Sembrava fosse ieri il fatidico giorno in cui Merola e Borgonzoni si affrontarono in ballottaggio alle elezioni comunali. Ricordo che un conoscente simpatizzante di “sinistra” mi confessò che avrebbe votato Merola, a malincuore certo, pur di non lasciare la città di Bologna in mani leghiste: “con la Lega al governo Bologna sarebbe un perenne stato di polizia” diceva. Come poi andarono le cose lo sappiamo tutti. Merola venne riconfermato sindaco e oggi, col PD al governo, la sostanza rimane la stessa. A dimostrazione di quello che abbiamo spesso affermato, e cioè che PD e Lega sono due volti dello stesso potere (padronale). Numerose vicende locali e nazionali non fanno altro che confermare un’appiattimento e un’assenza di distanza tra le due forze politiche anche sul piano culturale e “antropologico” oltre che su quello politico (si pensi al consigliere pd marchigiano che lo scorso Luglio esultò per la morte di Carlo Giuliani o alla sindaca PD che alza le tasse a chi ospita i migranti). Ma veniamo al dunque.

Oggi, 8 Agosto, è un giorno nero per Bologna. Nero come un lutto. Nero come il “fascismo” istituzionale di chi la governa. Oggi è il giorno del grande  salto di qualità dell’opera repressiva e normalizzatrice ampiamente ed entusiasticamente promossa dal PD (così come dalla Lega). Oggi il LABAS di Via Orfeo e il CRASH di Via della Cooperazione sono stati vigliaccamente e violentemente sgomberati. Entrambi i centri sociali erano da mesi minacciati dai poteri delle città tanto che ieri sera gli attivisti del Labas hanno spedito una mail agli iscritti delle loro mailing list e contattato diversi compagni invitando  tutti ad accorrere in prima mattinata, presentendo uno sgombero che poi di fatti è avvenuto, con la forza e la brutalità di cui la polizia è spesso capace. Alcuni attivisti si sono potuti recare sul posto per tentare di difendere col proprio corpo uno spazio che nel quartiere Santo Stefano era molto amato, perché cuore pulsante di numerose attività culturali e sociali: sportello e accoglienza migranti, cene sociali, biopizza, concerti, cineforum (anche di un certo spessore). Molti però, dato il mese di Agosto, non erano in città o erano troppo lontani per accorrere. Non è un caso che la Questura abbia scelto proprio questo periodo per colpire.

Il Labas alla fine è stato sgomberato. Dopo 3 ore di resistenza e alcuni atti di violenza da parte della polizia, documentati dagli stessi attivisti su Facebook.

Lo stesso è accaduto al Crash, con la differenza che in questo seconda caso non c’è stata possibilità di resistenza da parte dei militanti: si sapeva che sarebbe successo ma non quando (per maggiori informazioni sul Crash).

Di seguito il comunicato di solidarietà da parte del Coordinamento Studentesco Rivoluzionario (CSR):

Sgomberati (l’uno con annuncio già ieri, l’altro “a freddo”) stamattina Làbas e Laboratorio Crash: ad agosto, con una Bologna semideserta, procura e questura han pensato bene di chiudere due partite in un sol giorno, di modo da sbloccare finalmente i progetti urbanistici già pronti per entrambe le aree, specie quella della ex-caserma Masini (Làbas), in pieno quartiere Santo Stefano, dove la proprietà statale della Cassa Depositi e Prestiti vuole erigere un grande complesso residenzale e commerciale.

Ancora una volta i fatti dimostrano che persino attività assolutamente pacifiche e che in sé non minacciano l’ordine pubblico ed economico della società, ben saldo tra gli artigli rapaci della borghesia, hanno come destino quello della repressione violenta e della riconversione in spazi capaci di generare profitto per pochi capitalisti e per il loro Stato. AI compagni di Làbas e Crash che hanno animato questi spazi per anni va la nostra piena solidarietà.

Il ciclo cittadino e nazionale di sgomberi violenti di realtà abitative e spazi autogestiti pone di fronte lavoratori, studenti, tutti gli sfruttati, ai compiti che ci si pongono per non soccombere sempre di più dr fronte al capitale che ci sfrutta, ci divide, ci reprime.

Rivendicare un capitalismo umano e una polizia “al servizio del popolo” è un’illusione sempre più evidente e dannosa.
Rivendicare l’estirpazione della radice dei nostri mali, la dittatura di banchieri industriali e palazzinari, è l’unico sentiero percorribile che ci rimane.

 

Matteo Iammarrone

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.