Il 27.03, in molte parti della Germania, il trasporto pubblico regionale e il trasporto a lunga percorrenza erano completamente sospesi. La giornata di mega-sciopero si è conclusa, ma ha dimostrato che la crisi attuale sta spingendo i leader sindacali a un maggiore grado di mobilitazione.


Centinaia di migliaia di scioperanti del settore pubblico e delle ferrovie hanno paralizzato ampie zone del Paese. Che fossero autobus, treni o persino aeroporti: i sindacati hanno dimostrato in modo impressionante la loro forza. Ad accompagnare gli scioperi, ci sono state varie manifestazioni di diversa portata in multiple città tedesche. Ver.di (Vereinte Dienstleistungsgewerkschaft), il sindacato tedesco più importante nel settore dei servizi, si è mobilitato a livello nazionale per la trattativa contrattuale nel servizio pubblico.

Le manifestazioni sono continuate fino al mercoledì seguente, in cui era presente anche parte dell’EVG, sindacato dei dipendenti nel settore di trasporto e ferrovie, era presente a queste manifestazioni in solidarietà con i lavoratori del servizio pubblico. Secondo l’EVG, circa 1000 sedi in tutta la Germania erano in sciopero – con una partecipazione di più di 35000 ferrovieri alla giornata di arresto del lavoro. A Monaco di Baviera, i colleghi hanno ricevuto anche il sostegno del movimento per il clima.

 

Le tattiche impiegate per delegittimare lo sciopero

In vista della giornata di sciopero, non si è potuta evitare l’agitazione contro gli scioperanti. Il capo della Federazione delle piccole e medie imprese (BVMW) Markus Jerger ha descritto gli scioperi “presa di ostaggi”, mettendo la collettiva e legittima azione di un importante settore della classe lavoratrice alla stregua del sequestro di persona. La Deutsche Bahn, principale società ferroviaria tedesca, non ha mai cessato di affermare che l’EVG stesse portando avanti il conflitto a scapito dei passeggeri. Alla luce della sua offerta della scorsa settimana, che per molti lavoratori non avrebbe nemmeno garantito una paga oraria pari al salario minimo di 12€, questo è particolarmente sfacciato.

Volker Wissing, ministro dei trasporti espresso dall’FDP, il principale partito liberale tedesco e attualmente al governo, ha persino invitato gli stati federali, i Länder, a non impostare controlli del divieto di spostamento dei camion la domenica, pur esistendo un chiaro divieto di lavoro domenicale per i camionisti dipendenti (il quale non sarebbe stato controllato neanche). Ha sostenuto che ciò avrebbe portato a strozzature nelle forniture. Appena è uscita questa comunicazione, molti stati federali hanno di fatto sospeso i controlli, – fra cui anche quello di Meclemburgo-Pomerania, dove, dal 2021, governa una coalizione SPDLinke, i ovvero una coalizione composta dal principale partito social-democratico tedesco e dal polo della sinistra. Questa misura non è stata altro che un regalo per molte aziende di logistica per le quali il divieto di guida domenicale è sempre stato una spina nel fianco. Un regalo pagato a spese dei dipendenti.

Tuttavia, nonostante la propaganda avversa e l’apparente minaccia di una paralisi di qualsiasi tipo di spostamento, fosse esso di merci o persone, lunedì tutto è rimasto sostanzialmente calmo. Giornali come il quotidiano berlinese “B.Z.” che prima agitavano lo spettro dei blocchi per delegittimare lo sciopero, oggi sono passati ad un altro tipo di tattica diffamatrice, descrivendo lo sciopero come impotente. Il preavviso alla popolazione fornito da ver.di e dall’EVG ha sicuramente contribuito all’andamento tranquillo dell’azione di sciopero. Le aziende e i privati hanno potuto prepararsi, i lavoratori e le lavoratrici per l* quali è un’opzione si sono potuti coordinare per svolgere le proprie mansioni da casa, in home-office, e coloro che avrebbero dovuto spostarsi hanno potuto cambiare senza spese i giorni di viaggio di biglietti già acquistati. Ciononostante, si tratta di uno dei scioperi più grandi degli ultimi 30 anni in Germania. Il fatto che la Deutsche Bahn abbia dovuto interrompere completamente il traffico a lunga percorrenza ci fa capire quanti pochi siano i precedenti per una mobilitazione così vasta.

 

Il sostegno della popolazione

In generale, il livello di comprensione della popolazione per questo mega-sciopero è stato relativamente alto. Anche in un sondaggio della Bild-Zeitung, nota per le sue agitazioni antisindacali, circa il 40% delle 80.000 persone che hanno partecipato ha dichiarato di comprendere gli scioperanti.

Il fatto che la condivisione sia così alta è legato alla crisi, ma soprattutto all’inflazione, che colpisce la maggior parte della popolazione. Inoltre, bisogna tenere presente che pur sembrando “esagerate” le richieste dell’EVG – tra cui 650 euro di aumento salariale – bisogna tener conto il bassissimo livello salariale per alcune fasce del settore, le quali non ricevono nemmeno i €12 di salario minimo previsto per legge. Per loro, la cosiddetta offerta della Deutsche Bahn non avrebbe cambiato nulla. Invece dei dodici mesi richiesti, Deutsche Bahn ha proposto 27 mesi, per citare solo due insufficienze. Il capo della Deutsche Bahn, Richard Lutz, invece, ha potuto addirittura, invece, approfittare di un comodo aumento salariale del 10% solo in quest’anno (ben €90.000 in più, dai €900.000 che già ne percepiva).

 

Conciliazione dopo il fallimento delle trattative

Durante i tre giorni di trattativa tra sindacati e datori di lavoro sono state presentate alcune offerte da parte dei secondi, le quali tuttavia sono state considerate inaccettabili dai lavoratori; questo perché, a causa dell’inflazione, avrebbero comunque comportato abbassamento del salario relativo e riduzione della capacità d’acquisto soprattutto dei ceti salariali più bassi. Perciò, la Commissione Tariffaria Federale ha dichiarato il fallimento delle trattative; i datori di lavoro, in risposta, hanno deciso di avviare, dal 30 marzo, una Conciliazione, la quale deve essere accettata da parte dei sindacati, per un accordo risalente al 2011. La procedura prevede la nomina di una commissione di conciliazione costituita da 12 rappresentanti di entrambi gli schieramenti e da due conciliatori imparziali. La commissione in questi giorni cercherà di raggiungere un accordo per presentare una raccomandazione ai sindacati e datori di lavoro. Nel mentre, è entrato in vigore un divieto di lotta (obbligo di pace) fino a metà aprile. Ciò significa che in queste settimane nessuno sciopero verrà autorizzato, e i moti di ribellione della classe operaia tedesca sono stati, per il momento, rimandati.

La procedura è stata realizzata poche volte negli ultimi decenni, perché rappresenta l’ultimo mezzo per raggiungere un accordo per via negoziale. Verso la metà del mese di aprile, con la presentazione della raccomandazione di accordo, si riavvieranno le trattative, ma le possibilità che i lavoratori non accettino i termini sono alte; del resto, una situazione simile si verificò nel 1992, quando 89% dei membri del sindacato ÖTV (precursore di ver.di) avevano rifiutato la raccomandazione della commissione di conciliazione, portando allo sciopero di 11 giorni indetto dai dipendenti del settore del servizio pubblico. Uno sviluppo non impensabile nella situazione attuale, considerando un’affermazione del dirigente di ver.di Frank Werneke durante un’intervista: “Se il risultato della conciliazione non sarà sufficiente, saremo costretti a decidere sull’espansione e sulla prosecuzione della lotta, valutando le possibilità per la realizzazione di una vertenza a livello nazionale.”

 

Per ulteriori scioperi da parte di ver.di e EVG: unire la classe per uno sciopero generale

Nonostante questa impressionante giornata di scioperi, la direzione dell’EVG, sindacato dei dipendenti nel settore dei trasporti, ha svolto una forte pressione frenante, soprattutto nei confronti dei suoi iscritti. Non sono stati programmati scioperi di avvertimento durante le vacanze di Pasqua, e i dirigenti sindacali preferirebbero tornare direttamente al tavolo delle trattative. Anche se non sono stati esclusi ulteriori scioperi fino ad allora, non c’è stato nessun annuncio concreto. Nonostante l’enorme dimostrazione di forza avvenuta soprattutto grazie al collegamento con gli scioperi del servizio pubblico, questo legame deve essere ulteriormente espanso. Soprattutto tenendo a mente delle trattative in corso nel settore pubblico a Potsdam, è urgente costruire strutture comuni di coordinamento dei lavoratori EVG e ver.di, che discutano i prossimi passi nel corso della contrattazione collettiva e che votino in assemblee di lavoratori e lavoratrici su come continuare a scioperare insieme.

Ad esempio, sarebbe un segnale forte per tutti gli scioperanti e anche per i lavoratori di altri settori se EVG e ver.di non si limitassero a una simbolica giornata di sciopero congiunto, ma si preparassero insieme allo sciopero forzato, non accettando alcun accordo finché non saranno soddisfatte tutte le richieste da ferrovieri e dipendenti del settore pubblico. Ma questo sarà solo possibile se i colleghi si organizzeranno, democraticamente, in assemblee, e approveranno risoluzioni vincolanti per la direzione sindacale. Le assemblee di sciopero degli ospedali berlinesi, che si sono manifestate negli ultimi mesi, partendo da una situazione simile, danno un esempio importante di come possono essere organizzate tali strutture. Il prossimo passo potrebbe essere il contatto tra scioperanti dell’EVG e insegnanti, in sciopero a loro volta, per discutere come resistere a una eventuale conciliazione nel settore pubblico e come realizzare ulteriori scioperi coordinati.

A prescindere da quali settori effettivamente si riveleranno i più disponibili a forgiare alleanze nella contrattazione collettiva, lo sciopero del 27 Marzo è stato un segnale incoraggiante per tutt* coloro sperino di vedere un approfondimento della messa in discussione del sistema socio-economico esistente che sta attraversando alcuni paesi europei; tuttavia, è anche suonato come un campanello d’allarme per le burocrazie sindacali tradizionalmente passive e compiacenti, specie in un paese come la Germania. A questo atteggiamento si aggiunge quello, ormai pienamente “gestore” dell’esistente, delle formazioni politiche del centro-sinistra riformista, che nel migliore dei casi hanno potuto soltanto seguire da una certa distanza questa spinta di contestazione e rivendicazione sorta in seno alla classe lavoratrice tedesca (e, nel peggiore, hanno pure cercato di osteggiarlo). Questo ci dimostra ancora una volta che, per ottenere i cambiamenti desiderati, per migliorare la propria qualità di vita, la classe lavoratrice dovrà passare per la rivendicazione di tanti cambiamenti “necessari”, pressando le proprie dirigenze nel movimento sindacale, sgomitando per ottenere i propri spazi di confronto (dentro e “oltre” gli steccati di affiliazione sindacale) e decisionalità, con assemblee indipendenti di lavoratori e lavoratrici per meglio pianificare i passi di un percorso di sciopero, oltre che per poter discutere della dimensione politica in cui le proprie rivendicazioni devono indirizzarsi. Il futuro non è certo per la lotta dei lavoratori e delle lavoratrici del pubblico, ma alle tante battaglie cui dovranno far fronte dovranno rispondere in maniera compatta, senza disperdersi, per poter immaginare un futuro fuori dalle logiche remissive e conciliatrici di strutture già compiacenti da tempo, e al tempo stesso sfidare chi tutela l’interesse della borghesia nei processi decisionali che riguardano tutta la società tedesca.

L* nostr* compagn* di RIO, attraverso il loro giornale online Klasse Gegen Klasse, seguono e continueranno a seguire questo tanti altri processi di mobilitazione. Ai nostri lettori e alle nostre lettrici va l’invito di seguire sui loro social e sul loro sito il lavoro che svolgono in tutta la Germania per proporre un’alternativa concreta alla guerra, allo sfruttamento, al capitalismo.

 

Emma Hücker

È nata a Berlino nel 1999. Ha studiato chimica a Jena, Berlino e Napoli e sta conseguendo la laurea magistrale di chimica dell'ambiente e dei beni culturali a Firenze. Ha partecipato alle attività di Klasse gegen Klasse in Germania ed è militante della FIR.