Il protocollo “medievale” che segue la morte della Regina Elisabetta II costerà al popolo britannico miliardi di sterline, in un momento in cui l’inflazione è già superiore al 10% e si prevede che raggiungerà il 18% all’anno, il che ha già provocato un’ondata di scioperi come non se ne vedevano da anni.


Operazione London Bridge. Questo è il nome in codice dato al piano che verrà attivato nei giorni e nelle settimane successive alla morte della Regina Elisabetta II, annunciata oggi dopo molte ore di speculazioni sulle sue “condizioni gravi”.

L’intero processo burocratico che ne consegue, un residuo del Medioevo come la stessa monarchia, costerà al popolo britannico miliardi di sterline.

All’età di 96 anni, Elisabetta II ha stabilito il record mondiale di durata per un regno, avendo toccato i 70 anni di reggenza. In questo periodo ha visto passare una dozzina di primi ministri e più di mezza dozzina di papi in Vaticano. Inoltre, la Regina era la pietra miliare del Commonwealth (il “patto” seguito all’estinzione dell’impero britannico), patrona di quasi 600 enti di beneficenza, e svolgeva un ruolo attivo nell’alleanza del Regno Unito con molti paesi. Nell’ambito di queste attività, la corona è stata anche colpita dagli scandali trapelati dai Panama Papers, che hanno rivelato la presenza milioni di dollari in suoi conti offshore.

 

Operazione London Bridge

Alla morte della Regina si è attivato sin dal primo minuto un preciso protocollo burocratico. Il suo segretario privato, Edward Young, trasmetterà immediatamente un messaggio al Primo Ministro Liz Truss dicendo: “London Bridge has fallen”, “Il Ponte di Londra è caduto”. Il primo ministro comunicherà poi con i governi al di fuori del Regno Unito, dove la regina è capo di Stato, informandoli della sua morte su una linea sicura. A questo seguirà l’informazione a tutti i 36 paesi del Commonwealth e poi dei leader del resto del mondo.

I cancelli di Buckingham Palace saranno chiusi e verrà affisso un avviso di morte.

Tutti i programmi della BBC si fermeranno e i presentatori vestiranno di nero. Anche il logo della rete in TV e sui social media cambierà colore.

Domani il figlio maggiore della regina, Carlo, assumerà le funzioni di re e sì terrà una trasmissione in diretta: Carlo terrà il suo primo discorso ufficiale come monarca.

Il governo gli giurerà fedeltà e si terrà un saluto con 41 colpi di cannone ad Hyde Park, a Londra.

In seguito, Re Carlo, se questo è il nome che sceglierà, intraprenderà un tour del Regno Unito, visitando i leader di governo nelle capitali di ciascuna nazione, Edimburgo, Belfast e Cardiff, prima di tornare a Londra.

Durante questo periodo, i canali televisivi trasmetteranno i documentari già realizzati in onore di Elisabetta e la BBC si asterrà dal trasmettere programmi comici.

Quattro giorni dopo la sua morte, la bara della regina sarà portata in processione militare da Buckingham Palace a Westminster Hall. Lì rimarrà per i seguenti quattro giorni, quando le porte saranno aperte al pubblico per 10-12 giorni.

La bara sarà poi portata nell’Abbazia di Westminster, dove 2.000 ospiti speciali chineranno il capo in preghiera. Dopo la funzione, la bara sarà portata al Castello di Windsor e infine alla Cappella di San Giorgio.

Probabilmente un anno dopo il funerale avrà luogo l’incoronazione ufficiale di Re Carlo.

Tutto questo protocollo monarchico costerà al popolo britannico miliardi di sterline, in un momento in cui l’inflazione è già superiore al 10% e si prevede che raggiungerà il 18% all’anno, il che ha già provocato un’ondata di scioperi come non se ne vedevano da anni.

Oltre alle spese funerarie milionarie, la figura della regina sarà sostituita da quella del re su cartamoneta, francobolli, passaporti e uniformi militari e di polizia, e l’inno nazionale cambierà da “God save the Queen” a “God save the King” (da “Dio salvi la regina” a “Dio salvi il re”).

Carlo diventerà la nuova figura di riferimento di una monarchia parassitaria, un residuo del medioevo che rimane come un’escrescenza marcescente sul sistema capitalista d’oppressione e sfruttamento.

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