Dopo anni e anni di staticità culturale e sociale, finalmente anche Rimini si è decisa ad ospitare un evento di grande portata storica come quello del Pride. Il 29 luglio, infatti, si svolgerà per la seconda volta sulla riviera romagnola, da Ravenna fino a Cattolica, la grande sfilata in difesa dei diritti LGBTQI conosciuta con il nome di Summer Pride. L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre diecimila persone lo scorso anno, ha ormai acquistato importanza turistica e culturale in tutta la regione dell’Emilia Romagna, che sembra avere assunto, negli ultimi anni, un atteggiamento in linea con i valori di uguaglianza e rispetto verso tutte le forme di amore rappresentate dal movimento LGBTQI sostenuto, in particolare, dall’associazione dell’Arcigay. Nonostante ciò, non sono però mancate voci di dissenso verso queste aperture ideologiche, provenienti soprattutto da alcuni esponenti radicali del mondo cattolico (un esempio su tutti è la processione riparatrice a Reggio Emilia), dal partito neo fascista Forza Nuova, che minaccia continuamente reazioni a mano armata nelle città e anche da partiti più moderati sempre di bassa influenza elettorale come Fratelli d’Italia e il Popolo della Famiglia.

Quest’ultimo partito citato in causa ha visto la sua vittoria elettorale, in una lista civica assieme a Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e un altro micro partito, nel giugno del 2014 con la candidata sindaco Renata Tosi nel comune romagnolo di Riccione. Alle elezioni amministrative dello scorso 26 giugno, nonostante la crisi di maggioranza, è poi stata rieletta dai riccionesi che han preferito, al posto di un rinnovamento di centro sinistra, una continuità conservatrice di centro-destra. Renata Tosi ha infatti vinto le elezioni battendo l’altra candidata Sabrina Vescovi del PD ottenendo il 51,45% contro il 48,55% ai ballottaggi. Pur cavalcando il bisogno di un rinnovamento sociale per la città, il sindaco Tosi ha in realtà continuato su una linea ultra conservatrice e ultra tradizionalista rifiutandosi di concedere il patrocinio per il comune di Riccione all’evento del Summer Pride. Dinanzi alla domanda “darà il patrocinio al Summer Pride?” la sua secca risposta è stata “assolutamente no”, con la seguente motivazione: “per le iniziative che si svolgono fuori dal territorio comunale può essere concesso solo se hanno rilevanza per la città in quanto ne promuovono l’immagine, il prestigio, la cultura l’arte e le tradizioni”. Secondo il sindaco di Riccione, quindi, il Summer Pride è un evento che non promuove l’immagine, né il prestigio, né la cultura, né l’arte e nemmeno le tradizioni della città. Soprattutto le tradizioni, le sue tradizioni! Quelle tradizioni del cattolicesimo imperante che da sempre nega la libera espressione individuale, discrimina le minoranze e sottomette la donna all’uomo.

Una scelta spiazzante insomma, che vede la riconquista del campo sociale e politico da parte della reazione delle destre anche nella riviera romagnola, nella totale assenza di organizzazioni operaie nel territorio che possano contrastare questa rapida ascesa rifiutando qualsiasi patteggiamento con le istituzioni. Il Pride è una manifestazione che andrebbe fatta al di là di ogni patrocinio, al di là di ogni riconoscimento istituzionale e al di là dell’ottenimento dei diritti democratici! Se il Pride non è riconosciuto dalle istituzioni come la Regione e i Comuni tanto meglio, vuol dire che è una manifestazione nel suo vero senso della parola! Vuol dire che lo scopo ultimo non è solo ottenere dei diritti e invitare poi il parlamentare Monica Cirinnà (di cui faremmo anche volentieri a meno) ai vari Pride, ma è anche e soprattutto lottare per l’abolizione della società divisa in classi avendo compreso che la discriminazione di genere non è un fenomeno a sé, ma è un fenomeno che fa parte della strategia borghese per dividere le classi lavoratrici. La strategia tipica del popolo della sinistra e dei riformisti, che vede il patteggiamento e il comune accordo con le classi dirigenti, è una strategia che a lungo andare si rivela inconcludente e fallimentare, favorendo nel frattempo le forze politiche più reazionarie ed estremiste.

Azimuth

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