Capire cosa sia il fascismo è dirimente in una società umana che si avvia ad una svolta reazionaria di dimensioni gigantesche. Assistiamo ogni giorno ad episodi di malsana violenza fascista, quale creazione di un odio razziale e al tempo stesso espressione politicamente organizzata.
Per molti il fascismo italiano è relegato ad un periodo storico ormai lontano, legato ad un partito e ad un dittatore, entrambi consegnati alla storia. Costoro lo rimandano ad un tempo passato negandolo all’attualità, fino al punto di affermare l’inutilità dell’antifascismo.
Anche molti antifascisti relegano il fascismo ad un passato dal quale prendere le distanze attraverso una continua condanna, ricordando magari le nefandezze espresse dal regime e aborrendo l’ideologia della quale si fece interprete, nella convinzione che ciò aiuti ad impedire che si ripeta. Proposte come quella di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini avanzata in molte città, in risposta al nascere di nuovi nazionalismi e idee di superiorità etniche, appare ben poca cosa, ad esempio, rispetto alla richiesta di messa al bando di organizzazioni politiche di ispirazione fascista e reato d’apologia al fascismo.
È persino facile notare come taluni antifascisti, protesi nella lettura del passato, non colgano la sua attualità, né i modelli contemporanei dei quali si veste, e anzi, proprio il ricordo del passato diventa un velo che impedisce di riconoscerne l’evoluzione. Caso emblematico e al tempo stesso eclatante, è quello del Movimento Fasci italiani del lavoro e delle liste elettorali ad esso collegate, presentate in tutta Italia da almeno quindici anni a questa parte e che in una circoscrizione nel mantovano, nell’utima tornata elettorale, ha ottenuto un risultato considerevole.
Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.