Il ministro dei trasporti Elizabeth Borne ha svelato giovedì le linee guida del futuro gruppo SNCF [Société Nationale des Chemins de fer Français (Società nazionale delle ferrovie francesi)] che il governo Macron vuole imporre. Il suo obiettivo: unificare i differenti poli del gruppo in una solo struttura giuridica al fine di preparare la privatizzazione della SNCF, termine inevitabile se le linee sono aperte alla concorrenza.

Cambiare lo Statuto

Attualmente, il gruppo SNCF è strutturato intorno a tre entità: SNCF, SNCF Mobilità, SNCF rete. Queste tre entità raggruppate, dalla riforma del 2014, tutta una serie di filiali precedentemente indipendenti come Réseau Ferré di Francia, SNCF Infra o ancora il Dipartimento del traffico ferroviario. Il loro stato giuridico è quello di Epic (Istituzione pubblica di natura industriale e commerciale). L’apertura alla concorrenza, senza offesa per Pierre Gattaz, non fa “progredire le persone”. Alcuni esempi sono la ferrovia inglese, italiana e tedesca, con i loro ritardi, i disagi per i passeggeri , la precarietà del personale e soprattutto i continui indicenti ne sono la prova.

Liquidare il servizio pubblico

Raggruppando in un’unica entità SNCF mobilità e SNCF rete, il ministro dei trasporti vuole presentare il suo progetto come un’opera di unificazione  all’interno di un’impresa la cui complessità della struttura sarebbe un ostacolo al suo corretto funzionamento. In realtà, questa riunificazione serve per operare un cambiamento profondo all’interno dell’impresa. In effetti, il ministro prevede di far passare la SNCF riunificata sotto la status di società nazionale con capitale pubblico. Il giornale “Les Echos” propone addirittura il passaggio allo stato di compagnia anonima. Questa struttura giuridica è molto meno protettrice degli Epic perché questi ultimi non sono aperti al mercato e non hanno capitale, mentre le società nazionali o le imprese pubbliche possono essere aperte alla concorrenza. Il ministro moltiplica le “pseudo-garanzie” affermando che lo Stato resterà al 100%  possessore dei titoli che non saranno disponibili, che la SNCF “è e resterà un’impresa pubblica”, che il governo investirà come non mai nei trasporti ferroviari.. ma che intende “portare anche all’apertura della concorrenza”. Resta il fatto che far saltare lo status di EPIC [établissement public à caractère industriel et commercial, “stabilimento pubblico di tipo industriale e commerciale”] significa aprire alla concorrenza e questo dato apre la strada alla trasformazione della SNCF in una semplice società pubblica, poi in una società privata. Questo è il classico cammino di progressiva privatizzazione del servizio pubblico.


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Il debito, un alibi perfetto

In questo contesto di rottura del servizio pubblico, il debito della SNCF, che rappresenta 2 punti percentuali del PIL della Francia, quasi 50 miliardi di euro, è oggetto di un ricatto per aprire alla concorrenza e rimuovere lo statuto di Epic. Mentre questo debito è il frutto dello smembramento dell’impresa in più filiali,  aumenta i costi di manutenzione della rete e di una politica del tutto TGV che obbliga la SNCF a pagare per utilizzare le proprie linee, e quindi in nessun caso il fatto di utenti e lavoratori delle ferrovie, lo Stato preme sulla parziale ripresa delle richieste del gruppo come un prerequisito per la negoziazione. Una tale operazione indebolisce considerevolmente la sua credibilità sul mercato ma gli permette di giustificare la distruzione dello status di Epic per passare a quello di società nazionale. Il debito sarà dunque un alibi per aprire alla concorrenza e rendere l’impresa più competitiva e servirà come pretesto per liquidare lo statuto.

Il progetto disegnato da Elizabeth Borne per la SNCF realizzato in Macron mostra che il piano del governo non è né quello di sostenere né aumentare il servizio pubblico, ma di impegnarsi nella privatizzazione facendo pressione sul debito che lui stesso ha contribuito a generare. Lo scioglimento degli EPIC in un’unica entità aperta alla concorrenza è l’antitesi di una SNCF al 100% pubblica e con una ferrovia monopolistica. Al contrario, il primo passo verso una SNCF privatizzata, l’apertura alla concorrenza e la disgregazione sociale dello statuto dei ferrovieri.

Boris Lefebvre

Traduzione di Annalisa Esposito da Révolution Permanente

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.