La salma di Vittorio Emanuele III è stata riportata in Italia per un mero “atto di compassione”, è quanto dichiarato dal presidente del Senato Pietro Grasso.

Siccome risulta del tutto evidente che i morti non possono sentire la compassione umana in quanto sono cessate tutte le loro funzioni celebrali, l’atto “caritatevole” è evidentemente rivolto alla famiglia reale dei Savoia.

La salma è stata riportata in Italia, con tanto di onori militari, con la presenza dell’ambasciatore e con un aereo militare pagato dallo Stato italiano, dalla Cattedrale di Santa Caterina situata nella città di Alessandria in Egitto alla città di Cuneo. Un volo di migliaia di chilometri per riportare il defunto accanto alla moglie.

Un atto politico di sudditanza di cui i proletari non sentivano certo la mancanza, ma che eventualmente la borghesia sentiva di dover compiere. Ogni scelta e decisione realizzata dai governi borghesi è una scelta politica. Tali gesti non si fanno per il semplice gusto di farli. Gli interessi politici e quelli economici hanno dettato l’agenda del governo.

Un atto di riverenza e di omaggio verso la monarchia sabauda che ha l’obiettivo di riallacciare i rapporti istituzionali con i Savoia ma anche eventualmente quello di far rientrare alcuni capitali legati alla corona verso l’Italia e, principalmente, in considerazione delle scelte fatta dai Savoia di rinunciare alle cause economiche contro lo Stato italiano per presunti danni dovuti all’esilio e per ritornare in possesso delle vecchie residenze dei Re. La Casa Savoia aveva infatti chiesto all’Italia circa 260 milioni di euro. Tale distensione delle relazioni politiche valgono bene un atto di “compassione”.

Per creare le condizioni di una collaborazione con la monarchia è in atto da tempo un processo di revisione storica che si pone l’obiettivo di coprire e rimuovere le colpe delle teste coronate per le loro responsabilità nei due conflitti mondiali, per le collusioni con il fascismo, per le guerre coloniali, per le leggi razziali e per i crimini contro l’umanità di cui essi si sono macchiati. Un processo di revisione storica già comunque in atto da tempo e che trova in questo atto di servilismo un ulteriore conferma.

La monarchia sabauda ha avuto la colpa, oltre quella di essere stato uno strumento di oppressione contro le masse contadine e proletarie dell’epoca, di aver permesso che il fascismo prendesse il potere in Italia favorendo la marcia su Roma. Una marcia che poteva tranquillamente essere dominata in quanto composta principalmente da uomini poco armati e male organizzati. Un’armata brancaleone che non poteva reggere il confronto con l’esercito della Casa Savoia.

In combutta con il fascismo, i Savoia hanno sterminato in Africa intere popolazioni con l’uso di gas velenosi, violentato donne e bambini, diffuso malattie in zone dove queste erano sconosciute (tra queste la sifilide) e istituzionalizzato la pedofilia attraverso il cosiddetto “madamato”. Hanno inoltre taciuto sull’omicidio Matteotti, hanno accettato e firmato nel 1938 le Leggi razziali, sotto la legge che istituì il razzismo in Italia ci fu la firma di Vittorio Emanuele III, la salma di cui oggi ci si muove a compassione.

La monarchia in combutta con il fascismo aggredì la Spagna repubblicana, il Re Vittorio Emanuele si autoproclamò anche Re d’Albania ed Imperatore dopo aver conquistato l’Etiopia. Dichiarò inoltre guerra alla Francia, all’Inghilterra e alla Russia, partecipando insieme alla Germania Nazista alla seconda guerra mondiale, diventando a pieno titolo corresponsabile dello sterminio degli ebrei e degli oppositori politici in tutta Europa. Tra questi ricordiamo i vent’anni di carcere di Antonio Gramsci. Il Tribunale dell’epoca che lo condannò affermò che bisognava impedire a questa mente di pensare.

Fame, mancanza di acqua, malattie, distruzioni, bombardamenti, soldati che tornavano dal fronte con malattie mentali e mutilazioni, queste furono solo in parte i crimini di cui si macchiarono le teste coronate dei Savoia e quando le cose si misero male al Re non venne nemmeno il coraggio di affrontare gli eventi e lasciata Roma scappò a Brindisi con la moglie.

Bene, a quest’uomo lo Stato italiano oggi rende omaggio con un atto di servilismo fatto passare per un gesto di umana pietà.

I tempi cambiano, le colpe vengono coperte, nascoste e gli interessi politici ed economici prendono il posto dei valori tanto sbandierati dopo la guerra.

La vecchie monarchie, così pure dicasi per il Vaticano, sono ormai immersi totalmente dentro i meccanismi capitalistici ed i loro profitti nascono in gran parte dalla gestione di attività finanziarie e commerciali. Una divisione e contrapposizione tra borghesia e le moderne monarchie nella realtà non esiste più. L’ancièn regime ed i “parrucconi” medievali sono ormai un ricordo del passato. La borghesia ha fagocitato ogni Stato ed ogni istituzione monarchica trasformandoli in elementi del mercato globale.

“Parigi val bene una messa”, e così pure un gesto “umano” può essere utile per cancellare ogni contrasto giudiziario tra lo Stato italiano e i Savoia, ma anche per realizzare qualche buon affare tra borghesi.

di Salvatore Cappuccio