Sono scesi in piazza davanti Palazzo San Giacomo con bare, manifesti funebri, divise e attrezzi del mestiere perché da mesi non percepiscono lo stipendio. I seppellitori del cimitero di Poggioreale Santa Maria del Pianto stanno continuando a lavorare senza compenso, per evitare che le salme vadano a deposito. Ma la loro rabbia è tanta e minacciano di fermarsi, bloccando i servizi cimiteriali. Sono 40 lavoratori che dipendono dalla Multiservice, società che gestisce in appalto le operazioni di sepoltura nel cimitero di Poggioreale, il cui titolare non percependo quanto dovuto dal Comune, scarica tali inadempienze sui lavoratori. Questi nonostante tutto continuano a lavorare per non creare un disservizio al popolo ed ai lavoratori napoletani, considerato che buona parte di esso, appartenente alla classe subalterna, è ancora legato a tali usanze e tradizioni religiose. Ma la misura è colma ed a scendere in piazza al fianco dei seppellitori sono stati anche altri lavoratori del comparto cimiteriale con la consapevolezza che bisogna unire le lotte e creare un coordinamento delle singole vertenze del lavoro.

E’ noto a tutti che tale vertenza si trascina da tempo: da Febbraio i lavoratori non percepiscono il salario, l’appalto è partito il 4 ottobre 2016, nel bando è previsto un pagamento alle aziende aggiudicatarie a 120 giorni, e nonostante ciò ancora nulla. Gli operai fanno sapere che sono mesi che protestano, e che ci sono state due assemblee nel Cimitero, il 28 febbraio e il 2 maggio, durante le quali si sono verificati episodi spiacevoli con la popolazione che, dinanzi ai rallentamenti delle operazioni mortuarie, hanno minacciato violenza agli operai stessi. A fronte di tutto questo l’Amministrazione Comunale continua nel proprio silenzio e l’azienda aggiudicataria dei lavori non paga gli operai cullandosi sull’inottemperanza contrattuale del Comune.

Davvero contraddittorio l’atteggiamento dei padroni che “condividono” le difficoltà con i lavoratori ed invece si guardano bene dal condividere i profitti ed i privilegi. È opportuno precisare che tale situazione si trascina già da qualche anno quando nel gennaio 2016 i seppellitori incrociano le braccia dopo la pubblicazione di un bando di affidamento dei servizi di sepoltura che minacciava il loro posto di lavoro. Da lì la protesta degli operai che comportò in una sola giornata il mancato seppellimento di 16 salme depositate temporaneamente nell’obitorio del cimitero.

È chiaro allora come le cause di queste vertenze siano di natura politica e siano tutte imputabili all’Amministrazione Comunale e della Giunta De Magistris, che a fronte di uno stra-annunciato cambiamento epocale e vari proclami populisti, continua a fare orecchie da mercante nei confronti del mondo del lavoro che chiede risposte concrete (vedi fallimento Napoli Sociale, fallimento Terme di Agnano, Vertenza Anm, proteste lavoratori ABC e Consorzio San Giovanni a Teduccio) ma soprattutto un cambio radicale e anticapitalista della linea politica. E dopo quasi 10 anni dovrebbe risultare oramai chiaro l’impossibilità che una strada del genere sia praticata da una Giunta come quella di De Magistris, semplicemente perché essa non ha mai rivendicato nessuna rottura rivoluzionaria. Lavoratori e sindacalisti combattivi dovranno necessariamente auto-organizzarsi e costruire un coordinamento intersindacale di lavoratori e lavoratrici che si opponga non solo alle politiche borghesi anti-operaie ma anche alla corruzione ed all’ostruzionismo delle burocrazie sindacali.

Di Paolo Prudente

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.