Pubblichiamo di seguito il comunicato dell’Associazione Sindacale Pugno Chiuso.


1- GANDUSIO DIVENTERA’ UN ALBERGO O STUDENTATO?

Al momento il piano di evacuazione dei palazzi popolari di via Gandusio 6, 8, 10, 12 annunciato dall’assessore Virginia Gieri a dicembre 2016, per dare l’avvio alla ristrutturazione dei palazzi stessi, incassando i milioni di euro previsti per lo scopo dal piano Ri.Genera – a tal proposito: i conti non tornano – procede solo in minima parte.
Su 160 nuclei familiari se ne stanno andando circa una trentina, per lo più anziani, con un’assegnazione definitiva, che hanno avuto e accettato il cambio alloggio, spesso con una nuova assegnazione solo temporanea. Molti di loro lo hanno fatto malvolentieri perchè Gandusio è stata la loro vita nel bene e nel male, ma i più coscienti lo hanno fatto con rabbia sapendo, come ci ha detto una signora: “..che per tutti gli altri – quelli coi contratti a termine scaduti, o morosi per necessità, oppure occupanti per necessità – non c’è soluzione e che i palazzi di via Gandusio non saranno più palazzi popolari, ci faranno un albergo o uno studentato..” Sì, anche se ufficialmente ACER nega, i palazzi di via Gandusio a termine dei lavori non saranno più di edilizia popolare. In quartiere lo sanno tutti e persino i più spregiudicati funzionari di ACER lo van dicendo in giro.

Quindi per fare contenti i palazzinari che si sono presi l’appalto, trasformare l’area di via Gandusio – molto appetibile perchè vicinissima al centro – e rimpinguare le casse di ACER gli attuali inquilini di via Gandusio devono essere messi fuori…in strada.

2 – GLI INQUILINI SONO STATI RAGGIRATI E RICATTATI, MA QUALCUNO NON SI E’ FATTO FREGARE – RESISTE.

Gli attuali inquilini di via Gandusio sono soprattutto nuclei familiari col contratto a termine scaduto.
Le tipologie di contratto sono però diverse tra loro:
– 80 nuclei sono seguiti da associazioni finto-sociali che hanno il contratto di locazione intestato al loro posto e attualmente stanno tentando di convincere questi inquilini – tra questi moltissime ragazze madri – a firmare contratti provvisori ancora più brevi di quelli precedenti e poi arrangiarsi. Non tutti accetteranno.

– Altri inquilini, una trentina, hanno invece contratti a termine di diversa durata (da uno a tre anni), scaduti o in scadenza, di cui sono diretti intestatari, dunque appena meno ricattabili di quelli che sono costretti a stare sotto il vischioso e lucroso controllo delle associazioni di cui sopra.

Alcuni di loro sono proprio quelli che hanno dato vita al Comitato Inquilini via Gandusio e ora sono di PUGNO CHIUSO e con noi si sono ribellati qui e nelle case popolari di Bologna: agli SFRATTI, al ricatto dei contratti a termine e al nuovo bussiness della disperazione che da più di 10 anni va avanti con associazioni finto-sociali che intascano fior di finanziamenti per turnare come delle bestie migliaia di persone nelle case popolari di tutta Bologna, fingendo di risolvere i loro problemi.

ACER lascia così tante case sfitte, le occulta, rompe i sanitari e le mura o le blinda per non assegnarle, aspetta di svenderle all’asta, convertirle in edilizia privata, insomma obbedendo al PIANO CASA di Renzi – svende un patrimonio della classe operaia: le case popolari, per LUCRARCI. Subito o in futuro.
ACER che dichiara poche centinaia di appartamenti sfitti in tutta la città, ne ha in realtà svariate migliaia, almeno 4000 (dato Sunia).

L’abitante temporaneo di casa popolare che sta sotto associazione finto-sociale frutta invece all’associazione quasi 1000 euro al mese, è un bel business no?
Poi magari lavora gratis, o quasi, per l’associazione stessa o una coop amica, o un prete e non avrà mai un lavoro serio e un alloggio popolare definitivo.

– Infine altri ancora in Gandusio sono occupanti, per necessità.
Noi giustifichiamo tutte queste occupazioni per il solo fatto che non si può dormire per strada o in cantina mentre ci sono case popolari vuote che ACER non assegna, occulta distrugge e svende.
Crediamo però che sia anche doveroso da parte di chi occupa comportarsi bene e se se ne ha la possibilità rimettere a posto gli appartamenti lasciati all’abbandono dalle istituzioni.
Gli occupanti che hanno aderito a PUGNO CHIUSO sono, da questo punto di vista, più che virtuosi, come abbiamo già mostrato anche ai dirigenti di ACER con tanto di foto del prima e del dopo occupazione.

Ricordiamoci che i palazzi di via Gandusio interamente costruiti con i fondi della Gescal – tassa sui salari – sono patrimonio della classe operaia, destinati ai bisognosi.
Per questo vanno trattati bene, perchè c’è il sudore dei nostri nonni e il profumo dei nostri guai in queste mura.

Nei palazzi di via Gandusio che ACER e Comune di Bologna vogliono sgomberare e riqualificare per intascarsi i milioni del piano Ri.Genera e per trasformarli in albergo o studentato o altro ancora, ma non più edilizia popolare, ABBIAMO TROVATO LA NOSTRA COMUNITA’ E LA NOSTRA VOGLIA DI RISCATTO.
NON LI LASCEREMO SENZA COMBATTERE.

P.s: Da quando esistono i palazzi di via Gandusio – 40 anni – sono stati esposti all’area dell’ex-gasometro, dove ora è situata HERA, che fino a due anni fa era di fatto una discarica industriale, c’è un’intera puntata di REPORT in merito. Nella puntata di REPORT, il sindaco Merola e i dirigenti HERA fanno scena muta sugli svenimenti degli operai che lavoravano nel sito in questione – di fronte a Gandusio. Ora l’area è stata bonificata, o meglio diciamo che lo schifo è stato coperto, ma per anni gli inquilini delle case popolari di via Gandusio, gli ULTIMI, quelli che anche se crepano chi se ne frega, sono stati esposti a quello schifo e molti si sono ammalati, altri sono morti, COMBATTREMO PURE PER LORO.

GANDUSIO DEVE RESTARE EDILIZIA POPOLARE
TUTTI GLI ABITANTI DI GANDUSIO DEVONO AVERE UNA SOLUZIONE.

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.