In questo periodo dell’anno si stanno svolgendo in Italia le manifestazioni di orgoglio LGBT, raccolte sotto l’insegna dell’Onda Pride. In tutta Italia la comunità LGBT rivendica con orgoglio la propria esistenza, contro ogni forma di omofobia e discriminazione.
Pur con qualche polemica, anche all’interno del mondo LGBT , i Pride stanno riscontrando grande successo e sono ancora più numerosi e partecipati dell’anno precendente. Tuttavia quest’anno, assistiamo anche ad un intensificarsi delle proteste da parte del mondo ultracattolico. Infatti alcuni estremisti cattolici hanno riesumato il rito delle pubbliche cerimonie di riparazione. Questo rituale medievale, era molto comune nei tempi passati. Esso serviva per chiedere perdono di fronte a Dio rispetto ad atti sacrileghi che venivano compiuti in città (furti di ostie, profanazione di sepolcri).
Su questa base dottrinale un neonato comitato di Reggio Emilia “Comitato Beata Giovanna Scopelliti”, ha organizzato una cerimonia di pubblica riparazione per il Pride che, di lì a poco, si sarebbe verificato in città. Con un comunicato che ricorda I tempi più bui e intransigenti del cristianesimo, il comitato si prefigge di “organizzare una grande processione a riparazione dello scandalo pubblico.” e di scendere “A difesa dell’unico e vero Credo in Nostro Signore Gesù Cristo, a difesa della Sua Immacolata Madre, a difesa delle virtù come la Purezza, la Castità, e a tutto ciò che la Santa Madre Chiesa lungo i secoli sempre ha raccomandato.”, affermando che “Il peccato impuro contro natura, come insegna il Catechismo, grida vendetta al cospetto di Dio e, quando palesato pubblicamente, attira ancor più l’ira del Signore sopra al popolo”. L’obiettivo di questa manifestazione sarebbe quindi “far risplendere, in un giorno di buio e di grave peccato, il lume della Fede Cattolica.”
La medievaleggiante cerimonia di riparazione si è infatti verificata a suon di preghiere in latino e di rituali codificati da papa Pio XI.
Ma il caso di Reggio Emilia non è l’unico, anche a Pavia, per il gay pride del 10 Giugno, si assiste alla nascita del comitato “Beata Veronica da Binasco”, il cui primo atto è stato uscire con un comunicato contro il gay Pride. Lo scopo del comitato è quello di “invocare la protezione divina sulla città di Pavia e offrire alla Divina Maestà una congrua riparazione per i peccati che così gravemente offendono il Sacro Cuore di Gesù e il Cuore dell’Immacolata Sua Madre.”. I toni ed I termini, come possiamo osservare, sono simili a quelli usati dal comitato “Beata Giovanna Scopelliti” di Reggio Emilia. Il comitato inoltre giustifica l’atto come necessario per la salvezza delle anime: “la nostra sincera preoccupazione per la salvezza eterna delle anime delle persone coinvolte, perché tutti siamo custodi dei nostri fratelli e sorelle di cammino”.
La chiesa di oggi è una chiesa che si reinventa, che fa di tutto per ripulire la sua immagine: travolta dagli scandali dei preti pedofili e della banca vaticana. Essa tuttavia, per quanto voglia dimostrarsi progressista, è in realtà un ostacolo alla libertà dell’uomo, alla sua libera espressione e determinazione. Questi rigurgiti medievali sono la dimostrazione della reale natura della chiesa: un’istituzione reazionaria che opprime le masse in nome di Dio. Un Dio che ha bisogno di rituali di riparazione e di cerimonie in latino, che necessita l’intervento di un comitato bigotto per salvare le anime, che ha bisogno di una chiesa, seduta su una montagna d’oro, che parli a nome suo.

Adelchi

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.