È la semplicità difficile a farsi” sono le parole con le quali si chiude la magnifica poesia di Brecht “Lode al partito comunista”.


Lode del Partito” è una delle più importanti poesie di Bertolt Brecht che ben evidenzia la Weltanschauung che ne è sottesa e che contiene in sé la cifra dell’universalità se si riesce, come in tutte le opere artistiche, ad andare oltre l’iconografia superficiale e a cogliere il senso autentico che dà a un’opera artistica – letteraria in questo caso – la capacità di essere tale mantenendo la sua validità al di là del contesto storico, della motivazione compositiva e dell’oggetto stesso su cui si dipana il pensiero dell’autore e la scrittura che lo concretizza.

Lode del Partito”  è il momento più problematico del dramma teatrale “La linea di condotta” la cui trama consiste nel processo a quattro giovani comunisti che devono rispondere, di fronte a un Coro che funge da tribunale, dell’uccisione di un compagno la cui “linea di condotta” personalistica ha portato al fallimento di un’azione.

In questa opera il Coro, rivolgendosi al Partito, così recita:

Mostraci la via che dobbiamo percorrere e noi la percorreremo con te ma non prendere senza di noi la strada giusta, senza di noi è la più sbagliata.
Non staccarti da noi.

Ecco allora che lo spirito autentico dell’opera di Brecht, in cui “Lode al Partito” è inserita, assume una visione meno dogmatica e in un certo senso molto più profonda e politicamente attuale di come la si può considerare pretendendo di decontestualizzarla ad usum delphini.
Brecht nella 
“Lode del Partito”, la contrappone alla visione individualistica e la inserisce in una dimensione di unitarietà collettiva.

In quest’opera Brecht ci dice che l’autorità del Partito non risiede in una conoscenza suprema, determinata una volta per tutte, ma in un tipo di conoscenza che riguarda un soggetto politico collettivo. È nella relazione tra la singolarità e il collettivo.
Il soggetto politico 
(il Partito, nel caso e nella determinazione storica della scrittura brechtiana) è la parte organizzativa di un collettivo, in quanto può assumere la sua natura di forma organizzativa e ontologica solo superando la frammentazione, la convivenza parallela di diversi “partiti” ed è espressione della collettività che è poi quella che sola ne può determinare la legittimità organizzativa.

È quindi molto semplicistica, se non banale, una lettura, che tenda a riferirsi e a comparare il concetto di “Partito brechtiano” con una situazione politica contingente, localistica come può essere quella di una sola nazione o area geografica, o peggio ancora identificandola con singole organizzazioni politiche, magari autoproclamate. Il Partito che ha in mente Brecht non può che nascere da una relazione tra gruppo e collettività unitaria (“unica” in Brecht), che si configuri da un’avanguardia politica che intervenga nella classe e che insieme all’avanguardia di classe costituisce un’organizzazione, oggi credibile solo in maniera non burocratica.

L’opera di Brecht è molto di più di una visione dogmatica, e anzi pone, come nella “Linea di condotta”, diverse questioni rispetto al rapporto tra singolarità, collettività e organizzazione politica.
E questo nonostante che l’opera di Brecht sia “volutamente” datata, didattica e propagandistica.
Ma Brecht era molto di più delle sue intenzioni e
il suo lavoro ha il crisma dell’arte e della complessità che l’opera letteraria si porta con sé.

 

Ylenia Gironella

Laureata in psicologia clinica e di comunità, con specializzazione nel metodo Montessori, educatrice, attivista di Non Una di Meno transterritoriale Marche. Vive a Recanati (MC).