Nella città tedesca di Chemnitz, nella regione della Sassonia, domenica scorsa circa 1000 nazisti hanno marciato per il centro della città alla caccia di immigrati. Hanno espresso approvazione per l’assassinio di un uomo di 35 avvenuto la notte di domenica. Lunedì la sera si è tenuta un’altra imponente manifestazione di ultradestra con varie migliaia di partecipanti, nella quale sono stati un’ennesima volta attaccati giornalisti e militanti di sinistra.


Dopo l’omicidio di un uomo di 35 anni nella città di Chemnitz questo fine settimana, un migliaio di nazisti hanno sfilato domenica per il centro della città. Durante la marcia hanno mosso attacchi ad immigrati, ferendo varie persone.

Secondo la polizia, i presunti autori dell’omicidio vengono dalla Siria e dall’Iraq. Sulla base di ciò l’ultradestra ha chiamato sui social networks a mobilitarsi per mostrare “agli stranieri chi comanda qui”. La destra sta strumentalizzando questo omicidio per rilanciare nelle piazze la sua propaganda contro i rifugiati.

Gli episodi di violenza sono continuati a Chemnitz la sera di lunedì. Circa 1.600 attivisti di sinistra si erano mobilitati contro la propaganda e la manifestazione razzista. Circa 5.000 militanti di ultradestra li hanno attaccati, aggredendo manifestanti e giornalisti.

Durante la manifestazione, piccoli gruppi di fascisti sono svicolati mano a mano perché la polizia “non ha potuto” controllare la sfilata. Diversi manifestanti antifascisti sono stati feriti e sono stati trasportati in ospedale in seguito ad attacchi dei fascisti con molotov e altre armi improprie.

 

A Chemnitz si è mobilitato tutto le spettro dell’estrema destra, dai populisti di destra di “Alternativa per la Germania” (AfD), fino a diversi gruppi neonazisti e ultrà di altre città della Sassonia. Ciò dimostra ancora una volta che AfD ora copre i gruppi fascisti nelle piazze e potrebbe convertirsi nel braccio parlamentare di questo movimento. Nelle elezioni generali dello scorso anno, AfD ha raccolto in questa del paese il 22%, quasi dieci punti in più della sua media nazionale (12,6%).

Il suo deputato nazionale Markus Frohmeier ha diffuso questa caccia su Twitter e ha rivendicato la fondazione di milizie di “difesa cittadina” fascista. Durante la manifestazione si sono osservati ripetuti saluti romani. Rispetto ai fatti di domenica, i giornalisti locali e i manifestati hanno parlato dell’atmosfera come “paragonabile a un pogrom“, riferendosi agli attacchi in massa contro le minoranze etniche o religiose che divennero celebri nella Russia zarista soprattutto contro gli ebrei.

La polizia, senza ritegno, ha affermato di essere “mortificata” per la situazione. Il Governo della cancelliera Angela Merkel ha definito gli attacchi nazisti come “un’intollerabile incitazione alla xenofobia”. Il portavoce del Governo, Steffen Seibert, ha condannato qualsiasi tipo di “molestia” agli stranieri e ha dichiarato che “in Germania non c’è spazio per farsi giustizia da soli, per gruppi che intendono spargere odio per le strade, per l’intolleranza e per l’estremismo”. Tutte dichiarazioni ipocrite dal momento che la politica di Stato sulla questione migratoria fomenta la xenofobia e stigmatizza l’immigrazione che essa stessa provoca con la sua condotta guerrafondaia in Medio Oriente e in altre regioni.

Nel pogrom del 1992 nel quartiere di Lichtenhagen a Rostock (in Germania orientale), la polizia stessa affermò di essere stata travolta dalla situazione. A quel tempo, aveva lasciato che la teppa xenofoba attaccasse i migranti, dando fuoco alle loro case, in molti casi con le persone all’interno. Allo stesso tempo, al contrario, aveva impedito agli antifascisti di raggiungere i luoghi attaccati e proteggere gli immigrati.

A quel tempo, la “Sunflower House” a Lichtenhagen, che era la destinazione del pogrom, era occupata principalmente da immigrati vietnamiti che lavoravano con bassi salari e cattive condizioni di lavoro nelle fabbriche di Rostock.
È urgente rafforzare la mobilitazione nelle strade contro l’estrema destra e promuovere l’unità della classe operaia locale e degli immigrati in ogni fabbrica, scuola, quartiere o luogo di lavoro, per dirigere l’indignazione contro i nostri veri nemici, i capitalisti e i politici al loro soldo.

Robert Müller

Traduzione da Klasse gegen Klasse

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.