Il poliziotto Derek Chauvin è stato giudicato colpevole dell’omicidio di George Floyd. Ma questa non è giustizia: tutta la polizia è colpevole!


La giuria di Minneapolis nel processo a Derek Chauvin, il poliziotto che ha ucciso George Floyd lo scorso maggio, ha emesso un verdetto di colpevolezza su tutti e tre i capi d’accusa. Non è stato solo trovato colpevole di omicidio colposo; la giuria lo ha trovato colpevole di omicidio. È un raro, storico momento dopo che il mondo intero si è sollevato con rabbia all’indomani dell’uccisione, e ha riportato immediatamente la gente nelle strade degli Stati Uniti. Il mondo ha condannato Chauvin prima ancora che una giuria fosse costituita.

Ciò che la classe capitalista, i suoi politici e i dipartimenti di polizia che eseguono i loro ordini sperano è che questo plachi la rivolta scoppiata l’anno scorso e riaccesa con l’uccisione di Daunte Wright e Adam Toledo. Ma sono preparati per altro, avendo schierato la Guardia Nazionale in numerose città e detto ai poliziotti che non ci sono giorni di riposo per ora.

Sta a noi chiarire che questa non è una condanna di una “mela marcia”, ma dell’intera forza di polizia degli Stati Uniti – e che il movimento non si fermerà finché non ci saranno più poliziotti e non vivremo in una società dove le vite nere contano. L’intero sistema di “giustizia” è colpevole – e il fatto che Chauvin sia incarcerato non lo rende in alcun modo “giusto” per la stragrande maggioranza delle persone che lo subiscono o “imparziale” in alcun modo.

Tutti conoscono la storia. Tutti hanno visto Chauvin uccidere George Floyd. Era un fatto, ripreso da un coraggioso spettatore mentre il piccolo gruppo che si era riunito veniva minacciato dai complici poliziotti di Chauvin.

Anche lo stato repressivo lo ha visto, e sapeva che tutti lo avevano visto. Che fosse un omicidio era indiscutibile. E poi il mondo è esploso nella protesta – forse il più grande movimento di protesta della storia. L’accusa ha messo in fila i poliziotti per testimoniare dopo che tutti si erano messi d’accordo: Chauvin doveva essere gettato sotto il proverbiale autobus. Mai nella storia dei processi contro i poliziotti per le loro uccisioni un capo della polizia ha testimoniato contro qualcuno del suo stesso dipartimento. Ma questa volta è successo.

Non si può esagerare: il movimento di massa che è esploso dopo l’omicidio Floyd ha conquistato questo verdetto, non i poliziotti “buoni” che testimoniano contro uno “cattivo” in un processo organizzato da procuratori “preoccupati”. E nonostante quello che uno di quei procuratori ha detto nella sua arringa finale, questo è stato un processo contro la polizia, non solo un processo contro Chauvin.

La vita di George Floyd è stata presa, brutalmente, non da un poliziotto solitario ma da un sistema capitalista razzista e repressivo che usa “corpi speciali di uomini armati” – come Lenin descrisse i poliziotti più di 100 anni fa – per proteggere la sua proprietà e i suoi interessi, dividere la classe lavoratrice e terrorizzare la gente, specialmente i neri. George Floyd è solo uno degli innumerevoli neri che sono stati assassinati per mano di questi “corpi speciali” – dopo tutto, l’origine dei dipartimenti di polizia degli Stati Uniti è nelle folle di vigilanti scatenate dai proprietari delle piantagioni per dare la caccia agli schiavi fuggitivi nel periodo precedente la Guerra Civile degli Stati Uniti.

Anche mentre il processo aveva luogo, le uccisioni da parte della polizia aumentavano. Come il New York Times ha riportato solo pochi giorni fa,

Dall’inizio delle testimonianze il 29 marzo, almeno 64 persone sono morte per mano delle forze dell’ordine in tutta la nazione, con neri e latini che rappresentano più della metà dei morti. A partire da sabato, la media era di più di tre uccisioni al giorno.

Alcune persone guarderanno questa decisione e diranno: “Questa è la giustizia”. L’ironia di dirlo mentre i poliziotti uccidono tre persone al giorno, e mentre Minneapolis, Philadelphia e altre città pullulano di soldati della guardia nazionale e polizia pesantemente armata, non dovrebbe sfuggirci. Non è così che appare la giustizia. Un sistema basato sull’ingiustizia non potrà mai fornire giustizia. George Floyd è stato assassinato dallo stato, e niente di ciò che lo stato fa può portare giustizia.

Daunte Wright. Adam Toledo. George Floyd. Breonna Taylor. Dobbiamo ricordare i loro nomi, e i nomi di tanti altri le cui vite sono state stroncate dalla polizia. Il capitalismo è una macchina per uccidere, e il razzismo è iscritto nel suo DNA. Che la condanna di Derek Chauvin sia l’inizio di un movimento per abolire la polizia e rovesciare questo sistema capitalista razzista e repressivo. Non ci sarà una vera giustizia per nessuna di queste vittime finché e a meno che non ci alziamo insieme e facciamo proprio questo.

#AllCopsAreDerekChauvin

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