Un nuovo ricatto da parte della proprietà colpisce i lavoratori GKN che rilanciano con il polo pubblico della mobilità e una grande mobilitazione a Bologna il 22 ottobre. Sostegno alla lotta dei lavoratori di Firenze, per una convergenza permanente dei movimenti sul terreno della lotta di classe.
In queste ore gli operai GKN hanno ricevuto una vera e propria minaccia dal padrone Borgomeo: o accettate la cassa integrazione straordinaria, o l’accordo volto alla reindustrializzazione salta. Finora il Collettivo si era opposto alla firma di questo strumento chiedendo impegni concreti da parte della proprietà. Non esiste infatti ad oggi un reale piano da parte di QF, il ‘veicolo’ in cui è inglobata GKN-Firenze da gennaio nell’attesa di nuovi investitori. Se è vero che un consorzio di 4 aziende ha manifestato interesse nei confronti della fabbrica, nessun dettaglio è stato fornito rispetto a come le nuove produzioni garantiranno i livelli occupazionali e le condizioni di lavoro. Nel frattempo, il padrone ha chiesto un aiuto di 50 milioni di euro a Invitalia (agenzia del ministero dello sviluppo economico), senza tuttavia meglio dettagliare il piano di reindustrializzazione che si profila.
Accettare la cassa integrazione straordinaria vorrebbe dire legittimare i fumosi progetti di Borgomeo e produrre ulteriore demobilizzazione. Anche la FIOM denuncia il ricatto associato alla manovra del padrone, ma è evidente che il gioco della proprietà è quello di scaricare sugli operai la responsabilità per il mancato accordo. Di conseguenza per controbattere non basta l’indignazione impotente del segretario Calosi sulle pagine della Nazione, ma è necessario alzare la posta in gioco sul terreno della mobilitazione e della proposta politica. Esattamente quello che continuano a fare i lavoratori GKN: se Borgomeo non ha un piano per la reindustrializzazione, loro hanno le idee chiare. La fabbrica deve diventare un polo pubblico integrato per la mobilità sostenibile, gestito dai lavoratori; una rivendicazione che sarà di nuovo al centro dell’assemblea lanciata dal Collettivo per il 9 di ottobre e che farà parte delle parole d’ordine della grande mobilitazione del 22 a Bologna.
Qui convergeranno vari movimenti locali e nazionali, unendo agli slogan operai l’opposizione al passante (una grande infrastruttura inutile e anti-ecologica che si vuole costruire – con il patrocinio del partito democratico – nel capoluogo emiliano). Date come questa sono fondamentali per tenere viva la mobilitazione nel nostro paese, tuttavia non ci si può limitare alla convergenza in singoli avvenimenti. l’intervento attivo tra i lavoratori – e come lavoratori, ricordano i compagni di Stati Genderali – deve diventare un orientamento e una pratica quotidiana dei movimenti LGBTQ+ ed ecologista: la lotta degli operai di Firenze potrà ottenere un successo decisivo solo coinvolgendo settori più vasti della classe lavoratrice, così – d’altro canto – solo il protagonismo dei lavoratori può fornire la forza materiale affinché le battaglie contro le oppressioni di genere e la crisi ecologica possano vincere.
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