Pubblichiamo di seguito il comunicato scritto dagli infermieri iscritti al Sindacato Intercategoriale Cobas ai colleghi romani iscritti al Cobas, che per aver protestato oggi sono minacciati di licenziamento.


Solidarietà ai 2 compagni della Confederazione Cobas dello Spallanzani minacciati di licenziamento dalla Direzione.

La denuncia delle carenze dovrebbe essere il primo atto preventivo a presidio della salute. Per la direzione dello Spallanzani è una colpa da sanzionare.

Catalizzatore del vigliacco procedimento disciplinare è stata la passerella-visita del governatore della Regione Lazio e della Ministra della Salute in visita all’ospedale. La augusta delegazione ha incrociano la diffusione di un volantino che vuole mettere a nudo criticità e pericoli per l’utenza.

Le vette della ipocrisia si hanno quando le stesse aziende chiedono di compilare schede per la denuncia dei rischi clinici e delle inefficienze al solo scopo di manlevarsi e incanalare denunce e proteste in fiumi che finiscono sempre nel deserto.

E’ evidente il fine intimidatorio, contro tutti i lavoratori, a partire da chi osa affermare che il Re è nudo. Il silenzio dei sindacati di regime è come un tappeto srotolato per favorire il passaggio di misure che portano alla liquidazione della sanità pubblica. I nostri compagni tra le altre cose denunciano l’adozione degli Orari europei che prevedono, 11 ore di riposo tra un turno e quello successivo e la pausa di almeno 10 minuti dopo 6 ore di lavoro, da corso, sia pur in via sperimentale, a turni di 12 ore di giorno e 12 ore di notte. Mettere in evidenza che con il perdurare del blocco delle assunzioni queste stesse misure sbandierate come approdo di civiltà diventano regressive e pericolose per infermieri, medici e pazienti è una verità scomoda. Dimostrino dove sono le bugie.

Intanto, tutto diventa più flessibile e precario, lo stesso principio che fissava per legge la durata della giornata lavorativa viene abolita. Mentre la monarchia sabauda fissava in dieci ore la estensione massima della giornata di lavoro, con i nuovi criteri le aziende possono estenderla sino a 12 ore e 50. Altra flessibilità è nel trasferire alla sanità l’orario multi periodale, proprio delle attività stagionali. Si possono aggirare i vincoli per lunghi periodi salvo rientrare nelle medie nei mesi successivi. Dove finisce il tempo di lavoro e dove inizia il tempo di vita?

Questa rivoluzione dei turni è un grave peggioramento delle condizioni di lavoro. E’ un errore pensare che questo sia la conseguenza di una errata applicazione o di protervia da parte delle direzioni, è invece l’esatta e conseguente applicazione delle norme senza peraltro che vi sia una ufficializzazione. E’ La linea del fatto compiuto in silenzio e senza pubblicizzazione. Ma è un errore altrettanto grave da parte di certa sinistra non vedere che a macchia di leopardo questa linea si stia affermando. Il restare in attesa che il nemico ufficializzi i propri intenti serve a dare via libera alle controriforme che avanzano.

Solo l’unione e la lotta può fermare questa deriva.

21-7-17

S.I. COBAS P.I.

 

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.