A causa delle restrizioni alla partecipazione di lavoratrici e lavoratori, giovani e donne, chiediamo di dar vita a liste comuni con tutte e tutti coloro che condividano l’obbiettivo di denunciare il tentativo dei grandi imprenditori e dei loro partiti di realizzare una nuova frode storica con il processo costituente, e chiamiamo a utilizzare le elezioni per diffondere un programma indipendente dai partiti dei trent’anni, che sostenga che l’unico modo di porre fine all’eredità della dittatura è mediante la nostra mobilitazione, avanzando verso lo sciopero generale perché questo governo se ne vada.

La schiacciante vittoria dell’ “Apruebo” conferma ciò che le grandi maggioranze lavoratrici e popolari avevano sostenuto nelle strade: abolire la Costituzione di Pinochet.

Dietro al voto c’è un profondo desiderio di cambiamento da parte di milioni di lavoratrici e lavoratori, giovani e donne: per pensioni e salari degni, NO+AFP, sanità pubblica, gratuita e di qualità, fine degli abusi imprenditoriali. In definitiva, alla base di tutto sta il desiderio di porre fine a tutte le eredità della dittatura, consolidate dalla Concertación e dalla Destra.

Senza dubbio, il sistema politico ed i partiti imprenditoriali stanno tentando di far passare un nuovo inganno storico, cambiando alcune cose affinché non cambi nulla dell’opera fondamentale della dittatura e di questi “trent’anni” della sua eredità. Vogliono cambiare la Costituzione ma continuare a mantenere la parte fondamentale di questo retaggio maledetto: il saccheggio delle nostre risorse naturali, la precarietà del lavoro in cui vivono milioni di noi, una sanità miserabile dove le nostre famiglie muoiono in lista d’attesa, pensionamenti scarni per arricchire un pugno di banchieri e di grandi imprese, e via dicendo. Gli imprenditori ed i loro partiti si stanno organizzando per proteggere e mantenere questo sistema, che ha dato loro tanti benefici, mentre rafforzano la polizia e le leggi repressive contro coloro che si mobilitano, e si mantiene l’impunità dei responsabili politici e materiali della repressione, mentre migliaia di giovani rimangono chiusi nelle carceri di Stato senza nemmeno un giusto processo.

Lo fanno sapendo che la Convenzione Costituzionale, che genera grandi illusioni nella maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici, non risolverà le aspirazioni sociali e democratiche che hanno dato inizio alla ribellione popolare. Non le risolverà perché è piena di tranelli: con la regola dei due terzi, danno potere di veto alla destra e anche alla vecchia Concertación, perché mantengano vivo il retaggio di sfruttamento ed oppressione di Pinochet. I grandi imprenditori si stanno preparando attivamente per difendere questo retaggio nella convenzione costituzionale. Si impone anche il rispetto dei trattati internazionali, che impediscono di terminare il saccheggio delle risorse naturali e strategiche del Paese in mano alle multinazionali; non hanno diritto di votare o di essere eletti i minori, la stessa gioventù liceale che ha saltato i tornelli ed ha dato inizio alla rivolta. Si tratta di una convenzione che ha lasciato nell’impunità i repressori, e non sarà né libera né sovrana di giudicare e condannare i responsabili delle violazioni ai Diritti Umani, cominciando da Piñera e dal suo governo; né potrà risolvere i grandi problemi del Paese come la sanità, le pensioni ed i salari, che continueranno ad essere erogati dal governo Piñera e dall’attuale Parlamento odiato dalla grande maggioranza.

In seguito al plebiscito, ora migliaia di persone cominciano a vedere i tranelli ed i limiti alla postulazione di indipendenti che proteggono i vecchi partiti del regime, infatti si basa su un sistema elettorale antidemocratico che beneficia la Destra e la Concertación mentre esclude le maggioranze lavoratrici e popolari.

Questi tranelli sono nati in seguito all’ “Accordo per la Pace e la Nuova Costituzione“, firmato nell’arco di una giornata alle spalle del popolo dalla UDI e dal FA, per salvare Piñera dopo lo sciopero generale più grande delle ultime decadi che ha messo alle strette il governo ed il regime. Si tratta di un tranello per cercare di sviare la nostra lotta nelle strade verso una “auto-riforma” perché non cambi nulla di fondamentale.

Il trionfo dell’ “Apruebo” ha mostrato che abbiamo il coraggio e la forza per cambiare tutto e liberarci da tutte le eredità della dittatura, che continuano ad essere più vive che mai. La minoranza del rifiuto, i grandi imprenditori e le multinazionali continuano ad essere i “padroni del paese” e controllano il potere politico, economico, finanziario e militare.

Per finirla con i trent’anni dell’eredità di Pinochet e conquistare le nostre rivendicazioni sociali e democratiche, dobbiamo distruggere questi poteri reali, che difenderanno con le unghie e coi denti tutta l’eredità della dittatura, fonte delle loro ricchezze e privilegi.

Però, per questo, abbiamo bisogno di rafforzare l’unico cammino attraverso il quale possiamo sconfiggerli: il cammino della mobilitazione permanente, verso un piano di lotta che culmini nello sciopero generale per cacciare Piñera e tutto il suo regime, e così forgiare l’alleanza operaia e popolare per conquistare tutte le nostre richieste. Senza questo cammino, la nuova costituzione redatta dai vecchi dinosauri imprenditori manterrà tutti i punti fondamentali della vecchia Costituzione di Pinochet. Solo l’azione di lotta di classe nelle strade e l’auto-organizzazione verso lo sciopero generale può fermare il potere dei partiti imprenditoriali del regime dall’implementare cambiamenti cosmetici affinché nulla di ciò che è fondamentale cambi realmente.

Solo cacciando Piñera con lo sciopero generale potremo dare inizio a un’Assemblea Costituente Libera e Sovrana che risponda alle nostre necessità. Su questo cammino, è necessario l’impulso delle organizzazioni dei lavoratori e del popolo povero per iniziare la battaglia, e saranno loro che potranno dirigere un governo provvisorio delle organizzazioni operaie e del popolo povero che convochi un’assemblea costituente, come transizione a un governo delle lavoratrici e dei lavoratori.

Senza dubbio, questa strada è opposta a quella che propongono il PC e il FA. Loro vogliono “perfezionare” la “cucina” dell’Accordo per la Pace mediante “partecipazione” sociale con i cabildos. Lo fanno senza denunciare gli inganni, cercando di portare tutta l’energia di lotta nelle strade verso il “cammino istituzionale” e le elezioni, che non cambieranno nulla di fondamentale.

La loro lotta non vuol dare impulso ad una mobilitazione in prospettiva dello sciopero generale contro il governo e tutto il regime. Per questo motivo le organizzazioni di massa che dirigono, come il CUT, Unidad Social o il Collegio dei Professori, hanno mantenuto una tregua immobilista da mesi con il governo, spingendo verso questo cammino istituzionale e portando le aspettative e le richieste del popolo verso le convenzioni ed i loro inganni.

Per questo dobbiamo avere un’alternativa politica nostra, che non scenda a compromessi con questo regime ed i suoi partiti; che lotti per farla finita con tutte le eredità della dittatura mediante la mobilitazione. Dal PTR e da La Izquierda Diario siamo venuti a denunciare questi tranelli ed inganni. Non solo abbiamo dato impulso al cammino della mobilitazione verso lo sciopero generale, ma siamo stati militanti attivi del Comando per un’Assemblea Costituente Libera e Sovrana che chiamava a denunciare la “cucina” nella prospettiva del cammino della mobilitazione.

Allo stesso modo, siamo l’unica organizzazione alla sinistra del PC e del FA riconosciuta in 4 regioni del Paese, e da poche settimane abbiamo fatto entrare nel Servizio Elettorale le firme per estendere il riconoscimento nella Regione Metropolitana, a Valparaíso e Arica, che si aggiungono ad Antofagasta, Temuco, Puerto Montt e Valdivia. Lo abbiamo fatto affrontando tutti gli ostacoli e le restrizioni completamente antidemocratiche che la legge ci impone.

Lo facciamo per presentare un’alternativa politica nello scenario che si apre, dei lavoratori e delle lavoratrici, delle donne e della gioventù, che sia completamente indipendente dagli imprenditori e dai loro partiti, per denunciare i loro inganni e dare sfogo alla mobilitazione della classe lavoratrice e del popolo per raggiungere le nostre aspirazioni. Con questo orientamento, abbiamo chiamato a formare un Fronte dei Lavoratori e della sinistra anticapitalista, con centinaia di combattenti, dirigenti sindacali e sociali così come altre organizzazioni che confluiscono nel Comando per AC.

Senza dubbio, le restrizioni antidemocratiche non lasciano che gli indipendenti si presentino in un partito se questo non rientra in un patto, l’ennesimo tentativo perché vincano i vecchi partiti del regime ed applichino i loro inganni, perché i patti che si stanno orchestrando attualmente sono proprio quelli dei partiti dei trent’anni.

Nonostante ciò, useremo la nostra legalità partitica del PTR per lottare assieme per le candidature dei lavoratori, dei giovani e delle donne con centinaia di compagne e compagni al fine di formare questo fronte comune superando gli ostacoli legali che ci vengono imposti, e presentare un programma dei lavoratori e del popolo. E’ anche una chiamata a lottare per quest’alternativa insieme a tutte e tutti coloro che condividono queste prospettive: assemblee territoriali, sindacati, organizzazioni politiche, sociali e di quartiere. A tutte e tutti coloro che condividano questa prospettiva e vogliano disputare le elezioni convenzionali con queste linee programmatiche, invitiamo a firmare per gli strumenti legali che abbiamo formato e a dar vita a liste comuni.

Un’alternativa, perché milioni di lottatori e lavoratori non debbano continuare a votare coloro che hanno tradito e ostacolato la nostra mobilitazione, come il Frente Amplio (FA) o il Partito Comunista (PC), e che sia chiara nel denunciare gli inganni e nel dare impulso alla mobilitazione verso lo sciopero generale.

Solo in questa prospettiva potremo conquistare tutte le nostre richieste: Libertà immediata di tutte e tutti gli arrestati della ribellione mapuche! Processi e pene ai responsabili politici e materiali della repressione. Fine al coprifuoco e fuori i militari. No a licenziamenti e sospensioni, ma per il mantenimento integrale dei salari. Deroga della legge di protezione del posto di lavoro. Tasse straordinarie ai grandi patrimoni, per garantire un’entrata di emergenza di $500.000 a tutte e tutti i 3 milioni di lavoratrici e lavoratori informali. No +AFP! Per un sistema di reparto tripartito, solidario, gestito da comitati di lavoratori, pensionati e professionisti legati alle organizzazioni sociali. Per un sistema di sanità pubblica unico, nazionale e gratuito. Per la nazionalizzazione delle risorse naturali e strategiche così come delle imprese privatizzate in dittatura e democrazia, senza indennizzi e gestite dai lavoratori e dal popolo. Fuori Piñera! Sciopero generale! Per un’Assemblea Costituente Libera e Sovrana! Che la crisi la paghino i capitalisti! Per un governo delle lavoratrici e dei lavoratori!

Partito dei Lavoratori Rivoluzionari

Traduzione a cura di Laura Buconi

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