promotori dello sciopero ha già dato la propria disponibilità a compromessi organizzativi con USB per trovare una data dove possa convergere USB stessa, oltre che la Confederazione Cobas, ciò che è necessario, e che ci si può e deve aspettare al netto delle difficoltà logistiche, è la presenza di un buon numero di delegati e dirigenti nazionali di USB all’assemblea di Milano.

E a ragione tutti i lavoratori possono chiedere loro, esigendo una risposta chiara: il 23 settembre dove sarete?

Sarebbe poi un atto di maturità da parte di Eurostop quello di rinviare il convegno di Bologna, tenendolo in altra data come evento compreso nel periodo immediatamente precedente lo sciopero, ampliandone così il significato politico anziché depotenziandone la principale assemblea preparatoria – e questo al netto dei contenuti del convegno, che purtroppo danno ancora una centralità pressoché assoluta alla Costituzione della Repubblica, pur avendo abbondantissime riprove che la nostra cara costituzione non ci ha mai salvati né dalla repressione poliziesca né dai piani di peggioramento sistematico delle condizioni di vita della classe lavoratrice e in generale delle masse popolari.

Auspichiamo che intellettuali, militanti sindacali e attivisti politici a cui stanno a cuore le sorti della classe lavoratrice comprendano che i successi del movimento operaio stesso in termini di unità d’azione, di potenza e diffusione degli scioperi generali sono le premesse necessarie e anzi minime per auspicare anche la più piccola capacità reale di questionare i governi borghesi e lottare contro leggi sempre più antidemocratiche e repressive.

La piena riuscita dell’assemblea di Milano è anche nel vostro interesse.

Chi gioca a fare l’opposizione al governo c’è già: non c’è bisogno che lo facciano anche i sindacati di base mancando le occasioni di unità nella lotta e nello sciopero. Quella di una risposta più unitaria e molto più forte agli attacchi economici e politici dei capitalisti è una questione serissima e sempre più urgente, che non può essere sacrificata a beneficio dei percorsi politici che legittimamente questo o quel raggruppamento si prende la responsabilità di intraprendere.

Proprio nei giorni del mezzo sciopero dei professori universitari, proprio nei giorni del lancio di date di mobilitazione nel vuoto da parte delle tradizionali sigle politiche e sindacali studentesche, quello che serve è spingere per unire le energie in giornate comuni di lotta, per unire le rivendicazioni di tutti gli sfruttati e gli oppressi attorno a quelle del movimento operaio, per far marciare studenti, disoccupati, immigrati al fianco dei lavoratori in lotta e in sciopero, e non ognuno per conto proprio.

Cose che non sono un “di più”, una velleità che qualche cocciuto rivoluzionario si ostina a reclamare: sono gli interessi immediati dei lavoratori, dei sindacati, di tutto il movimento operaio.

Noi, da marxisti, come negli ultimi 170 anni, continueremo a “vedere” questi interessi immediati e a “rilanciare” con gli interessi generali e storici della classe lavoratrice, cioè la lotta politica, la lotta fino in fondo, la lotta rivoluzionaria contro i capitalisti: la lotta fino all’espropriazione e alla socializzazione dei mezzi di produzione, fino alla caduta di tutti gli Stati borghesi con le loro costituzioni a difesa della proprietà privata, fino alla presa del potere politico da parte della classe lavoratrice in tutto il mondo, fino alla società senza sfruttamento e senza classi!

 

Frazione Internazionalista Rivoluzionaria

La FIR è un'organizzazione marxista rivoluzionaria, nata nel 2017, sezione simpatizzante italiana della Frazione Trotskista - Quarta Internazionale (FT-QI). Anima La Voce delle Lotte.