Pubblichiamo, di seguito, il secondo resoconto riguardante la X Conferenza Internazionale della Frazione Trotskista, tenutasi nel 2016, importante per il dibattito circa l’andamento politico analizzato all’epoca che, per quanto possa essere stato superato dal tempo, risulta centrale per poter inquadrare tutto lo scenario in un ottica non slegata dall’analisi di Crisi Organica nata nel 2008.
Per una lettura completa degli articoli riguardanti la conferenza del 2016, qui trovate la prima parte e qui la terza parte.


La seconda giornata della Conferenza de la Frazione Trotskista-Quarta Internazionale ha affrontato la discussione sulla situazione politica internazionale a partire da un resoconto della compagna Claudia Cinatti della direzione nazionale del PTS, seguita da un ampio dibattito tra i delegati dei diversi paesi e una conclusione di Emilio Albamonte.

Il resoconto comincia col sottolineare che ciò che vi è di più dinamico nella situazione internazionale è rappresentato dai nuovi fenomeni politici che stanno sorgendo in seguito alla crisi capitalistica iniziata con la Grande Recessione del 2008, che, come si è avuto modo di segnalare il giorno precedente nella discussione sull’economia, non ha portato ad un crack né tanto meno ad una ripresa solida.

L’emergere di nuovi fenomeni politici sia a sinistra che a destra si pone sullo sfondo di una forte polarizzazione politica e sociale, ereditata dalle condizioni della crisi del 2008, che sebbene tende ad essere un denominatore comune che colora l’intera situazione internazionale, è più acuta nei paesi centrali, in particolare Stati Uniti e Unione Europea.

 

 

La crisi dei partiti tradizionali si esprime, per esempio, nel fallimento dei partiti socialdemocratici in Europa e nella profonda crisi del partito repubblicano negli Stati Uniti e con l’imporsi del “populismo” di sinistra e di estrema destra, con la candidatura di Trump, il presentarsi del “fenomeno Sanders”, o il rafforzarsi  dei partiti dell’estrema destra europea. Il trionfo della Brexit che ha reso evidente la profonda crisi del progetto dell’Unione Europea sotto la direzione dell’imperialismo tedesco; o la crisi dello Stato spagnolo che dopo due elezioni non è ancora riuscito a formare un governo, non sono fatti congiunturali ma manifestazioni  di come la crisi capitalistica ha sviluppato tendenze a fronte della crisi organica in diversi paesi centrali mentre ha dato luogo a crisi organiche aperte in paesi periferici come Brasile e Venezuela.

Prendiamo questa categoria di Gramsci per definire una crisi strutturale e generale che pone in rilievo contraddizioni profonde, che le classi dominanti non possono risolvere con i propri metodi abituali di dominio politico, e che apre un periodo di messa in discussione e di scissione di settori importanti delle classi sfruttate dai partiti tradizionali che pur nelle loro distinte varianti, conservatrici o socialdemocratiche,hanno adottato lo stesso programma neoliberale.

Tutto ciò si dà nel quadro della progressiva decadenza della leadership degli Stati Uniti che si manifesta nella crisi irrisolta in Medio Oriente, in modo particolare con la guerra civile in Siria che concentra le principali contraddizioni della situazione internazionale. La sanguinosa battaglia per il controllo di Aleppo è il simbolo della complessità di questo conflitto che ha preso un corso reazionario e ciò dipende dagli interessi dei molteplici attori, in particolare Stati Uniti e Russia, che con la scusa di dover “combattere il terrorismo” e lo Stato Islamico, intervengono direttamente e attraverso gruppi locali. Se nelle prossime elezioni presidenziali nordamericane risultasse eletta Hillary Clinton, come indicano per ora i sondaggi,  sappiamo che ha già annunciato l’intensificazione della politica interventista e guerrafondaia dell’imperialismo.

La guerra civile in Siria, che è la conseguenza più drammatica della sconfitta dei percorsi della primavera araba, è diventata un problema di prim’ordine per i governi del mondo occidentale come abbiamo visto nella crisi dei rifugiati che ha scosso l’Unione Europea e l’ondata di attentati terroristi in Francia, Germania, Belgio e Stati Uniti. Questi avvenimenti stanno già riconfigurando la mappa politica. Per esempio, nel caso della Francia vengono utilizzati dal governo “socialista” di Hollande per dare una stretta autoritaria e imporre le riforme del lavoro dopo un imponente movimento di lotta. Questi stessi fatti stanno alla base del rafforzamento del discorso xenofobo, contro i migranti e razzista, portato avanti dai partiti di estrema destra, che manipolano i timori di settori che vedono minacciata le proprie condizioni di vita dagli immigrati e dai musulmani.

Il tentativo fallito di un colpo di stato in Turchia ha permesso al presidente Recep Tayyip Erdogan di dar avvio ad un epurazione senza precedenti per eliminare tutta l’opposizione,addomesticare la minoranza kurda, e così imporre un regime più autoritario e ricomporre alleanze internazionali fondamentali per un paese strategico per la sua posizione tra Oriente e Occidente.

 

 

L’altro elemento fondamentale su cui si è discusso approfonditamente è il significato della lotta contro la riforma del lavoro in Francia in quanto sintomo del fatto che bassa crescita o stagnazione economica, polarizzazione e crisi politica stanno creando le condizioni per lo sviluppo di nuovi processi di lotta di classe. La discussione sulla Francia sarà tema di una sessione speciale della Conferenza a partire dall’ intervento che nel processo sta portando avanti la Corrente Comunista Rivoluzionaria, il cui giornale Rivoluzione Permanente–parte della RedInternacional, La Izquierda Diario- si è trasformato in uno dei mezzi di espressione del movimento.

In sintesi, la Conferenza ha dichiarato che stiamo in un momento di bruschi risvolti, nel quale saranno all’ordine del giorno tanto svolte bonapartiste come nuovi processi di lotta e radicalizzazione politica, il che rende ancora più urgente che non manchi l’azione e l’intervento dei rivoluzionari per influire in modo decisivo in questi nuovi fenomeni e dare ad essi una risoluzione operaia progressiva, perché al contrario, si imporranno, come abbiamo già visto lungo il XX secolo, le varianti più reazionarie della borghesia.

Redattore della Voce delle Lotte, nato a Napoli nel 1996. Laureato in Infermieristica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, lavora come infermiere.