Al capitalismo serve il fascismo.

I fascisti sono i servi dei padroni.

Ormai da decenni il movimento operaio ha (o avrebbe dovuto aver) elaborato e fatta sua questa posizione. Sicuramente qualcuno, a suo tempo, lo ha capito e la storia recente non pare aver smentito questo fatto. Basti pensare al lento e inesorabile slittamento a destra di tutto l’arco parlamentare anche europeo. I partiti borghesi si affidano sempre più a posizioni di destra che fino a qualche tempo fa avrebbero fatto gridare allo scandalo. Il razzismo della Lega, le posizioni xenofobe del populismo grillino il razzismo sempre più spinto delle stesse istituzioni democratiche borghesi da Minniti alle prefetture. Ma perché limitarci ai nostri confini, in tutto il mondo il populismo di matrice fascista prende piede, Le Pen, l’ultradestra in Germania e Austria, i rigurgiti monarchici e anti-democratici in Spagna e via degenerando.

Attraverso un percorso non sempre e non necessariamente lineare, insomma, i fascisti prendono potere dove e quando il sistema entra in crisi, prima per forzare la mano dei meccanismi democratico borghesi, poi per spezzarli, a prescindere da tutte le chiacchiere riguardo le repubbliche borghesi “antifasciste”. Anche nei luoghi di lavoro la situazione certo non cambia, anzi, probabilmente è ancor più accentuata, soprattutto dove la manodopera è per buona parte immigrata: i padroni devono estorcere valore alla classe operaia, e chi meglio di un razzista fascistoide può svolgere senza pesi sulla coscienza furti in buste paga, violenze psicologiche o fisiche, sfruttamento brutale nei confronti di lavoratori stranieri? Certamente un lavoro adatto a un fascista.

Un piccolo esempio pratico di questi mesi ce lo da un magazzino di Roma a Tor Cervara, che rifornisce i supermercati Tuodì di tutta Italia e che è salito all’onore della cronaca per le condizioni di sfruttamento disumane a cui erano sottoposti i facchini, in particolare quelli provenienti dal continente africano. Ora la proprietà è in concordato e i lavoratori che si sono visti sfruttare per centinaia di ore al mese, con irregolarità palesi praticamente in ogni ambito, dalle malattie non pagate, alle ferie negate, agli standard di sicurezza, ai veri e propri furti in busta paga, si vedono anche spiccare oltre novanta licenziamenti in seguito alla “crisi” del gruppo. Insomma i lavoratori prima sono stati spremuti come limoni e ora vengono gettati in mezzo ad una strada. Chi si occupava di gestire il magazzino a nome della proprietà era allora ed è tutt’oggi un individuo di nome David Zambrini, noto ai più come un dirigente di Casapound Italia, nota organizzazione neofascista, ed ora, probabilmente anche grazie all’ottimo lavoro da schiavista che ha portato avanti al soldo dei padroni di Tuodì si ritrova nella lista elettorale al Municipio di Ostia a sostegno del fascista Luca Marsella.

Insomma, il nostro si presenterà con un partito fascista, che dipinge gli stranieri come il male della nazione, e andrà a berciare le proprie stronzate razziste a (piccole) folle di disoccupati italiani che pensano davvero che non trovano lavoro perché “ci sono i neri che ce lo rubano”, però poi nel suo magazzino questi stranieri sono ben accetti, perché più ricattabili, perché non parlando o scrivendo bene la lingua italiana gli si può far passare di tutto sotto al naso, perché aizzare l’odio fra un lavoratore e un altro è necessario per tenere il magazzino tranquillo e spezzare la solidarietà ed è infinitamente più semplice se raggruppi i lavoratori in gruppi etnici, aizzando gli italiani contro gli africani, gli est europei contro tutti gli altri. Ovviamente tutto ciò solo in teoria visto che questi lavoratori si sono, infine, coraggiosamente ribellati a tale infame barbarie. Basterebbe anche solo questa storia per capire che tutta la campagna elettorale dei partiti fascisti non ha in se nulla di reale: solo ipocrisia e guerra tra poveri a buon mercato al servizio dei padroni.

Stessa cosa quando vengono sgomberate le case occupate dai rifugiati politici Etiopi, Somali o Eritrei. Il fascismo sventola di fronte alla folla abbrutita dalla crisi del capitalismo lo straccio della “casa agli italiani” ma senza di certo proporre soluzioni riguardo l’emergenza abitativa (e per essere chiari, l’unica soluzione nel paese dei palazzinari è l’esproprio dei grandi proprietari a vantaggio dei senzatetto), basta e avanza far inferocire la massa contro gli immigrati, in maniera che non si inferocisca verso i capitalisti che posseggono migliaia di appartamenti sfitti da anni e che non abbassano il prezzo dei fitti per evitare perdite.

Tutta la storia del fascismo è storia di servitù al servizio degli sfruttatori, nemico mortale della classe operaia, dei lavoratori, dei giovani nelle periferie metropolitane mangiate dalla speculazione. Dentro i luoghi di lavoro, come in Tuodì, l’unica arma vera per rispondere al fascismo è la solidarietà di classe, la lotta degli sfruttati contro gli sfruttatori, la difesa e l’attacco ad oltranza dei padroni e, così, anche dei loro lacché. Gli operai non hanno patrie da difendere, ma solo un sistema sociale violento ed ingiusto da rovesciare.

Di CM