È notizia dello scorso 19 marzo quella dello stato di crisi aperto dal consiglio di amministrazione di SGT, corriere privato erede della “vecchia” Sogetras e presente in quasi 90 magazzini in tutta Italia, con oltre un centinaio di dipendenti di diretti e oltre un migliaio inquadrati tramite diverse cooperative.

Una situazione che già da mesi vedeva in varie sedi e specialmente a Roma ritardi costanti nel pagamento del salario, ultima grande reliquia di un passato di condizioni di lavoro spesso al di fuori di leggi e contratti, di supersfruttamento di facchini e autisti, i quali a centinaia negli ultimi anni si sono organizzati a centinaia in tutta la filiera con il SI Cobas, che si è reso protagonista della scia di scioperi e manifestazioni delle ultime settimane, e col quale vogliono ora sommarsi anche lavoratori di stabilimenti meridionali, come quelli di Palermo, Catania e Potenza.

La notizia dello stato di crisi e dunque dell’accresciuta incognita sulla sorte dell’azienda e soprattutto degli ultimi mesi di salario non ancora percepito ha spinto i lavoratori di molti magazzini a scioperare immediatamente, con adesioni in massa a Roma, Firenze, Modena, Bologna, Milano, Como, Brescia, Verona e anche altre filiali minori. L’azienda si è paralizzata, e in diversi magazzini i lavoratori hanno imposto il totale blocco delle merci in entrata e in uscita. Da allora iniziative anche spontanee di sciopero e di picchetto dei cancelli dei magazzini si sono diffuse per giorni in tutta SGT.

La testimonianza dei lavoratori del magazzino di Peschiera Borromeo (Milano), impiegati in circa 150 presso il magazzino SGT e facenti parte di una cooperativa che inquadra 600 lavoratori e che non ha pagato lo stipendio a partire da gennaio.

Il 21 marzo una delegazione di lavoratori SGT romani è stata accolta al Ministero del Lavoro per fare presente la situazione di possibile imminente licenziamento di oltre un migliaio di lavoratori, in un frangente dove, mentre l’azienda non faceva trapelare alcuna ipotesi di soluzione della crisi, SDA si stava prendendo uno a uno i clienti di SGT senza dover sganciare un centesimo in acquisizione e risanamento della ditta. Nella stessa mattinata, a Firenze, Milano e Bologna altri lavoratori organizzavano presidi sotto le prefetture per dare forza alla richiesta di un tavolo urgente con il Ministro Luigi Di Maio e tutte le parti sociali coinvolte, SDA inclusa.

Il presidio dei lavoratori SGT a Bologna.

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Il presidio in via Fornovo a Roma: i lavoratori aspettano che la loro delegazione salga al ministero.

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Un delegato dei lavoratori del magazzino di Roma al presidio sotto il MiLav.

Non sono mancati, come sempre nella logistica e non solo, anche momenti di dispiegamento in forze di carabinieri e polizia per controllare e reprimere le iniziative di presidio dei magazzini, con una sproporzione di agenti rispetto al fatto in sé particolarmente evidente a Milano.

Ieri si è tenuto un tavolo tra azienda e lavoratori organizzati col SI COBAS (dopo perlomeno un altro tavolo separato con la FILT-CGIL e la piccola sigla “autonoma” USAE) che non ha chiarito, ancora una volta, né la questione degli stipendi arretrati, né quale posizione prende l’azienda, a parte quella di rimanere formalmente aperta nonostante il flusso di merci ormai esaurito in molti magazzini e l’assenza di nuovi capitali per riprendere l’attività.

Parallelamente, si è tenuto un nuovo tavolo con CGIL e USAE a Peschiera Borromeo alla presenza del nuovo Amministratore Unico Roberto Fusari e della Responsabile del personale Ida Bulgarelli: SGT ha annunciato di aver depositato persso il Tribunale di Milano un ricorso per potere accedere al Concordato preventivo in bilancio per evitare la procedura di fallimento. I giudici dovrebbero dunque approvare nell’arco di pochi giorni la proposta concordataria di SGT e nominare un Commissario Giudiziale così da, sempre secondo SGT, ripartire con l’attività già all’inizio del prossimo mese – una promessa, visti i precedente, che suona un po’ come un pesce d’aprile veramente poco divertente.

 

Giacomo Turci

 

Pubblichiamo di seguito il comunicato di SI Cobas e ADL Cobas in merito alla vertenza SGT.

Logistica: crisi del corriere espresso Sgt

Dal 20 marzo oltre mille lavoratori in Italia hanno trovato i cancelli sbarrati.

La azienda SGT SPA un azienda di logistica e trasporto merci specializzata nel trasporto di prodotti bancari ed ottici, con più di 80 filiali sul territorio nazionale ed un numero di dipendenti che tra diretti ed appalti supera le 1000 unità (con un rapporto tra diretti – che lavorano negli uffici – ed appalti – che svolgono attività di magazzinieri ed autisti – di 1 a 4 ), da alcuni giorni ha cessato di fatto l’attività e ieri ha portato i libri in tribunale.

Questo non perché non ci fossero clienti e merci da spedire, ma – dice l’azienda – perché ci sarebbe una sofferenza di flussi di cassa.

Con la chiusura dei magazzini di SGT, immediatamente i flussi delle merci sono stati dirottati sulle altre principali aziende del corriere espresso operanti in Italia, a dimostrazione che la causa della crisi aziendale non va ricercata nella mancanza di lavoro.

La maggioranza dei lavoratori operanti nelle filiali SGT sono organizzati nel SICOBAS; su nostra iniziativa, nella giornata di ieri centinaia di lavoratori di varie città hanno manifestato davanti alle Prefetture di Milano, Bologna e Firenze; a Roma davanti al Ministero del Lavoro dove sono stati ricevuti dal Capo della Segreteria del Sottosegretario Durigon, il dott. Raffaele Fontana, il quale ci ha assicurato una pronta convocazione ad un tavolo di crisi congiunto col MISE.

Data la situazione esplosiva, che ad oggi vede oltre mille lavoratori presidiare i cancelli sbarrati delle filiali SGT, poiché si sono trovati dall’oggi al domani improvvisamente privati del loro lavoro, abbiamo chiesto al dott. Fontana di attivare tutte le procedure possibili per trovare uno sbocco a questa crisi aziendale di proporzioni immani, favorendo la rilevazione di SGT da parte di altri soggetti, e comunque ricollocando i lavoratori nelle aziende dove si è spostato il lavoro.

Oltre mille lavoratori e lavoratrici e le loro famiglie attendono dal Ministro Di Maio una convocazione immediata per trovare una soluzione efficace.

Nato a Cesena nel 1992. Ha studiato antropologia e geografia all'Università di Bologna. Direttore della Voce delle Lotte, risiede a e insegna geografia a Roma nelle scuole superiori.