Pubblichiamo la testimonianza di un giovanissimo lavoratore che ha trascorso la stagione estiva come assistente cuoco nella Riviera romagnola: il supersfruttamento e l’illegalità diffusa sono tutt’altro che leggende o fatti del passato. L’economia del turismo, in Romagna e non solo, si costruisce spesso e volentieri su rapporti di lavoro estremamente svantaggiosi e degradanti per i lavoratori, approfittando del fatto della loro sindacalizzazione pressoché nulla.

Quando si parla di futuro lavorativo per chi frequenta gli istituti professionali, si sta parlando di queste situazioni di sfruttamento barbaro.

Come si sa, il lavoro nel settore alberghiero è diviso in 2 stagioni: la stagione “invernale” che va da ottobre ad aprile, e la stagione “estiva” che va da maggio a settembre.
La stagione estiva è quella più stancante e frustrante: ogni hotel e ogni datore di lavoro, nella concorrenza con altri hotel, vuole fare le cose in grande. Si arriva così a ritmi lavorativi che non sono previsti nel contratto. Nel contratto puoi  trovare scritto che è un part-time di cinque ore, con giorno di riposo e con un salario di 1100 euro.
La realtà è che sono 12 ore lavorative, senza un giorno di riposo e con salari di 1200 euro, dove di solito 100 euro sono pagati in nero. Inoltre, non si contano i giorni in cui si lavora più di 12 ore.
Nella riviera romagnola, gli hotel, un giorno alla settimana, organizzano serate speciali: le cosiddette “cene di gala” o “lunapark”: in quei giorni si lavora di più, ma non per questo ti entra qualcosa di più in tasca. Stesso discorso anche per la “notte rosa” che attraversa tutta la Riviera romagnola, e per ferragosto: in quei giorni in cucina si entra alle 7 e si stacca alle 15, pausa di 2 ore, si rientra alle 17 e si esce alle 23.
Non parliamo poi dello sfruttamento degli animatori: 400 euro al mese in alcuni casi, una miseria!
Gli animatori iniziano le attività alle 9, al pomeriggio hanno una pausa di 2 ore, poi vanno dritti fino alle 23. È finita qui? No! Dopo stanno svegli fino alle 3 per preparare le attività da fare per il giorno dopo. Una situazione che porta a frequenti cambi di personale tra gli animatori durante la stagione.
Durante la stagione ho capito anche il motivo per cui gli hotel assumono molto personale che viene dalla Romania: un paese in cui anche dopo la venuta del regime “democratico” post-Ceausescu è dilagata la corruzione, dove la moneta (leu) non vale quasi nulla e i salari sono bassi; parlando con un mio ex- collega, mi ha spiegato che i salari di solito rimangono sotto i 500 euro e che si fa fatica ad arrivare a fine mese con questi soldi, nonostante il costo della vita molto più basso, in termini assoluti, rispetto all’Italia.
Venendo in Italia guadagnano molto di più di quello che guadagnano nel loro paese, ma soprattutto sono proprio i datori di lavoro degli hotel a cercare personale direttamente in Romania. Chiaro che è molto meno probabile che si lamentino di condizioni così dure di lavoro, a fronte di una paga che per loro appare comunque alta.
Un’altra cosa abbastanza scandalosa che ho visto durante la stagione estiva è il fatto che, una volta assunto, il padrone di fatto non ti può licenziare perché se ti licenzia, dati i contratti che si fanno nella stagione, perde denaro.
Quindi l’hotel e la persona “da licenziare” hanno 2 possibilità: o sei tu che ti licenzi comunicandolo al sindacato, oppure lo chef o il datore di lavoro ti trova un altro posto. Un meccanismo che ho visto spesso durante la stagione: ad esempio, 2 miei ex-colleghi con lo chef non si sono trovati bene e sono stati mandati in altre strutture; un caso analogo è capitato ad un mio parente che per motivi familiari si doveva prendere 3 giorni di permesso, ma non glieli hanno dati perché, per poterlo fare, si doveva licenziare e loro “non potevano” licenziarlo.
Questo è il lavoro stagionale in Riviera: se ti può far maturare e chiarire la difficoltà dello stare in certi posti di lavoro, rimane uno di quegli impieghi dove ci sono molto sfruttamento e salari molto bassi.

 

 

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